Io Donna, 17 aprile 2014
Tags : Luisa Casati Stampa di Soncino
Appunti su Luisa Casati
Io Donna
Anagrafe Luisa Adele Rosa Maria Amman. Nata il 23 gennaio 1881 a Milano dal conte Alberto Amman e da Luisa Becci, rimase orfana di entrambi i genitori nel 1896 e con la sorella divenne la donna più ricca d’Italia. Il 22 giugno 1900 sposò il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino.
Pascarella Anna Maria dei principi Pignatelli Cortez, marchesa Sommi Peci-Nardi, detta Manana e Luisa Casati Stampa, col viso sempre truccato di bianco, al punto che si poteva confonderle e Cesare Pascarella, infatti, a Roma, prese una per l’altra.
Leopardi All’inizio del Novecento la marchesa Luisa Casati, sposa non eterna del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino (divorziarono nel 1924), amante di Gabriele D’Annunzio, modella del pittore Giovanni Boldini e del fotografo Man Ray, era solita girare per le calli della laguna veneziana indossando unicamente la sua vestaglia di seta. Al guinzaglio, i suoi leopardi.
Animali Una volta si presentò all’ambasciata d’Inghilterra portando un pavone blu, altre volte si mostrò con una scimmia ammaestrata, una tigre meccanica, un serpente boa arrotolato intorno a un braccio.
Ritratto Presente a tutte le mondanità che valevano la pena di un viaggio in ogni parte d’Europa, balli parigini, prime rappresentazioni alla Scala, carnevali nizzardi, stagioni estive a Biarritz o a Capri, feste nei castelli della Loira, era il simbolo del vivere inimitabile. Aveva sedotto D’Annunzio e sedusse Romaine Brooks» che le fece, tormentosissimamente, il ritratto
Fortuny Vestiva di stoffe disegnate appositamente da Mariano Fortuny, abiti concepiti dal pittore scenografo Léon Basket, corpetti d’organza decorati con pietre dure, pantaloni laminati d’argento, scarpe dal tacco di madreperla, pellicce rare che guarnivano collo, polsi e orli
Voci Voci su di lei: il suo cameriere servo negro mangia due polli al giorno procurati da Axel Munthe. Lei dorme in una bara, «ha appeso nella sua stanza degli arazzi neri, ha posato tappeti neri sulla pietra del pavimento, ha messo tendine nere alle finestre. Sceglie gli animali da portare con sè in base al colore, in modo che sia sempre in tono con l’abito indossato, cosparge di polvere d’oro il cameriere negro. Drogata, è una strega»
Miseria Piantata poi dal marito Camillo, finì in miseria: i suoi debiti erano il doppio del patrimonio.
Fine Poverissima, si ridusse prima in una camera all’ultimo piano di un palazzone di Piccadilly, a Londra, poi in un seminterrato umidissimo, infine in un appartamento di Brompton Road diviso con altra gente. Le teneva compagnia il suo pechinese Spider.
Armadietto Il suo armadietto, inzeppato di bottigliette, bicchieri, ricordini, siringhe, bijouteries di nessun valore, libri antichi da poter rivendere.
Pechinese Morta a Londra il 1 giugno del 1953, sepolta nel cimitero di Bromtpon con il suo mantello nero bordato di leopardo, ciglia finte e occhi bistrati. Ai piedi, il pechinese imbalsamato
Anagrafe Luisa Adele Rosa Maria Amman. Nata il 23 gennaio 1881 a Milano dal conte Alberto Amman e da Luisa Becci, rimase orfana di entrambi i genitori nel 1896 e con la sorella divenne la donna più ricca d’Italia. Il 22 giugno 1900 sposò il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino.
Pascarella Anna Maria dei principi Pignatelli Cortez, marchesa Sommi Peci-Nardi, detta Manana e Luisa Casati Stampa, col viso sempre truccato di bianco, al punto che si poteva confonderle e Cesare Pascarella, infatti, a Roma, prese una per l’altra.
Leopardi All’inizio del Novecento la marchesa Luisa Casati, sposa non eterna del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino (divorziarono nel 1924), amante di Gabriele D’Annunzio, modella del pittore Giovanni Boldini e del fotografo Man Ray, era solita girare per le calli della laguna veneziana indossando unicamente la sua vestaglia di seta. Al guinzaglio, i suoi leopardi.
Animali Una volta si presentò all’ambasciata d’Inghilterra portando un pavone blu, altre volte si mostrò con una scimmia ammaestrata, una tigre meccanica, un serpente boa arrotolato intorno a un braccio.
Ritratto Presente a tutte le mondanità che valevano la pena di un viaggio in ogni parte d’Europa, balli parigini, prime rappresentazioni alla Scala, carnevali nizzardi, stagioni estive a Biarritz o a Capri, feste nei castelli della Loira, era il simbolo del vivere inimitabile. Aveva sedotto D’Annunzio e sedusse Romaine Brooks» che le fece, tormentosissimamente, il ritratto
Fortuny Vestiva di stoffe disegnate appositamente da Mariano Fortuny, abiti concepiti dal pittore scenografo Léon Basket, corpetti d’organza decorati con pietre dure, pantaloni laminati d’argento, scarpe dal tacco di madreperla, pellicce rare che guarnivano collo, polsi e orli
Voci Voci su di lei: il suo cameriere servo negro mangia due polli al giorno procurati da Axel Munthe. Lei dorme in una bara, «ha appeso nella sua stanza degli arazzi neri, ha posato tappeti neri sulla pietra del pavimento, ha messo tendine nere alle finestre. Sceglie gli animali da portare con sè in base al colore, in modo che sia sempre in tono con l’abito indossato, cosparge di polvere d’oro il cameriere negro. Drogata, è una strega»
Miseria Piantata poi dal marito Camillo, finì in miseria: i suoi debiti erano il doppio del patrimonio.
Fine Poverissima, si ridusse prima in una camera all’ultimo piano di un palazzone di Piccadilly, a Londra, poi in un seminterrato umidissimo, infine in un appartamento di Brompton Road diviso con altra gente. Le teneva compagnia il suo pechinese Spider.
Armadietto Il suo armadietto, inzeppato di bottigliette, bicchieri, ricordini, siringhe, bijouteries di nessun valore, libri antichi da poter rivendere.
Pechinese Morta a Londra il 1 giugno del 1953, sepolta nel cimitero di Bromtpon con il suo mantello nero bordato di leopardo, ciglia finte e occhi bistrati. Ai piedi, il pechinese imbalsamato
Lucrezia Dell’Arti