Fior da fiore, 29 aprile 2014
Ogni anno 180 miliardi di tasse evase • L’Europa boccia l’Italia in produttività • Sempre più donne a capo di aziende • Evaso l’uomo che uccise una skipper nel 1988 • Un giudice egiziano ha comminato 683 condanne di morte in un giorno • Il tormentone delle banane contro il razzismo • Il miglior ristorante al mondo è a Copenaghen
Evasione La Uil calcola che ogni anno vengono evase oltre 180 miliardi di imposte, pari a 15 miliardi al mese.
Produttività Uno studio della Ue dice che «il Tfp dell’Italia (total factor productivity, il fattore che calcola il peso dei vari fattori sulla produttività di un Paese, dal governo e la burocrazia alle tecnologia) si è allontanato significativamente da quello del resto dell’Eurozona, nel decennio che ha preceduto la crisi». Tra le cause, la scarsa efficienza dei governi: l’efficienza del governo italiano, calcolata intorno a quota 0,7 nel 1996, sfocia in un percorso del Tfp dal 1996 al 2007 che resta sotto lo zero (circa -0,2%) mentre la Finlandia arriva a quota 1,7%, l’Austria a 1,2%, e così via. Lo studio mette sotto accusa anche le tasse: «C’è la prova che tasse più alte sulle imprese possono ridurre l’imprenditorialità e la attività di ricerca e sviluppo, sfociando in un impatto negativo sul Tfp». Nel 1994 l’Italia ha una tassazione media vicina al 47%, e fra il 1994 e il 2007 non riesce a far crescere il suo Tfp dell’1%, mentre la Finlandia supera nello stesso periodo l’1,5%. Inoltre «i Paesi che spendono di più nella ricerca e nello sviluppo tendono a esibire più alti tassi di crescita nel loro Tfp. Quelli che invece hanno speso nella ricerca una parte minore del proprio Pil (ad esempio Spagna, Portogallo, Italia), hanno anche avuto un minore tasso medio di crescita durante il periodo che ha preceduto la crisi» (Offeddu, CdS).
Donne Rapporto del Censis: 7,6 milioni di donne italiane lavoratrici fanno la spesa, 7,5 milioni cucinano regolarmente, 5,4 milioni stirano, 3 milioni fanno attività di piccolo cucito. Sono oltre un milione quelle che si occupano direttamente dei piccoli problemi elettrici in casa, 900mila anche delle riparazioni idrauliche di lieve entità. Inoltre quasi un quarto delle imprese italiane ha ormai alla guida una donna, con un aumento di oltre 10mila unità in 2 anni. Cresce, più in generale, la presenza femminile nei posti di comando. Oggi, secondo il Censis, in Italia 6,2 milioni di lavoratori hanno un capo donna (e, di questi, 3,2 milioni sono uomini) e «il 67% dei lavoratori maschi con un capo donna ritiene che non ci siano differenze attribuibili al genere, mentre il 15% pensa che la donna capo sia addirittura meglio».
Catamarano È scappato dal carcere di Porto Azzurro, sull’Isola d’Elba, Filippo De Cristofaro, 60 anni, istruttore di danza condannato all’ergastolo per aver massacrato nel 1988 a colpi di machete la skipper anconetana Annarita Curina, 34 anni, per rubarle il catamarano e fuggire con una diciassettenne olandese di cui era innamorato. De Cristofaro era già evaso dal carcere milanese di Opera nel 2007: allora lo arrestarono a Utrecht, non lontano dalla casa della sua complice. Questa volta gli avevano dato un permesso premio di tre giorni, da trascorrere nella comunità Il Dialogo di Portoferraio. Lo stanno cercando dal 21 aprile, quando avrebbe dovuto rientrare in cella. L’allarme è scattato con ritardo: De Cristofaro avrebbe dovuto firmare il registro di presenza la mattina alle 10 al comando dei carabinieri di Portoferraio. Non l’ha fatto, ma la notizia del non rientro è arrivata all’ufficio del giudice di sorveglianza soltanto alle 22. Il delitto che ha fatto condannare De Cristofaro all’ergastolo avvenne il 10 giugno 1988: la skipper Annarita Curina, laureata in lingue alla Sorbona e appassionata di mare, affittò la sua barca (Arx) all’uomo allora trentaquattrenne, emigrato da Milano in Olanda, e alla sua fidanzatina olandese di 17 anni, Diana Beyer. La Curina avrebbe dovuto accompagnarli a Ibiza, ma subito dopo la colazione fu stordita con del valium sciolto nel caffè e somministrato da Diana, massacrata in coperta a colpi di machete da De Cristofaro e gettata in mare. Motivo dell’omicidio: i due avrebbero voluto mollare tutto e andarsene in Polinesia per vivere la storia d’amore. La barca fece una prima tappa a Porto San Giorgio, dove cambiò nome da Arx a Fly2 e dove salì a bordo un amico olandese. La fuga finì, quaranta giorni dopo il delitto, in Tunisia, dove i tre tentarono di scappare a cavallo ma furono arrestati. Al processo De Cristofaro cercò di addossare la colpa alla minorenne: «Era gelosa di Annarita, l’ha stordita e poi accoltellata». Il corpo della skipper fu ripescato il 28 giugno al largo di Senigallia: il peschereccio “Azzurra 83”, issando le reti, trovò tra le maglie un cadavere avvolto in una coperta. Un’ancora legata alle caviglie a zavorrarlo.
Egitto In Egitto ieri, nell’arco di una mattinata, un giudice del Tribunale di Minya, nell’Alto Egitto, ha comminato 683 condanne a morte a sospetti sostenitori dei Fratelli Musulmani, già dichiarati fuorilegge, per terrorismo e complotto contro lo Stato. Lo stesso giudice lo scorso 24 marzo aveva pronunciato 529 condanne a morte in un’unica udienza, senza ascoltare gli avvocati, i testimoni e senza aver mai interrogato gli accusati. Un altro giudice al Cairo ha ordinato la dissoluzione del Movimento 6 Aprile (cardine della rivolta in piazza Tahir contro Mubarak) per spionaggio e diffamazione dello Stato.
Banane Il calciatore Dani Alves, durante la partita Villareal-Barcellona, ha mangiato una banana lanciatagli da qualche tifoso razzista sugli spalti. Da quel momento è tutto un farsi fotografare con banane contro il razzismo. Il calciatore Neymar su Twitter ha lanciato l’hashtag “somos todos macacos” (siamo tutti scimmie) e si è fatto immortalare con il suo bambino e il frutto in mano. Lo hanno fatto anche il trio brasiliano del Chelsea Oscar, David Luiz e Willian, il ct dell’Italia Cesare Prandelli spalleggiato dal premier Matteo Renzi, Mario Balotelli, Roberto Carlos eccetera. Il tifoso del Villareal è stato espulso a vita dagli stadi.
Ristoranti Vincitori del The World’s Best 50 Restaurants (sponsor S. Pellegrino): al primo posto “Noma” di Copenaghen con il cuoco René Redzepi, al secondo “El Celler de Can Roca” di Girona (l’anno scorso al primo posto), al terzo “Osteria Francescana” di Massimo Bottura (stessa posizione dell’anno scorso. Altri italiani in classifica: “Le Calandre” di Massimiliano Alajmo (46°) e “Piazza Duomo” di Enrico Crippa (39°).
(a cura di Daria Egidi)