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 2014  maggio 12 Lunedì calendario

La settimana politica del 15 luglio 1877

L’Illustrazione Italiana, 15 luglio 1877
I Russi in Europa sono andati avanti, in Asia sono tornati indietro. Checché i Turchi telegrafassero di grandi battaglie tra Sistova e Biela, i loro nemici hanno preso il 5 luglio Biela, e due giorni dopo Tirnova, l’antica capitale della Bulgaria che siede sulla Jantra. È questo un brillante fatto d’armi, che porta i Russi nel cuore della Bulgaria, assicura le loro comunicazioni con la Rumenia, e pemette ad un corpo di marciare su Rustsciuk e all’altro di tentare il valico dei Balkani.

La inazione di Abdul-Kerim viene spiegata da alcuni come un piano di grande abilità per aspettare il nemico nel quadrilatero ottomano, ch’è Rustsciuk-Sciumla-Silistria-Varna. Frattanto i Turchi hanno compreso lo sbaglio fatto trascurando i Russi, a cui lasciarono passere il Danubio quasi senza ostacolo, pel gusto i distruggere i Montenegrini; ora, ch’è un po’ tardi, hanno richiamato Soliman-pascià e i suoi 45 battaglioni; il Montenegro respira.

Le vittorie dell’Asia hanno certo della esagerazione asiatica, ma nel complesso ivi il successo dei Turchi è evidente. Essi hanno vinto a Karakilissa e ad Ipeck. Kars non è ancora sbloccata, ma Muktar-pascià le sta già molto vicino (l); né Ardahan, né Bajazid non furono riprese, ma a quest’ultima fortezza fu intimata la resa. I Russi confessano che il Gran duca Michéle si trova ad Alessandropoli, ch’è sul territorio, russo all’ estremo confine; e i Turchi aggiungono che egli è partito per Tiflis. I Russi sono in piena ritirata.

La quantità di favole che si spacciano è grande, come è, giusto in tempo di guerra. Un giorno è l’Italia che s’accingeva a mandar, la sua flotta in aiuto del Montenegro; poi è un principe d’Assia a cui lo Czar vuol dare la corona di Bulgaria; e jeri ancora un colloquio fra il Sultano e il ministro inglese Layard, dove quest’ultimo dichiara che se tra la Russia e la Turchia si facesse la pace senta riguardo agli interessi dell’Inghilterra, l’Inghilterra occuperebbe Costantinopoli e i Dardanelli. Quest’ultima diceria fu smentita alla Camera dei Comuni, dove fu pure assicurato che l’arrivo della flotta a Besika non è una minaccia per nessuno, e che le truppe riunite al campo di Aldershot non sono destinate che per le-consuete riviste annuali. Ugualmente si smentisce la notizia dello Standard circa un’intelligenza della Granbretagna e dell’Austria per cui la prima si assicurerebbe di Costantinopoli, e la seconda occuperebbe la Bosnia e l’Erzegovina; e sir Northcote dichiara che nessun accordo fu conchiuso con la Francia riguardo eventuali operazioni navali in Oriente.

Tutta questa serie di smentite mostra l’inquietudine, che regna nei varj gabinetti d’Europa. I corrispondenti s’affrettano a dar per concluso tutto ciò che traspira nell’ aria; ma è certo che i risultati della guerra possono essere tali che ognuno cerca premunirsene, e tasta tutte le corde in previsione di tutte le eventualità.

In Austrià né il proclama dello Czar ai Bulgari né il discorso del principe Milano con tutta la sua apparenza pacifica, son piaciuti molto. Nella Serbia deve regnare una confusione grandissima; principe, ministri, deputati, non sanno precisamente quel che si vogliono; La Skupcina, ha appena risposto al discorso del trono serbando la stessa intonazione; e vi succede una scena così tumultuosa, che fa parlare di nuove elezioni. Non vogliono alleanza colla Rumena per rancore verso i rumeni che li lasciarono nelle peste l’anno passato, ed ecco si discorre d’alleanza fra Serbia e Rumenia, e la Russia fa sapere che ciò non altererebbe i buoni rapporti con lei. I Rumeni dal canto loro non sanno decidersi a passare il Danubio; sono in guerra di fatto col loro signore, ma non vorrebbero prendere l’offensiva. La Russia poi mostra verso questi alleati in partibus lo sprezzo più completo; ha ottenuto ciò che le premeva,di passare sul loro territorio; lascia credere che dà a serbi e rumeni consigli di prudenza, addormentando così l’Europa; e fingerà d’andare in collera il giorno vicino in cui serbi e rumeni attaccheranno i Turchi sul fianco sinistro. In quel giorno però l’Austria, che ha già preparato la mobilizzazione di tutto il suo esercito, dovrà prendere anch’essa una risoluzione, ed occupare la Bosnia e l’Erzegovina.
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Il 6 luglio fu firmato a Parigi il trattato di commercio, tra la Francia e l’Italia. È la prima cosa che il ministero abbia saputo concludere; più che per merito suo, per la premura che aveva il nuovo governo francese di dare una prova dei suoi intendimenti amichevoli a nostro riguardo. I vantaggi del trattato si vedranno poi; il Diritto dice che l’erario ne avrà un guadagno d’otto milioni, e che l’industria dei vini italiani ne è avvantaggiata; ma il Moniteur s’è vantato al contrario che il dazio sui vini nostri è cresciuto. Vedremo il testo.

In questa stagione abbiamo un po’ da per tutto le ’elezioni amministrative. Nell’Italia alta e nella centrale, esse riescono in senso favorevole ai moderati; qua e là, come a Firenze, con una punta di clericalismo. A Napoli, invece, il duca di San Donato ha fatto eleggere tutti i consiglieri che ha voluto lui; e ciò non fa specie in quel paese; dove il municipio stesso manda agli elettori insieme coi certificati anco la lista dei candidati del suo cuore!

Un dispaccio da Palermo annunzia che nella notte dal 9 al 10 luglio, il brigante Randazzo, ultimo della banda Leone, si è costituito al sindaco di Allia.
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La Camera dei rappresentanti del Belgio tenne il 7 luglio l’ultima sua seduta, nella quale approvò la legge sul segreto del voto e sulle frodi elettorali, tornata dal Senato che vi soppresse quel § 47 che concedeva dei privilegi ai preti ed aveva perciò eccitato le ire liberali. La Camera diede pure un voto di fiducia al Ministero, approvando il suo procedere contro il Jourde, ex-ministro della Comune parigina, il quale fu espulso dal Belgio perché vi pubblicava dei ricordi della Comune.
(11 luglio).

Nota: (1) Un dispaccio da Costantinopoli 10. annunzia che Mucktar, dopo la sua congiunzione colla guarnigione di Kars, è entrato in questa fortezza. Bisogna aspettare che la notizia sia confermata, ma non è punto improbabile.