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 2009  maggio 25 Lunedì calendario

Nella partita Opel la Merkel tifa Fiat, al contrario di tutti gli altri…• Lei infatti l’altro giorno aveva detto di non credere troppo al profluvio di dichiarazioni in favore dell’altra, come si chiama?, Magna

Nella partita Opel la Merkel tifa Fiat, al contrario di tutti gli altri…

• Lei infatti l’altro giorno aveva detto di non credere troppo al profluvio di dichiarazioni in favore dell’altra, come si chiama?, Magna...
Anche l’appoggio della Merkel, però, è tutto politico. Il piano Magna prevede 2500 esuberi in Germania e 2200 di questi concentrati nello stabilimento di Bochum, nel Nord-Reno Westfalia. Terra di voto democristiano, dove primeggia l’alleato della Merkel Jürgen Rüttgen, un cristianodemocratico di sinistra. Marchionne l’ha incontrato una settimana fa e gli ha garantito che nella sua zona non ci saranno tagli. In altri termini: quelli di Magna hanno l’appoggio dei socialdemocratici (che stanno con i sindacati e con i russi), quelli di Fiat sono appoggiati, con meno clamore, dalla Cdu. In generale, i giornali e i tedeschi hanno gli italiani in antipatia e preferirebbero qualche altra soluzione. I russi? Perché no. I tedeschi comprano gas da Putin e in questo modo i loro soldi rientrerebbero in patria. Il fatto che Magna sia una copertura per il finanziere Deripaska non gli fa nessuna impressione. Ieri Marco Ferrante sul Riformista ha scritto che la Germania, in questa storia, somiglia parecchio all’Italia.

• Quando finirà questa storia?
Secondo me dopo il voto, cioè dopo il 27 settembre. Ieri il ministro dell’Economia, Karl Theodor zu Guttenberg (Cdu), ha detto che tutt’e tre le offerte ricevute finora sono insufficienti (la terza è quella del fondo americano Ripplewood). «Un’insolvenza regolata sarebbe chiaramente la soluzione migliore», ha detto il ministro. Significa che si tratta di aspettare almeno fino al 30 giugno, cioè in sequenza: fallimento di Gmil vero padrone di Opel -, mancato accordo tra tedeschi e i tre pretendenti, quindi prestito di un miliardo e mezzo da parte del governo e vendita progressiva degli asset a chi se li vuole comprare. L’asta prenderebbe più o meno tutta l’estate. Marchionne potrebbe portare a casa la motoristica e lasciare impianti e marchio ai russi. Parecchi esperti dicono che la Fiat sta giocando la partita su Opel soprattutto per avere da Gm il Sudamerica, l’unico posto al mondo – pare – dove i fabbricanti di automobili fanno profitti. Il mercato russo, che tanto piace a politici e sindacalisti tedeschi, sarebbe una tragedia: Marchionne ieri in un’intervista allo Spiegel ha ricordato che è crollato del 50% negli ultimi sei mesi «e non può assorbire le scorte di Opel senza mettere a rischio l’industria locale». Cioè l’alleanza Scroeder-Deripaska finirebbe per mettere uno contro l’altro lavoratori russi e lavoratori tedeschi.


• Ho sentito alla tv che Marchionne ha risposto a brutto muso al partito anti italiano di quel Paese.
Sì, sempre allo Spiegel, ha detto: «Non chiedo l’elemosina. Se Opel non ci vuole, non cadrò per questo in depressione ». Ha aggiunto, sul piano Magna: «Se uno dei miei venisse da me con un piano simile il giorno dopo si ritroverebbe senza lavoro». Poi, all’edizione domenicale della Bild, ha garantito non più di duemila esuberi in tutta la Germania e la presenza del sindacato nel Consiglio di sorveglianza (la cosiddetta Mitbestimmung).


• Si possono sapere, con chiarezza, le differenze tra l’offerta Fiat e quella Magna?
Fiat annuncia «meno di diecimila tagli» in tutta Europa e spalmati su molti anni. Nella nuova società Fiat Auto-Opel, una quota andrebbe a Gm, più alta se Gm cederà le sue attività in America Latina. Garanzia sui debiti pensionistici di Opel per 4 miliardi e impegno a restituire la garanzie statali (47 miliardi) in cinque anni. Fiat Auto-Opel sarebbe il secondo gruppo automobilistico europeo, con sinergie immediate per 600 milioni e, dal 2015, per 1,4 miliardi. Utili di 2,4 miliardi già nel 2011. Esborsi in contanti, zero. Ma promessa di investimenti nel centro ricerche Opel.


• E Magna?
Diecimila tagli in Europa, di cui 2200 a Bochum. Nella nuova società Magna-Opel le quote sarebbero divise così: Gm e soci russi 35% ciascuno, Magna 20%, dipendenti 10%. Garanzia sulle pensioni solo parziale. Secondo Die Zeit, non riconoscerebbe dividendo agli azionisti fino a che il debito con lo Stato non fosse ripagato. Il 2% degli utili futuri in beneficenza. Promessa di vendere più di un milione di macchine in Russia, investimenti per 700 milioni, forte sviluppo all’attività di service in modo da saturare gli impianti.