22 aprile 2014
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Biografia di Alberto Pollio
Caserta 21 aprile 1852 – Torino 1 luglio 1914. Militare di carriera fino al grado di tenente generale. Capo di stato maggiore dell’esercito dal 1908 alla morte. Senatore dal 1912.• A otto anni al collegio militare Nunziatella di Napoli, nel 1866 passò alla scuola militare di fanteria e cavalleria di Modena, quindi alla scuola di applicazione di artiglieria di Torino, dalla quale uscì nel 1870 come sottotenente. Carriera militare percorsa fino ai massimi gradi (colonnello nel 1893, maggiore generale nel 1900, tenente generale nel 1906) ma non partecipò mai direttamente ad alcuna campagna di guerra. Aiutante di campo del re dal 1887, dal 1893 al ’97 addetto militare dell’ambasciata italiana di Vienna.
• Nominato il 14 giugno 1908 capo di stato maggiore dell’esercito: Vittorio Emanuele III lo scelse su suggerimento di Giolitti, preferendolo al candidato più accreditato, il generale Cadorna, che, quando era quasi certa la sua nomina, pose la questione dell’effettivo comando supremo in caso di guerra (per lo statuto albertino, il re era il capo effettivo), urtando in questo modo la suscettibilità del sovrano. In carica, Pollio riformò l’ordinamento dell’esercito e collaborò con il ministro della Guerra Paolo Spingardi alla legge che nel 1910 introdusse il servizio di leva di due anni. Il nuovo ordinamento prevedeva: dodici corpi d’armata e 25 divisioni territoriali, con 96 reggimenti di fanteria, 12 bersaglieri e 8 alpini (362 battaglioni di fanteria in totale), 29 reggimenti di cavalleria, 36 reggimenti di artiglieria da campagna, 2 da montagna e 1 a cavallo (258 batterie di piccolo calibro su sei pezzi), 2 reggimenti di artiglieria pesante campale e 10 di artiglieria da fortezza, 6 reggimenti e 84 compagnie delle varie specialità del genio, servizi di sanità e una complessa organizzazione per i rifornimenti. Riorganizzò la difesa alpina orientale e preparò l'impresa di Libia (1911-12). Nell’aprile 1913 elaborò anche un programma di potenziamento che mirava alla costituzione di 31 squadriglie aeree.
• Convinto sostenitore dell’alleanza con gli imperi centrali, ebbe ottimi rapporti con i suoi omologhi, l’austriaco Franz Conrad von Hötzendorf e il tedesco Ludwig von Moltke: nell’estate del 1913 partecipò alle manovre dell’esercito tedesco in Slesia e più volte assicurò alla Germania l’invio di divisioni di rinforzo italiane nel caso di un conflitto con la Francia. Sposò un’austriaca dell’aristocrazia ebraica, Eleonora Gormasz, dalla quale ebbe due figlie, Margherita e Renata. La sorella della moglie, Adele, prima della guerra fu coinvolta in un caso di spionaggio, per cui fu anche arrestata: si diceva che attirasse alti ufficiali nelle suite dei grandi alberghi di Roma per carpire segreti militari da passare poi all’Austria. «La cultura di Pollio è veramente controversa: non è affatto un cattolico dichiarato; ha sentimenti filosemiti a ragione della moglie; è imbevuto di cultura mitteleuropea; è massone; ma è anche ben contento della violenta repressione della piazza milanese nel maggio 1898, alla quale partecipa in quanto comandante del 40° reggimento di fanteria. In tutte queste sfaccettature rispecchia il mentore di un tempo: Crispi» [Andrea Vento, In silenzio soffrite e gioite, il Saggiatore 2010].
• Cultore di storia militare, pubblicò uno studio sulla battaglia di Custoza e uno su Waterloo. Sofferente da tempo di miocardite, morì in una camera d’albergo a Torino tre giorni dopo l’attentato di Sarajevo. La sua costante posizione filoaustriaca fece sorgere qualche congettura in merito a una cospirazione per toglierlo di mezzo. Ipotesi non suffragata da prove convincenti.