2 maggio 2014
Tags : Sandro Mariotti
Biografia di Sandro Mariotti
• Aiutante di camera di papa Francesco. Prima di papa Benedetto XVI (dal 2012, prese il posto di Paolo Gabriele).
• «Un metro e novanta di generosità e simpatia. (…) Detto Sandrone, l’aiutante di camera di papa Francesco. Tutte le mattine parte all’alba da Castel Gandolfo (un paese a 25 chilometri da Roma dove, tra l’altro, c’è la residenza estiva del papa) e lascia la moglie e i due figli per arrivare entro le sette a Casa Santa Marta, dove abita il papa. Sandrone è la persona più vicina al pontefice, una sorta di angelo custode che lo assiste in tutte le necessità quotidiane: controlla e tiene in ordine il suo guardaroba, lo accompagna nei viaggi e prende il suo bagaglio (compresa la famosa borsa nera con i documenti, nelle rare occasioni in cui Bergoglio non la porta da solo). Inoltre gli sta accanto durante le udienze e gli incontri ufficiali per raccogliere i doni offerti al pontefice e per porgere i rosari e le medaglie che il papa a sua volta regala ai suoi ospiti, e infine gli porge i testi dei discorsi ufficiali. (…) L’eredità assunta da Sandrone non è stata facile, soprattutto all’inizio. Ha dovuto prendere infatti il posto di Paolo Gabriele, ribattezzato dalla stampa “il corvo”, il maggiordomo di Benedetto XVI arrestato nel maggio 2012 e poi condannato per aver sottratto e fotocopiato lettere e documenti riservati del pontefice per poi passarli alla stampa. Mariotti, peraltro, non era un volto sconosciuto per Joseph Ratzinger né per il suo segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein: lo conoscevano già perché si era occupato della ristrutturazione e dell’arredamento dell’appartamento pontificio, quando Benedetto XVI era stato eletto. Sandrone era infatti uno degli addetti alla Floreria, la struttura che custodisce arredi e suppellettili destinati al palazzo apostolico, si occupa dell’allestimento e degli addobbi (anche floreali) delle cerimonie papali e conserva in uno speciale magazzino tutti i doni che il pontefice riceve quotidianamente. (…)» (Ignazio Ingrao) [Il mio Papa 26/3/2014].