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 2014  aprile 28 Lunedì calendario

Una pioggia leggera, contrastata da un sole incerto, ha accompagnato gli ottocentomila pellegrini che hanno invaso Roma per la santificazione di Angelo Roncalli, ossia papa Giovanni XXIII, e di Karol Wojtyla, vale a dire papa Giovanni Paolo II

Una pioggia leggera, contrastata da un sole incerto, ha accompagnato gli ottocentomila pellegrini che hanno invaso Roma per la santificazione di Angelo Roncalli, ossia papa Giovanni XXIII, e di Karol Wojtyla, vale a dire papa Giovanni Paolo II.

Mi interessa sapere come li ha proclamati santi.
Il papa Francesco ha concelebrato col papa Benedetto XVI e, al momento culminante, ha pronunciato le seguenti parole: «Ad onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo Santi i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e li iscriviamo nell’Albo dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i Santi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». È seguita un’ovazione, e l’abbraccio tra Francesco e Benedetto.  

Che cosa sono le cinque piaghe della misericordia?
Le due ai piedi, le due alle mani, quella al costato. Si possono pregare altrettante devozioni alle cinque piaghe (anzi, Cinque Piaghe).  

• La doppia santificazione è stato un formidabile spot alla Chiesa, ai suoi riti, ai suoi miti.
Francesco ha sapientemente accelerato l’iter della santificazione di Wojtyla per farlo coincidere con quello di Giovanni e organizzare questa grande festa nella Domenica della Misericordia, Ottava dopo Pasqua. La informo che sono in corso di santificazione anche Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo I. Innalzati questi tre, mancheranno ai Santi del Paradiso, tra i pontefici del Novecento, solo Benedetto XV e Pio XI. Giustamente il teologo Vito Mancuso ha scritto che la cosa «lascia la memoria di questi due in grave imbarazzo».  

Che cosa diciamo dei due nuovi santi?
Roncalli venne eletto il 28 ottobre del 1958. Aveva 77 anni. Pio XII, il predecessore, era stato un papa severo, austero, aristocratico, implacabilmente di destra, che aveva persino tentato, nella convinta lotta all’avanzata del comunismo, di mettere insieme missini e democristiani, ricevendo un secco rifiuto da De Gasperi (la Dc era più laica di quanto siamo abituati a credere). Si disse allora che il nuovo pontefice, così carico d’anni, era un "papa di transizione", essendo forti nella Chiesa i contrasti tra le varie correnti: queste varie correnti, scegliendo un pontefice dalla vita inevitabilmente breve, avrebbero solo rinviato il regolamento di conti al loro interno. In realtà, i diari di Giovanni mostrano che egli era consapevole del destino che l’attendeva e che operò per assecondarlo. Frenò i consensi sull’armeno Agagianian, e al terzo giorno fu eletto. La sua voca calda, amicale, pastosa, accogliente - confrontata con quella angosciosa di Pacelli - annunciò al mondo che non si trattava affatto di una transizione, ma di una svolta. In Italia Fanfani si sentì autorizzato ad aprire ai socialisti («Vede quei due uomini che camminano laggiù? - gli avrebbe detto Roncalli, mentre i due stavano affacciati al finestrino di un treno - Non ha troppa importanza da dove vengono. Quello che conta è dove vanno»), in America entrò per la prima volta alla Casa Bianca un cattolico (era Kennedy), e quanto al mondo il nuovo Papa lo convocò a Roma per il Concilio Vaticano II, un’assemblea che nelle intenzioni di Roncalli avrebbe dovuto aprire il dialogo tra la Chiesa e il Mondo Moderno, chiuso a quattro mandate da Pio IX cent’anni prima. Pontificato breve (morì nel 1963), ma grande papa, qualunque cosa si pensi. La sua canonizzazione è oggi contestata dai cattolici di destra che lo accusano di aver aperto la strada al comunismo (su queste critiche si innesta l’altro dibattito, se le canonizzazioni siano criticabili, se l’infallibilità papale valga anche in questi casi, ecc.)  

• Giovanni Paolo II sembrerebbe, allora, quello che il comunismo l’ha fatto cadere.
È così infatti. Primo papa straniero dai tempi dell’olandese Adriano VI (1522-1523), pontificato lunghissimo (1978-2005) fu attraverso l’apoteosi della chiesa polacca elemento decisivo della dissoluzione dell’Urss, della caduta del muro, della fine del comunismo e dei comunismi. Questa è la parte grandiosa della sua azione, anche se oggi c’è un sempre più diffuso rimpianto per il mondo bipolare (Usa-Urss), la cui fine ha in poco tempo precipitato il pianeta in una delle crisi più gravi della sua storia, crisi morale, crisi politica, crisi economica. Terrorismi islamici e, proprio in questa ore, rischio di un terzo conflitto mondiale. I contestatori di Wojtyla ricordano anche i suoi silenzi sui preti pedofili, la copertura offerta alle malefatte di Marcinkus (il caso di Emanuela Orlandi), la sua complicità coi malaffari della banca vaticana e, in definitiva, la condizione in cui lasciò la Chiesa a Benedetto XVI, costretto, per scuoterla, a dimettersi dopo pochi anni. Grosse questioni, e a noi forse troppo vicine per essere capite fino in fondo. I due sono santi. Se ci crede, rivolga loro qualche preghiera.