Fior da fiore, 14 maggio 2014
Expo, nuova lite in Procura • Geithner e la trama europea anti-Berlusconi • Ripartono i mutui per la casa • Telecamere sulle uniformi dei poliziotti • I pericoli dell’infobesity, l’obesità da informazioni
Expo 1 Mentre nell’inchiesta milanese sull’Expo spuntano altri appalti truccati, scoppia una nuova lite in Procura con il capo dei pm, Bruti Liberati, che accusa il suo collega Robledo di aver intralciato l’indagine. «Robledo, pur essendo costantemente informato del fatto che era in corso un’attività di pedinamento e controllo su uno degli indagati svolta da personale di polizia giudiziaria, ha disposto analogo servizio delegando ad altra struttura della stessa Gdf». Con il rischio che il pedinato si sentisse troppo osservato e scoprisse di essere sotto indagine. «Solo la reciproca conoscenza del personale di Gdf che si è incontrato sul terreno ha consentito di evitare gravi danni alle indagini».
Expo 2 Matteo Renzi, dopo essersi chiuso per un’ora nella sede dell’Expo di via Rovello a Milano insieme al commissario unico Giuseppe Sala, i ministri Maurizio Lupi, Maurizio Martina, i vertici delle istituzioni e il magistrato Raffaele Cantone, ha detto: «Il governo non rinuncia a questa sfida. Fermeremo i ladri, non i lavori». Scelte operative all’indomani degli arresti: il top manager Angelo Paris, in carcere a Opera, viene sostituito da Marco Rettighieri, ex direttore generale del cantiere della Tav in Val di Susa; Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorità Anticorruzione diventa il supervisore delle procedure e della trasparenza amministrativa di Expo 2015; entro i primi di giugno il governo verserà a Expo i 60 milioni di euro dovuti dalla Provincia di Milano; nasce la task force che seguirà tutti i provvedimenti legati all’evento. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Expo 3 Grillo, invitando la magistratura a bloccare i lavori: «L’Expo è una grandissima puttanata. È un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio del denaro pubblico».
Berlusconi 1 In un libro appena pubblicato Tim Geithner, ex segretario al Tesoro americano, con le sue memorie fornisce argomenti a Berlusconi quando denuncia il «colpo di Stato» avvenuto ai suoi danni nel 2011, che lo vide dimettersi e passare la mano a Monti. Geithner racconta infatti che in quel drammatico autunno, quando la crisi aveva portato l’euro a un passo dal fallimento, venne avvicinato da «alcuni funzionari europei» che gli proposero un piano per far cadere il premier italiano: «Volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti del fondo monetario all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato». Una richiesta giudicata inaccettabile dal ministro, come del resto dallo stesso Obama che - assicura Geithner - fu informato ma «per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello: “Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani”». Insorge Berlusconi: «È la conferma di ciò che ho sempre sostenuto, cioè che c’è stata una precisa volontà di togliere di mezzo un premier democraticamente eletto che difendeva gli interessi del suo Paese e contrastava gli interessi sbagliati della Germania. Nel 2011 c’è stato un attacco a Silvio Berlusconi e alla sovranità e autonomia dell’Italia», insomma «un colpo di Stato», al quale certamente non partecipò Obama che «con me si comportò bene».
Berlusconi 2 La reazione da Bruxelles ha aperto un mezzo caso diplomatico. «Erano gli americani a volere l’Italia sotto tutela» lasciano trapelare alti funzionari Ue in risposta a Geithner. Parla per bocca della sua portavoce invece il presidente della Commissione, Manuel Barroso, ricostruendo la concitazione di quelle settimane: «L’Italia era vicinissima all’abisso e al G20 di Cannes alcuni tentarono di metterla sotto la supervisione del Fmi ma sarebbe stato un disastro e noi siamo stati quasi soli a dire che non doveva succedere». Matteo Renzi sul “complotto” ci ride su, a Ballarò: «Per Berlusconi siamo al diciassettesimo complotto dall’inizio dell’anno».
Mutui Il mercato immobiliare inizia il 2014 con un piccolo, ma significativo, segnale positivo. Nei primi tre mesi, infatti, i nuovi mutui per l’acquisto delle case hanno fatto registrare un aumento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo dice il «Rapporto immobiliare 2014» dell’Agenzia delle Entrate e dall’Abi (Bottero, Sta)
Telecamere Sulle divise dei poliziotti che svolgono servizio di ordine pubblico saranno montate le telecamere. Congegni appuntati sul petto per filmare quanto accade durante le manifestazioni, ma anche fuori e dentro gli stadi. Il Viminale ha dato il via libera alla sperimentazione a Roma e Milano. Il test durerà sei mesi. Se - come è accaduto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove è diminuito il numero degli scontri di piazza e degli episodi di violenza - darà risultati positivi, diventerà operativo per tutti. La scelta del capo della polizia Alessandro Pansa prevede l’uso di 150 apparecchiature ad alta definizione. Saranno i capisquadra dei reparti mobili a tenere la telecamera (ognuno di loro «governa» un gruppo di dieci agenti) (Sarzanini, Cds)
Infobesity Gli esperti hanno ribattezzato infobesity l’obesità mentale causata da troppa informazione. I dati di Internet Live Stats, The Radicati Group, You-Tube Trends, Cisco, ordinati insieme un’analisi di Thomson Reuters, dicono che negli ultimi sette anni le email inviate quotidianamente sono esplose da 31 miliardi a 183 miliardi (cioè si sono sestuplicate). I video caricati su YouTube sette anni fa erano 11.500 ore al giorno, ora invece, ogni giorno che passa YouTube accoglie 144.000 ore di filmati aggiuntivi. I tweet nel 2007 erano 5.000 al giorno, oggi sono oltre 500 milioni al giorno. Il volume di traffico globale che transita su Internet nel 2002 era di 8,6 milioni di gigabyte al giorno, oggi siamo a due miliardi di gigabyte quotidiani. L’allarme viene dal fatto che «nell’informazione come nel cibo, l’eccesso può avere conseguenze drammatiche». La diagnosi parla di una «epidemia mondiale di infobesità, una situazione in cui troppa informazione può portare alla paralisi, alla distrazione, all’eccesso di fiducia, alle decisioni sbagliate». L’indagine Thomson Reuters, rivolta alla grandi aziende americane, indica anche alcune autodifese tra cui tecniche di meditazione e concentrazione che mutuano dallo yoga e da analoghe discipline buddiste. Sally Boyle, che dirige le risorse umane per Goldman Sachs, è certa che «fra qualche anno questi esercizi di meditazione ci sembreranno normali, essenziali e diffusi quanto le sedute in palestra». (Rampini, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)