26 aprile 2014
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Biografia di Francesco Baracca
Lugo di Romagna (Ravenna) 9 maggio 1888 – Nervesa della Battaglia (Treviso) 19 giugno 1918. Asso dell’aviazione. Abbattuto dopo aver vinto 34 duelli dell’aria durante la Prima guerra mondiale. Medaglia d’oro al valor militare.
• Uscito dalla Scuola militare di Modena con il grado di sottotenente di cavalleria, chiese e ottenne il passaggio all’aviazione militare. Brevetto di pilota nel 1912 a Reims, in Francia. Sempre in Francia si perfezionò nella guida degli eccellenti caccia Nieuport, distinguendosi presto nella tecnica acrobatica. Rientrato nel luglio 1915 in Italia, fu mandato subito al fronte, dove in quella fase della guerra l’aviazione austriaca era più avanzata di quella italiana (che non era ancora un corpo separato ma faceva parte dell’esercito).
• Il 7 aprile 1916 costrinse ad atterrare all’interno delle linee italiane un aereo di ricognizione austriaco: ottenne così la prima vittoria in duello, che fu anche la prima vittoria dell’aviazione italiana in assoluto e che gli valse una medaglia d’argento al valor militare. Nella primavera del 1917 passò nell’appena costituita 91ma squadriglia, che era formata dai migliori piloti della 70ma e fu chiamata per questo la “squadriglia degli assi”. Dotati dei moderni caccia Spad, ma all’occorrenza di un bombardamento anche dei più pesanti Caproni, i piloti della 91ma ottennero nel giro di pochi mesi numerosi successi. In testa Baracca, comandante della squadriglia, con 19 velivoli abbattuti da aprile alla fine di settembre nei cieli del Carso e delle Prealpi Giulie.
• Il primo aereo abbattuto gli valse una medaglia d’argento. Altre due ne ottenne per il suo impegno nella battaglia di Caporetto e durante la ritirata italiana. Per l’abbattimento del suo trentesimo aereo, il 7 dicembre 1917, ebbe la croce di ufficiale della Corona belga, che gli consegnò il re Alberto in persona il 6 febbraio 1918 sul campo di aviazione di Padova, e l’ultima medaglia d’argento commutata in oro.
• Divenne in poco tempo una delle figure più popolari della Grande guerra sul fronte italiano. Un mito alimentato dal fascino del nuovo mezzo e dell’impresa individuale e dalla sua stessa riconoscibilità: aveva un simbolo personale, un cavallino rampante dipinto sulla carlinga (che diventerà successivamente, proprio in omaggio a Baracca, il marchio scelto da Enzo Ferrari per le sue automobili).
• Il 15 giugno 1918 abbatté il suo 34° aereo. Il 19 giugno uscì al tramonto con altri due aerei della squadriglia per un’azione radente sul Montello, durante la battaglia del Solstizio. Il suo apparecchio fu colpito da due pallottole incendiarie di fucile, che perforarono il serbatoio. Una lo raggiunse alla testa. Qualcuno però ha avanzato anche l’ipotesi che si fosse sparato, una volta visto il suo aereo colpito. [Leggi qui l’articolo di Alessandro Marzo Magno]