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 2014  aprile 27 Domenica calendario

Biografia di Fabio Filzi

Pisino d’Istria 20 novembre 1884 – Trento 12 luglio 1916. Irredentista, ufficiale nell’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale. Giustiziato dagli austriaci con l’accusa di alto tradimento. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. • Secondo di quattro figli maschi, studiò a Capodistria e a Rovereto (fino alla licenza liceale, nel 1902), centri in cui la famiglia si era di volta in volta stabilita seguendo gli spostamenti del padre, insegnante di filologia classica nei licei. A Rovereto, che faceva parte dell’Impero austro-ungarico ma era un centro di forti sentimenti irredentistici, maturò il suo impegno per la causa dell’indipendenza dalla dominazione asburgica ed ebbe i primi contatti con il movimento degli studenti irredentisti. Di questo periodo anche il primo incontro con Cesare Battisti, di nove anni più anziano di lui.
• Alla testa del movimento studentesco di Rovereto, che protestava contro il governo austriaco, nel 1904 era all’Università di Innsbruck per l’inaugurazione della facoltà italiana di Giurisprudenza, che fu occasione di gravi scontri tra austriaci e minoranza italiana. Nello stesso 1904 prestò servizio di leva a Salisburgo, 4° reggimento cacciatori, per essere congedato l’anno successivo con la sigla “P. U.”, ovvero «politicamente sospetto» (durante il servizio militare era stato messo sotto inchiesta, e poi assolto, con l’accusa di aver favorito la diserzione di un compagno d’armi italiano).
• Al ritorno alla vita civile si impegnò a fondo nella causa irredentista. A Trieste in particolare, dove s’era iscritto alla scuola commerciale superiore “Revoltella”, partecipò all’attività della Lega nazionale, della Società degli studenti trentini e della Giovane Trieste. «Non aveva la tempra dell’agitatore né l’eloquenza e l’abilità giornalistica o la lucida visione politica di un Battisti. Il suo impegno si traduceva interamente nell’azione e nello sforzo organizzativo e di coordinamento tra le varie componenti territoriali del movimento degli studenti italiani soggetti all’amministrazione austriaca» [Silvana Casmirri, Dizionario biografico degli italiani, Treccani 1997].
• A Trieste si laureò nel 1909, ma si era iscritto anche a Giurisprudenza a Graz, dove, nel 1906, aveva partecipato alle manifestazioni di protesta degli studenti italiani, che chiedevano concessioni in materia di politica scolastica al governo austriaco, rimanendo ferito negli scontri che erano seguiti. Ancora nel 1909, come presidente della Società degli studenti trentini, pronunciò a Rovereto un forte discorso antiaustriaco che costò lo scioglimento della società e l’obbligo per lui, ufficiale dell’esercito austriaco, di presentarsi davanti al tribunale militare. Alla fine di un lungo processo, giudicato indegno per «sentimenti antipatriottici e antimilitari», fu condannato alla degradazione.
• Dopo la laurea a Graz, nel 1910, ebbe diversi impieghi tra Rovereto e Trieste, spesso interrotti per motivi legati al suo credo irredentista, fino all’ultima attività di avvocato nello studio legale Piscel di Rovereto. Il 2 agosto 1914, in seguito alla mobilitazione generale ordinata in tutti i territori dell’Impero, partì come soldato semplice per Innsbruck. Destinato in un primo tempo alla prima linea sul fronte orientale, fu poi inviato in Val di Fiemme. Durante una licenza, organizzò con alcuni amici la diserzione e la fuga verso l’Italia. Il 15 novembre lasciò Rovereto per Padova, dove lavorò presso uno studio legale.
• Il 16 giugno 1915, poche settimane dopo l’entrata in guerra dell’Italia, presentò la domanda di arruolamento nel Regio esercito, con la richiesta di essere reintegrato nel grado che aveva avuto in quello austriaco. Richiesta accolta: il 15 ottobre fu nominato sottotenente presso il 6° reggimento alpini. Il 26 maggio 1916, nel pieno della battaglia degli altipiani, iniziata con la Strafexpedition austriaca, il sottotenente Filzi, che aveva chiesto di essere destinato alla prima linea, ricevette l’ordine di partire per la Vallarsa. Con il falso nome, come s’usava con gli irridenti, di Mario Brusarosco, fu assegnato a una compagnia del battaglione Vicenza comandata dal tenente Cesare Battisti.
• Al battaglione Vicenza fu ordinato un attacco a sorpresa sul massiccio del Pasubio, tra il 9 e il 10 luglio. Gli alpini in particolare dovevano conquistare il monte Corno e tenere la posizione con l’aiuto di altri reparti che sarebbero arrivati in un secondo momento. I rinforzi non arrivarono, l’azione fallì, molti italiani caddero sotto i colpi degli austriaci, molti furono fatti prigionieri. Fabio Filzi fu catturato, così come Cesare Battisti. Riconosciuto da un italiano della Val di Non in servizio nell’esercito austriaco, Brunetto Franceschini, fu condotto insieme a Battisti nel carcere di Trento. Il processo fu breve: la corte marziale li giudicò colpevoli di alto tradimento e li condannò a morte per impiccagione. Sentenza eseguita verso le 19.30 del 12 luglio 1916, nella fossa del castello del Buonconsiglio, a Trento.