24 aprile 2014
Tags : Franco Ciccio Sultano
Biografia di Franco Ciccio Sultano
• Torino 16 febbraio 1970, anche se è sempre vissuto a Vittoria (Ragusa). Cuoco. Due stelle Michelin (2000 e 2004). Dal 2000 è chef patron del ristorante Il Duomo a Ragusa Ibla.
• «La sua storia è quella di un self-made man, con un percorso dove tradizione e innovazione si incrociano in una spirale a doppia elica che costituisce il Dna della sua vita personale e dei suoi piatti. Siciliani si può nascere ovunque, anche a Torino “per sbaglio”, ci tiene precisare, “perché uno che ama come me la Sicilia e che si sente siciliano fino al midollo, solo per beffa può nascere a Torino”. La famiglia è originaria di Gela, ma la sua vita professionale ruota intorno alla provincia ragusana. Perde il papà da piccolo e, figlio unico (ha un fratello nato dalle seconde nozze della madre), a nove anni comincia a lavorare in campagna. Chef Sultano, come e quando la cucina incrocia la sua vita? “È una storia lunga. Dopo aver lavorato in campagna, ho fatto il muratore. A tredici anni e mezzo capisco che non fa per me. E scappo”. Dalla Sicilia? “No, da un lavoro che spacca le ossa. Comincio a lavorare alla Pasticceria Suite di Vittoria. Pochi mesi dopo tutti mi conoscono come Ciccio Suite. Ho fatto di tutto in quel posto, dall'american bar alla tavola calda. Per sette anni. Poi, mai contento dei miei traguardi, vado a lavorare in una spaghetteria notturna a Marina di Ragusa. In poco tempo la spaghetteria conosce la sua stagione di gloria. Per ignoranza mi sono messo a fare le cose così come andavano fatte. Senza improvvisare”» (Eleonora Lombardo) [Rep 2/1/2011].
• «La sua formazione ha fatto a meno dei percorsi istituzionali. Se ne è mai pentito? “Dico a mia figlia di studiare, ma vado fiero della mia educazione on the roads. Quando ho deciso di sposarmi - sono stato sposato, adesso non più - sono andato in Germania. La Germania è stata l'officina dove ho imparato a cucinare tutte le carni rosse. Nel frattempo nasce mia figlia Carola e, grazie a un parente, riesco ad avere un colloquio a New York, al ristorante di Lidia Bastianich. L'importante catena di ristoranti italiani”. Allora va a imparare in America e poi torna a cucinare in Sicilia? “Da Bastianich in sei mesi faccio una gavetta che vale tre anni qui. Una sera mi dissero 'Stasera serata fiacca, solo cento clienti'. In America è così, la cena è una tappa veloce che precede o segue qualcos' altro. Da noi, invece, è un evento che giustifica l'uscire di casa. Ecco perché i miei piatti devono fare divertire”» (Lombardo, cit.).
• Oltre alla cucina, suo unico hobby è la musica, di ogni genere. «Quando parlo di musica, è bene spiegare che oltre ad ascoltarla, a me piace fare il dj, la considero una sorta di voglia di donare felicità, al pari della cucina. Per me è un modo essenziale per scaricare la testa. Con le cuffie in testa, mi estraneo dal mondo, e sento solo il rimbombare del ritmo. Questo per me è relax allo stato puro» (Sabrina Cariddi) [Freetime febbraio/marzo 2014].
• «Se potessi cucinare per una persona vivente o defunta, cucinerei per i miei nonni defunti. Non hanno idea di cosa sia diventato. La mamma di mia mamma era davvero quella da cui ho ereditato la mia ambizione».
• «A 50 anni chiudo tutto e mi apro una fattoria eco-solidale. Ritorno alle origini. A meno che non arrivi la terza Stella Michelin, in quel caso resto aperto ancora qualche anno» (Lombardo, cit.).
• Vive con Gabriella Cicero e ha una figlia, Carola.