22 aprile 2014
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Biografia di Claudia Parzani
• Brescia 7 giugno 1971. Avvocato. Unica partner donna dello studio Linkiaters a Milano, gestisce il settore dei mercati finanziari per l’Italia ed è responsabile del lusso a livello globale. Già miglior avvocato donna del 2012 secondo TopLegal, è stata inserita dal Financial Times tra i dieci legali più innovativi d’Europa (scelta tra più di 600 segnalazioni da 100 studi legali). Da giugno 2013 presidente dell’associazione Valore D, che riunisce 86 grandi aziende per la promozione del talento femminile.
• Madre casalinga e padre imprenditore, da bambina «aveva due certezze: da grande sarebbe diventata avvocato occupandosi di diritto societario e non avrebbe mai fatto le pulizie di casa (“Ripetitivo e frustrante” dice ridendo). Di certo questa signora dai modi garbati ma dalla volontà di ferro non ha spolverato i mobili, anche se ha messo su casa e famiglia con marito e tre figlie: facendosi le ossa in importanti studi legali internazionali (dal 2007 è partner dello studio Linklaters), si è trovata a seguire operazioni bancarie storiche (e controverse) come l’acquisizione della Banca agricola mantovana da parte del Monte dei Paschi. E oggi è in prima linea su diverse ricapitalizzazioni bancarie. Risultato: il Financial Times l’ha inserita, unica donna, nella classifica dei 10 legali più innovativi d’Europa. “In occasione del terzo aumento di capitale dell’Unicredit è stata considerata innovativa per esempio la metodologia che ho applicato e che ha consentito alla banca, in un mercato altalenante, di gestire con flessibilità la finestra da prendere” spiega Parzani. Che di premi dal quotidiano britannico ne ha avuti due. Uno alla carriera e uno per il progetto “In the boardroom”, lanciato nel giugno 2012 in collaborazione con Ge Capital ed Egon Zehnder per formare in tre anni 270 donne da inserire nei consigli di amministrazione aziendali» (Raffaella Galvani) [Pan 5/12/2013].
• «Avevo 27 anni, lavoravo da Grimaldi Clifford Chance, a Milano. Dividevo la stanza con uno dei partner, un franco-inglese pazzesco. Mi diceva: “Claudiella, per quell’operazione guarda cosa fanno in Portogallo, per quell’altra dai un occhio in Francia”. E io accumulavo materiale e documenti, idee e competenze. La finanza di oggi nasceva in quegli anni. (…) Eravamo giovani e agguerriti. Nei Novanta ho fatto le mie prime Ipo (offerta pubblica iniziale, ndr) senza normativa. La legge sulle società di intermediazione mobiliare era il massimo che avevamo in Italia. Ma il clima era positivo: chiudevi l’affare in fretta e tutti ti battevano una mano sulla spalla» (a Francesca Gambarini) [Sty 1/2014].