30 aprile 2014
Tags : Massimo Zennaro
Biografia di Massimo Zennaro
• Padova 1973. Portavoce dell’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, si dimise nel settembre 2011 dopo la gaffe sui neutrini e il tunnel «tra la Svizzera e il Gran Sasso». Diventato consulente di Barbara Berlusconi al Milan, secondo quanto dichiarato da Dagospia nel novembre 2013 sarebbe stato indagato dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio nello scandalo delle «pillole del sapere»: «un progetto del valore di circa 900 mila euro pagato in più tranche. Un business che sarebbe stato aggiudicato ad arte. Il Miur avrebbe acquistato a un prezzo 39 volte più alto di quello di mercato dei video destinati alle scuole con la complicità di una cricca di dirigenti» (Dag 14/11/2013).
• «Una figuraccia da annali della seconda repubblica, quella inanellata da Mariastella Gelmini sui neutrini fra il Cern di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso. Un troppo solerte addetto stampa, non appena la notizia della scoperta (ancora da verificare del tutto) era stata battuta dalle agenzie, le ha sottoposto un comunicato in cui le si faceva ricordare come il contributo del ministero per la realizzazione dell’esperimento ammontasse a oltre 40 milioni di euro. Col piccolo dettaglio che le microparticelle più veloci venivano fatte transitare in un ipotetico tunnel fra i due laboratori distanti oltre 730 chilometri. Gaffe che ha prodotto un’ondata di scherno e di ilarità all’indirizzo della ministra, sbeffeggiata anche in rete. Nessuno si è però domandato chi le abbia confezionato un simile scivolone, ché anche il più acerrimo nemico politico è disposto ad ammettere che i comunicati la ministra non se li fa da sé. La responsabilità della gaffe spaziale dovrebbe allora essere del suo fido portavoce, Massimo Zennaro (…). La Gelmini ne aveva apprezzato le doti professionali quando si ritrovò a coordinare Forza Italia in Lombardia. (…) Quando, nel settembre 2008, nominò Zennaro come direttore generale alla comunicazione, con 156 mila euro lordi di stipendio, furono in molti a storcere la bocca: laurea in Scienze politiche, il portavoce poteva vantare solo un’esperienza come responsabile della comunicazione alle Politiche sociali del comune di Milano (…) e poi come direttore vicario della presidenza del Consiglio comunale. Ma tant’è la ministra lo volle a Roma e lui debuttò sulla piazza ministeriale in gran scioltezza. Riconoscibilissimo, perché la tallonava dappresso come un disturbatore-tv alla Gabriele Paolini e per il suo aspetto inconfondibile: capello biondo e un po’ lungo sul collo, spesso ravviato all’indietro, abito scuro preferibilmente gessato. Con esordi difficili. (…) Ma il portavoce continuava a godere della stima della ministra, forse soddisfatta della strategia: poche, pochissime interviste e in genere in contesti amici» (Goffredo Pistelli) [Iog 27/9/2011].