27 aprile 2014
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Biografia di Peppino Garibaldi
Melbourne (Australia) 29 luglio 1879 – Roma 19 maggio 1950. Nipote di Giuseppe Garibaldi, imprenditore, combattente giramondo. Al termine della Prima guerra mondiale, generale di brigata dell’esercito italiano. • Primogenito di Ricciotti Garibaldi (quarto e ultimo figlio di Giuseppe e Anita) e di Constance Hopcraft, inglese, che ebbero altri nove figli. Chiamato Giuseppe in onore del nonno. Nel 1897, a 18 anni, interruppe gli studi tecnici a Fermo per seguire il padre e combattere al fianco dei greci che si erano ribellati all’Impero Ottomano. L’anno successivo, dopo aver preso il diploma, partì per il Sudamerica e si stabilì a Buenos Aires. Altri viaggi, a New York e Montevideo, poi combatté in Sudafrica a fianco dei britannici nella guerra anglo-boera, nel 1903, in Venezuela contro il dittatore Cipriano Castro, in Messico a fianco dei rivoluzionari contro il dittatore Porfirio Diaz, nel 1912 di nuovo in Grecia.
• Dopo un soggiorno di due anni negli Stati Uniti, rientrò in Europa per partecipare alla guerra. Nell’autunno del 1914 diede vita in Francia, insieme a cinque dei suoi fratelli, a una Legione garibaldina, corpo di volontari italiani inquadrato nella Legione straniera francese. Ne assunse il comando con il grado di tenente colonnello dell’esercito francese. La Legione garibaldina fu impegnata sul fronte occidentale, in Alsazia e nell’Argonne. Su questi campi di battaglia Garibaldi perse due fratelli, Bruno e Costante. Decimata dai numerosi combattimenti (circa 300 morti, 400 feriti e molti altri colpiti da malattia), il 6 marzo 1915 la Legione garibaldina venne sciolta.
• All’entrata in guerra dell’Italia, Garibaldi si arruolò nella brigata Alpi, erede dei “Cacciatori delle Alpi” istituiti dal nonno. Da subito in evidenza per il coraggio e le capacità di comando, nell’autunno 1915, sulle Dolomiti, espugnò il villaggio di Panettone e prese il Col di Lana (che fu però ripreso dagli austriaci qualche giorno dopo). A questa operazione dedicò la copertina la Domenica del Corriere del 21 novembre. Altre battaglie in val di Fiemme e intorno alla Marmolada, poi, l’8 agosto 1917, fu nominato comandante della brigata Alpi, con la quale combatté anche, dopo la rotta di Caporetto, sul fronte del Piave. Nell’aprile del 1918 la Alpi fu quindi aggregata al corpo di spedizione italiano inviato in Francia, sul fronte occidentale.
• Terminata la guerra, fu nominato generale di brigata, ma rinunciò alla carriera militare per intraprendere attività commerciali, senza troppa fortuna, tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Ostile al regime fascista, partì per New York, dove sposò l’americana Maddalyn Nichols. Tornò in Italia, a Roma, nel 1940. Arrestato dai tedeschi dopo l’8 settembre e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Finita la guerra, rimase ad abitare a Roma con la moglie.