6 maggio 2014
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Francia
Biografia di Philippe Pétain
Cauchy-à-la-Tour (regione del Nord-Passo di Calais, Francia) 24 aprile 1856 – Isola di Yeu (regione dei Paesi della Loira, Francia) 23 luglio 1951. Militare di carriera francese. Politico Comandante in capo dell’esercito francese durante la Prima guerra mondiale (dal 15 maggio 1917 alla vittoria), poi maresciallo di Francia. Capo del governo collaborazionista di Vichy nella Seconda guerra mondiale (1940-44). Condannato a morte per questo nel 1945, pena commutata nell’ergastolo. • Teorico e insegnante di tattica di fanteria nei primi anni del Novecento, assunse una posizione controcorrente rispetto al pensiero offensivista dominante. Riteneva infatti che le armi moderne favorissero la difesa più che l’attacco, e che i vecchi assalti della fanteria alla baionetta costassero ormai troppo in termini di vite umane. Non amato sulle prime dalle gerarchie militari, iniziò la guerra, a 58 anni, ancora con il grado di colonnello (e fu sul punto per questo di congedarsi). Ma tra il 1914 e il 1917 la sua ascesa ai vertici dell’esercito francese fu rapidissima. Generale di divisione alla prima battaglia della Marna, quindi di corpo d’armata, nel febbraio 1916 fu incaricato di arrestare l’offensiva tedesca su Verdun. Riorganizzò le linee difensive nei pressi della città, allestì un efficientissimo sistema di trasporti e rifornimenti e seppe motivare le truppe francesi, rovesciando una situazione quasi senza speranza: chiuse la strada ai tedeschi e diventò un eroe nazionale.
• L’anno successivo, il 15 maggio 1917, fu chiamato a sostituire il generale Georges Nivelle, reduce dalla disastrosa seconda battaglia dell’Aisne, come comandante in capo dell’esercito francese. Era il momento peggiore della guerra per la Francia, non solo perché l’ultima offensiva era costata oltre 130.000 perdite con guadagni territoriali irrisori, ma soprattutto per la sfiducia, il malcontento e la spossatezza delle truppe in trincea che avevano cominciato ad ammutinarsi e a manifestare forme di protesta collettive. Forte del suo ascendente popolare e delle sue attenzioni, Pétain seppe ridare fiducia ai soldati, migliorandone le condizioni di vita al fronte, e ristabilire lentamente la disciplina.
• Al termine della guerra, il 19 novembre 1918, fu nominato maresciallo di Francia. Il 14 settembre 1920 sposò Eugénie Hardon. La differenza d’età (lei era di una ventina d’anni più giovane) aveva spinto i genitori di lei a rifiutare, nel 1901, la sua prima proposta di matrimonio.
• Tornò a combattere in Marocco, contro i berberi, nel 1925-26. Accademico di Francia nel 19292, al ministero della Guerra nel 1934, ambasciatore a Madrid, per riallacciare i rapporti con la Spagna di Franco, nel 1939. Pochi mesi dopo lo scoppio della guerra fu richiamato e nominato vice presidente del Consiglio nel gabinetto Reynaud. Il 16 giugno 1940 presidente del Consiglio, concluse pochi giorni dopo un armistizio con i tedeschi. L’armistizio dava alla Germania il controllo della Francia nord-occidentale, inclusa Parigi, e lasciava il resto del territorio francese come regime separato sotto Pétain, con capitale Vichy. Il 10 luglio l’Assemblea nazionale conferì al generale piani poteri per la stesura di una nuova costituzione. Ufficialmente indipendente e neutrale, lo Stato francese (nome contrapposto a quello di Repubblica francese, cioè la parte di Francia occupata e formalmente estintasi con l’armistizio) collaborò strettamente con i nazisti.
• Sbarcati in Francia gli Alleati, nell’estate del 1944 fu trasferito in Germania. Alla fine della guerra, il 24 aprile 1945, si costituì alla frontiera svizzera quando seppe che stava per iniziare a Parigi il processo a suo carico per tradimento. «Dopo essere stato rinchiuso per qualche settimana nel forte di Montrouge, il maresciallo fu portato al Palazzo di giustizia con un “panier à salade”, un veicolo che di solito era destinato ad accogliere le prostitute dopo le retate. (…) “L’armistizio che ho chiesto ai tedeschi ha salvato la Francia… La mia vita m’interessa poco. Ho fatto alla Francia il dono della mia persona e il mio sacrificio non può essere messo in dubbio”», fu la sua difesa. [Leggi qui l’articolo di Ulderico Munzi]
• Condannato a morte, la pena fu commutata nel carcere a vita da Charles De Gaulle (che giovanissimo era stato sottotenente ai suoi comandi nel 1912 ad Arras). Fu internato a 89 anni all’isola di Yeu, vicino alla costa atlantica, dove morì sei anni più tardi.