Fior da fiore, 18 aprile 2014
Bonus sull’Irpef da 35 a 77,50 euro al mese • Rubato al fisco un euro su quattro • E’ morto Gabriel García Márquez • Un figlio inizia a somigliare al padre a 38 anni • Balotelli ha incontrato Pia
Bonus Il Consiglio dei ministri di oggi varerà l’operazione bonus. Dall’Irpef ridotta gli «incapienti» avranno 35 euro al mese, ai redditi tra 18 e 25 mila euro all’anno ne andranno 77. La manovra sarà finanziata, tra l’altro, da tagli alle spese sanitarie per un miliardo nel 2014, da una sforbiciata da 150 milioni al programma degli aerei F35, e per 600 milioni dai provvedimenti «anticasta».
Evasione 1 Ogni anno gli italiani evadono fra i 100 e i 120 miliardi di tasse. Anche se non esistono stime ufficiali, l’Agenzia delle entrate ha calcolato un «tax gap» (mancato gettito da evasione) intorno agli 80 miliardi, tenendo conto di Irpef, Ires, Irap e Iva. Ma non dell’evasione contributiva e di quella relativa alle imposte locali. «Un’elaborazione sui dati forniti da Banca d’Italia e dall’Istat permette comunque di fissare fra i 100 e i 120 miliardi di euro il volume delle risorse sottratte grazie alle più svariate forme di evasione e elusione illegale. Per intendersi, è una somma superiore al costo degli interessi sul debito pubblico, al monte retribuzioni lorde dell’intero personale dello Stato centrale, e pari a tre volte il bilancio dell’istruzione in Italia. Alla commissione Finanze del Senato, di recente Salvatore Chiri e Paolo Sestito della Banca d’Italia hanno ricordato che il gettito evaso dell’Irap, l’imposta regionale sulle imprese, è quasi un quinto di tutto ciò che dovrebbe essere pagato. Per l’Iva, il prelievo sui consumi, l’Agenzia delle Entrate stima l’evasione al 28%. E dell’Irpef, l’imposta sui redditi personali che nel 2013 da sola ha portato 157 miliardi all’erario, sparisce circa il 14%. Visto il gettito di queste voci, significa che ogni anno mancano all’appello (almeno) 5 miliardi di Irap, circa 40 miliardi di Iva e altri venti o 25 di Irpef. Fino a settanta miliardi di tasse evase su tre sole voci che pesano circa due terzi del totale delle entrate tributarie dello Stato. Nel complesso, è dunque molto probabile che l’evasione sottragga almeno cento miliardi l’anno. Poiché le entrate fiscali nel 2013 sono state di 426 miliardi, di fatto ogni quattro euro regolarmente pagati in tasse dagli italiani uno è illegalmente sottratto» (Fubini e Mania, Rep).
Evasione 2 Oggi in Italia l’evasione vale circa l’8 per cento del Pil (ibidem)
Márquez 1 Morto a 87 anni in un ospedale di Città del Messico, a causa dell’improvviso aggravarsi di una polmonite, lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1982.
Márquez 2 «Un po’ per celia e molto sul serio diceva [...] che lui Cent’anni di solitudine lo odiava. «Lo odio», sosteneva «perché penso che abbia sbarrato il passo agli altri libri. Lo odio perché è diventato un mito e io ho voluto scrivere un libro e non un mito. Preferisco essere ricordato per sempre per L’amore ai tempi del colera. Quello è il mio libro con i piedi sulla terra. L’altro è mitologia». Quella di Macondo (che altro non è, si scoprì poi, se non il nome di un albero), di Aureliano Buendía, di Ursula che continua a vivere perché non sa di essere morta, di Remedios, di Arcadio. Una mitologia fatta di «ricordi e di sentimenti, ma non della mia vita. È la storia della mia gente, del mio paese, nutrita delle memorie provenienti dalla casa di Aracataca dove viveva la mia famiglia, dove abbandonato da due genitori erranti ho vissuto la mia infanzia in una famiglia di sedici fratelli (anche l’ultimo si chiamava Gabriel)... Il mondo magico della nonna Tranquilina... Per anni sono stato prigioniero di Cent’anni di solitudine. Qualsiasi cosa scrivessi, diventava Cent’anni di solitudine». E allora? «Allora ho scritto qualcosa di assolutamente diverso, L’autunno del patriarca, che è stato un fiasco clamoroso. I lettori volevano Cent’anni di solitudine» (Irene Bignardi, Rep).
Márquez 3 «L’unica cosa che mi dispiace della mia morte è che non potrò essere lì a raccontarla» (Gabriel García Márquez) (ibidem)
Padri e figli Gli adolescenti pensano che mai diventeranno come i loro genitori ma c’è un’età, ha rivelato un sondaggio condotto in Inghilterra, nella quale ogni maschio comincia a diventare com’era il proprio padre e ad assumere le stesse abitudini. Accade in media a partire dai 38 anni. Uno dei principali segnali che la trasformazione sta avvenendo è la pretesa di avere una poltrona propria. Un altro segnale è il totale disinteresse per la musica contemporanea: la maggior parte degli intervistati non è stata in grado di riconoscere nessuna pop star nell’elenco delle 40 più famose e ha confessato di non provare alcun piacere nell’ascoltare le loro canzoni. Con l’età, si passa poi più tempo a fare lavori manuali: in Inghilterra molte abitazioni hanno un giardino e il trascorrere parte del weekend nella baracca degli attrezzi è un ulteriore sintomo che qualcosa, nella personalità, comincia a cambiare (Sabadin, Sta).
Balotelli e Pia Mario Balotelli ha visto per la prima volta Pia, la bambina avuta il 5 dicembre 2012 dalla relazione con Raffaella Fico. L’incontro, durato una cinquantina di minuti, è avvenuto a Napoli, nel tribunale dei minori.
(a cura di Roberta Mercuri)