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 2014  aprile 18 Venerdì calendario

Forse non scoppierà una guerra mondiale per colpa dell’Ucraina: ieri il vertice di Ginevra tra americani, russi, ucraini ed europei si è concluso bene, è stato firmato un accordo per allentare la tensione, è stato definito un percorso che dovrebbe portare la pace, insomma una volta tanto una buona notizia

Forse non scoppierà una guerra mondiale per colpa dell’Ucraina: ieri il vertice di Ginevra tra americani, russi, ucraini ed europei si è concluso bene, è stato firmato un accordo per allentare la tensione, è stato definito un percorso che dovrebbe portare la pace, insomma una volta tanto una buona notizia.

In che consiste l’accordo?Scioglimento dei gruppi armati illegali, riconsegna degli edifici governativi occupati, sgombero di strade e piazze presidiate, amnistia per i manifestanti tranne per quelli che si sono macchiati di gravi reati. I quattro firmatari dell’accordo (Kerry per gli americani, Lavrov per i russi, la Ashton per gli europei e Andrej Deschytsia per gli ucraini) hanno lasciato che a spiegare i termini dell’intesa fosse Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo. Lavrov ha detto che dovrà essere avviato un dialogo nazionale nel quale siano coinvolti tutti i gruppi e tutte le zone del Paese. Un ruolo guida di mediazione sarà affidato all’Osce (Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa).  

Chi ha vinto?
Ha vinto, o sta vincendo, Putin. Che, sotto sotto, ha dalla sua Cina e India, e una certa simpatia di tutto il Terzo Mondo già colonizzato dagli inglesi o dagli americani. Ha perso, e nettamente, il governo di Kiev, di cui risulta sempre meno accettabile l’origine golpista. E lo si dice senza voler cantare peana al fuggitivo crassatore, ma eletto regolarmente, Yanukovich. Però, come negare che il governo di Kiev, già in crisi politica ed economica, si trovi adesso alle prese anche con una gravissima crisi militare? I pochi reparti mandati ad Oriente per fronteggiare i russi in incognito e quelli ben presenti alla frontiera sono arrivati sul posto senza aver mangiato per quattro giorni, si sono fatti docilmente disarmare e neutralizzare dai civili che li hanno circondati, poi se ne sono tornati mestamente a casa. Gli ucraini hanno fatto volteggiare qualche caccia sui cieli di Donetsk, ma con un effetto penoso per gli osservatori: gli aerei, credendo con il loro rombo di spaventare chi sa chi, percorsa una traiettoria viravano su se stessi coprendo un’area risibile, simili più ai velivoli di qualche pattuglia acrobatica che a veri guardiani del territorio. D’altra parte Putin s’è mosso con la massima spregiudicatezza, alternando aperture a minacce e spedendo in Florida la Nikolaj Chiker, rimorchiatore che è al servizio in genere di almeno due sommergibili nucleari. C’erano davvero dei sommergibili nucleari russi nelle acque americane? Intanto la Nikolaj Chiker aveva evidenti istruzioni di farsi vedere, perché gli americani capissero che Putin non aveva paura neanche di gesti estremi.  

Sarebbe sbarcato negli Stati Uniti? Ma è un pazzo...
Ieri è apparso in televisione per rispondere alle domande dei cittadini. Lo fa una volta all’anno ed è un appuntamento di enorme successo (inutile dirle che la popolarità del presidente è alle stelle). Erano in attesa milioni di persone. Putin ha detto che è necessario dare ascolto alle proteste, alle sofferenze dei russi che vivono nell’Ucraina Orientale. Che cosa vogliono questi nostri concittadini? Una riforma costituzionale, sancita poi da un referendum e seguita dalle elezioni presidenziali. Desideriamo al massimo grado, ha aggiunto, risolvere la crisi per via diplomatica e non con le forze armate. Non ci sono soldati russi in Ucraina, mentre ce ne sono in Crimea. Una parte del discorso, di notevole portata, è stata dedicata all’Italia: «Un grande slancio verrà ai rapporti tra noi e l’Unione europea dal semestre di presidenza italiano. L’Italia è uno dei nostri partner tradizionali in Europa, è uno dei nostri partner economico-commerciali più importanti, la Russia dà un’enorme importanza alle relazioni con l’Italia, anche col nuovo premier Matteo Renzi».  

Che cosa ricaviamo da tutto questo?
Anche Obama, quando è venuto a Roma, ci ha fatto una gran corte. Non siamo più filoamericani come un tempo, e nella crisi ucraina abbiamo rappresentato, per l’Occidente, l’anello debole, insieme con la Merkel. Ma dalle risposte di Putin si evince anche: che i russi puntano alla federazione ucraina, sicuri come sono che, spacchettando il Paese e dando alle province orientali il massimo dell’autonomia, le terranno saldamente nella loro orbita, frenando la corsa di Kiev verso Occidente, l’amicizia con la Polonia, la Romania e la Bulgaria, l’ingresso nella Ue. Ultimo punto: non credo affatto che il 25 maggio si svolgeranno le elezioni presidenziali, cosi come vogliono i governanti di Kiev.  

In effetti una campagna elettorale per la presidenza riaccenderebbe le tensioni.
Tanto per darle un’idea: ieri la Tymoshenko, che a suo tempo concordò con Putin un prezzo altissimo per la fornitura del gas e adesso fa la patriota, vuole che si proclami lo stato d’emergenza nell’Ucraina orientale per consentire alle forze armate del Paese di intervenire senza restrizioni contro i filorussi. Già, questo farebbe slittare le elezioni.