23 aprile 2014
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Biografia di Antonio Porsia
• Gorizia 1968. Amministratore delegato di Hbg (possiede l’1%, il 99% è di proprietà della lussemburghese Karal), uno dei dieci colossi del settore giochi e videopoker. «Il re del gioco d’azzardo legale». È stato assistente dell’ex ministro Francesco D’Onofrio e poi nella segreteria dell’ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu.
• «Proprio Porsia, scrive nel 2010 il Secolo XIX, è il manager che per primo capisce “le potenzialità del tombolone del nuovo millennio” e apre “diverse sale al Sud”. (…) Dopo il Bingo tocca ai videopoker, che dalle mani della criminalità organizzata passano a quelle dello Stato, a patto che siano collegati con il cervellone centrale gestito dalla Sogei, la società di servizi informatici del ministero dell’Economia, per verificare che il 75% di quanto incassano venga restituito al giocatore. Qualcuno, però, fa il furbo. Delle 200 mila macchinette ne sono collegate solo 130 mila. E la Corte dei conti, nel 2008, stabilisce in 98 miliardi (50 euro per ogni ora di mancato collegamento) il giusto risarcimento che lo Stato avrebbe dovuto pretendere dai re delle slot machine come Atlantis/B-plus (“Che fa capo all’ex latitante Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo, sospettato di essere stato anni fa in affari con il clan Santapaola”, ricorda Dagospia), Cogetech, Snai, Lottomatica, Cirsa, Codere, Sisal, Gmatica, Gamenet e appunto Hbg, che dovrebbe pagare 11 miliardi. Il 17 febbraio 2012 la Corte dei conti condanna le concessionarie e due dirigenti dei Monopoli a risarcire 2,5 miliardi (150 milioni alla sola Hbg). Letta (…) fa lo sconto: bastano 700 milioni» (Felice Manti) [Grn 15/11/2013].