Fior da fiore, 4 maggio 2014
Coppa Italia, scontri e spari fuori dall’Olimpico • Bomba d’acqua sulle Marche • I dieci italiani più ricchi valgono come 500 mila operai • Gli effetti del bonus deciso da Renzi secondo il Censis • Chiudono due ristoranti Burger King in cui si serviva carne avariata e cibo caduto in terra
Olimpico 1 Tre feriti per colpi di pistola a Roma, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, in una giornata segnata da incidenti e caos. Un ultrà della Roma, Daniele De Santis, anche lui ferito e ricoverato in ospedale con una gamba rotta, accusato di aver fatto fuoco: per lui in nottata è scattato il fermo.Gli spari nel pomeriggio, nei pressi di Viale Tor di Quinto, vicino allo stadio Olimpico. Vittime tre tifosi napoletani: uno dei tre, Ciro Esposito, trentenne, è gravissimo. Un proiettile ha raggiunto la colonna vertebrale ed è stato estratto durante un delicato intervento chirurgico. Gli altri coinvolti sono un uomo di 43 anni, colpito alla mano destra ed uno di 32 anni, colpito ad un braccio e ad una mano. I feriti sono stati soccorsi dalla polizia, che ha anche recuperato la pistola che ha sparato.A notte non era ancora del tutto chiara la dinamica. La questura in un primo momento aveva fatto sapere che il ferimento non sarebbe da «collegare a scontri tra tifosi, ma avrebbe cause occasionali». però, con il passar del tempo, ha preso piede e si è concretizzata la pista della lite tra ultrà che è poi drammaticamente degenerata.I fatti si sono verificati nei pressi di un’area verde - dove c’è il Ciak, un ex locale - vicino allo stadio Olimpico. Qui, secondo la dinamica al momento più accreditata, un gruppetto di tifosi del Napoli avrebbe travolto il chiosco gestito da Daniele De Santis il quale, a detta di alcuni testimoni visibilmente alterato («Abbiamo visto questo ragazzo enorme, grassissimo e pelato, era ubriaco, barcollava, ma urlava come un pazzo “vi ammazzo tutti, vi ammazzo tutti”»), avrebbe fatto fuoco.
Olimpico 2 «Un derby sospeso, arresti a ripetizione e quell’abbreviazione “Spqr” tatuata sulle dita che ieri sera avrebbero premuto il grilletto di una calibro 7.65 per ben sei volte contro i tifosi del Napoli. Daniele De Santis, «una testa calda, pronta a dare di matto da un momento all’altro» secondo i poliziotti che sono intervenuti ieri sera in viale di Tor di Quinto e lo hanno interrogato per tutta la notte al pronto soccorso del policlinico Gemelli, ha sempre fatto di tutto per non passare inosservato. E anche se ieri ha ripetuto «non sono stato io, un altro ha sparato», al suo nome si ricollegano pagine e pagine di cronaca da stadio. Nel 1996 “Gastone” (così lo chiamano gli amici in curva) viene arrestato insieme ad altri boss della Sud per minacce all’allora presidente della Roma Franco Sensi: in quella retata di 18 anni fa furono arrestati sette leader della curva appartenenti ai “Boys” e al gruppo “Frangia ostile”. Ma il precedente più eclatante è quello del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004. Insieme ad altri sei capi ultrà, De Santis scavalca il recinto di gioco: per lui e per chi lo accompagnava la stracittadina andava sospesa. Secondo i leader delle curve, un bambino era stato investito da un mezzo della polizia: una voce infondata che si trasformò in una vera e propria dimostrazione di forza da parte delle due tifoserie estreme. Per la serie «decidiamo noi se e quando si gioca». Ogni ipotesi di reato, da quella di violenza privata a istigazione a disobbedire le leggi dello Stato, passando per il complotto, è finita però prescritta. Dalla possibile condanna alla completa riabilitazione: Daniele De Santis, oggi 48enne con agganci nel mondo dell’estrema destra, sembrava essersi rimesso in riga. E da qualche tempo era conosciuto da tutti come il gestore del chiosco con vista sui campi di calcetto del parco di Tor di Quinto. Fino a ieri sera, fino a quei sei colpi di pistola e al viaggio fino al pronto soccorso del Gemelli con una tibia spezzata (Rep).
Marche La bomba d’acqua che ieri si è abbattuta sulle Marche, oltre 170 millimetri di pioggia caduti in poche ore, ha danneggiato strade, ponti, aziende e case. Due fiumi e un torrente hanno rotto gli argini invadendo strade e campagne portando distruzione e morte. La regione tra allagamenti e frane è in ginocchio, il governatore Spacca ha chiesto lo stato di calamità e il premier Renzi ha risposto assicurando interventi del governo. La situazione più grave tra Jesi e Senigallia. Proprio Senigallia è diventata una città divisa in due, senza elettricità fino a tarda sera, tra strade interrotte e caselli della A14 chiusi. Qui è morto un pensionato, trascinato via dalla corrente nella sua abitazione di Borgo Bicchia. Un altro ottantenne, colpito da infarto nel borgo di Pongelli, è spirato prima che i soccorritori, bloccati dal fango, riuscissero ad entrare nella sua casa calandosi da un elicottero. L’allarme continua, le previsioni meteo non parlano di miglioramenti fino a lunedì e il vento contrario che soffia dal mare, e impedisce l’assorbimento delle masse d’acqua portate dai fiumi.
Ricchezza 1 Secondo il Censis poco meno di 2 mila italiani ricchissimi dispongano di un patrimonio superiore a 169 miliardi di euro. Cioè lo 0,003% degli italiani possiede una ricchezza pari a quella del 4,5%. E i dieci italiani più ricchi si spartiscono 75 miliardi di euro, immobili esclusi. Quasi ciò su cui può contare in tutto mezzo milione di famiglie di operai. Non solo: se l’1% dei “top earner” guadagna oltre 102 mila euro netti l’anno, la media degli italiani raggiunge a malapena i 15 mila euro (Piccolillo, Cds).
Ricchezza 2 «Ma come è potuto accadere? Secondo il Censis rispetto a dodici anni fa, i redditi familiari annui degli operai sono diminuiti, in termini reali, del 17,9%, quelli degli impiegati del 12%, quelli degli imprenditori del 3,7%. Oggi il patrimonio di un dirigente è pari a 5-6 volte quello di un operaio. Mentre 20 anni fa era pari a circa 3 volte. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent’anni fa). Quello di un imprenditore è pari a oltre 3 volte quello di un operaio (2,9 volte vent’anni fa). Mentre è rimasta sostanzialmente stabile la quota di reddito dei «top earner»: circa 414 mila contribuenti» (ibidem).
Bonus Se arriverà il bonus deciso da Renzi, secondo la stima Censis, 2,2 milioni di beneficiari impiegheranno tutti gli 80 euro mensili in consumi, per una spesa pari a 1,5 miliardi di euro negli otto mesi. Altri 2,7 milioni li spenderanno solo in parte per consumi, per un valore di 1,2 miliardi di euro, altri 5 milioni lo useranno per pagare bollette, debiti o altro. Qualora la misura risulti permanente, però, l’incremento della spesa per consumi nei prossimi otto mesi sarà superiore a 3,1 miliardi di euro: circa il 15% in più. In questo caso le persone che destinerebbero gli 80 euro ai consumi sarebbero circa un milione in più (ibidem).
Burger King Burger King ha chiuso in fretta e furia due ristoranti in Germania dopo un’inchiesta televisiva per il canale Rtl realizzata dal più celebre dei giornalisti investigativi europei, Günter Wallraff, che da decenni si traveste — da turco, da africano, da operaio assunto sottocosto, da homeless — per denunciare le ingiustizie nel suo paese. Cosa aveva scoperto Wallraff: «La Yildiz (l’azienda che gestisce quelle filiali di Burger King in franchising, ndr ) ha emesso una precisa direttiva, secondo cui non deve essere gettato via più dello 0,2 per cento dei cibi e di usare tutto il resto anche se è in condizioni disgustose. Abbiamo visto e filmato cibi deteriorati in modo nauseante, contenevano colibatteri e altri batteri dannosissimi per l’apparato digerente. Abbiamo raccolto prove di casi di ospiti finiti in ospedale. Insomma, come la carne sulla Potemkin. Abbiamo anche visto e filmato filiali senza detersivi né lavastoviglie funzionanti. I dipendenti dovevano persino servire cibo anche se era caduto in terra. In più, i ritmi di lavoro nei Burger King sono disumani» (Tarquini, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)