29 aprile 2014
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Biografia di Davide Astori
• San Giovanni Bianco (Bergamo) 7 gennaio 1987 - Udine 4 marzo 2018. Calciatore. Difensore. Da ultimo della Fiorentina, di cui è stato capitano. In precedenza al Cagliari e alla Roma. Esordio in Nazionale il 29 marzo 2011 in amichevole contro l’Ucraina. In totale 14 presenze e un gol con la maglia azzurra.
• Centrale difensivo mancino, cresciuto nelle giovanili del Milan, due stagioni in Serie C1 prima con il Pizzighettone poi con la Cremonese, dal 2008 al 2014 al Cagliari, poi una deludente stagione alla Roma, quindi nel 2015 l’approdo alla Fiorentina, con cui ha giocato 91 partite, realizzando 3 gol.
• «Era gentile ed educato, era un giocatore che non conosceva l’arroganza [...] Sorrideva sempre e ti stringeva forte la mano, magari per parlare del disco di Ligabue o del prossimo viaggio in Oriente. Di sicuro Astori avrebbe potuto ottenere di più dalla sua carriera da calciatore. Ma nei suoi occhi non c’era nessun rimpianto. Anzi, a Firenze aveva trovato la terra fertile della sua felicità» [Benedetto Ferrara, Rep 5/3/2018].
• «Ai miei tempi ero un buon studente, anche perché giocavo nelle giovanili del Milan, ed essere bravi con i libri era quasi più importante che esserlo in campo» [Csp 27/2/2014].
• «Era un leader silenzioso. “Parlo quando devo”, diceva. Un giocatore di altri tempi. Serio, garbato, deciso, senza tatuaggi da ostentare. Un punto di riferimento per i nuovi e anche per i vecchi. In campo spiegava, aiutava, suggeriva, sia all’esperto Pezzella che al giovane Milenkovic o al brasiliano Victor Hugo, difensori come lui. Ma c’è anche la dimensione privata, che aveva conquistato il cuore della polemica e irrequieta Firenze. Spesso, dopo l’allenamento, Astori faceva tappa al Meyer, l’ospedale dei bambini. Sempre in prima fila nelle iniziative benefiche della società. Con il suo stile sobrio e discreto. Un passo indietro e uno in avanti» [Alessandro Bocci, CdS 5/3/2018].
• Massimiliano Allegri, che l’ha allenato al Cagliari, lo chiamava il «Tedesco», per la grande applicazione che metteva in ogni allenamento.
• Indossava il numero 13 per rendere omaggio al suo idolo Alessandro Nesta e perché, diceva, «quel numero mi porta fortuna».
• Sposato con Francesca Fioretti, ex concorrente del Grande Fratello, da cui ha avuto una figlia, Vittoria.
• Nel 2013 testimoniale della campagna contro il fumo dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica.
• Appassionato di design.
• Morto per un arresto cardiaco nel letto della camera d’alberto di Udine la notte prima di una partita con l’Udinese.
• «Ci sono tante differenze nella morte di Astori. Che è stato il primo grande calciatore ad essere morto nel suo letto, non sul campo. Come non fosse stato lo sport a ucciderlo, solo un’improvvisa stanchezza della vita. Che doveva firmare il giorno dopo il rinnovo del contratto per altri tre anni, il suo viaggio verso la fine della carriera. Che gli hanno scritto tweet da tutto il mondo decine e decine di grandi giocatori che non aveva mai conosciuto» [Mario Sconcerti, CdS 5/3/2018].