Io Donna, 17 aprile 2014
Tags : Elvira Sellerio
Appunti su Elvira Sellerio
Io Donna
Siciliano «Essere donna è stato duro, ma essere un editore siciliano molto di più».
Orafa «Un’orafa che forgia gioielli di carta. Un’incantatrice che trasforma un erudito di campagna in uno scrittore da premio Campiello, che cava best-seller da professori di provincia, che vede il giallista dietro l’autore tv» (Aldo Cazzullo)
Cognati «La nostra famiglia è rimasta molto unita: passionale e cattivissima come la classica famiglia siciliana. Il savato pomeriggio ci vediamo sempre per lo scopone: tutti tranne gli estranei, ossia i cognati»
Inizi Elvira Giorgianni Sellerio, nata a Palermo il 28 maggio 1936, prima di sei figli, il padre, un alto funzionario dello Stato, la madre, Lina, sempre incinta. Studi in Giurisprudenza, poi un lavoro all’ente regionale per la riforma agraria, dove la mettono a espropriare le terre ai contadini: un’angoscia. Investe la liquidazione, 12 milioni, in un progetto condiviso col marito: una nuova casa editrice.
Enzo Il marito, Enzo Sellerio, fotografo, «bellissimo, affascinante, curioso». Nozze a 26 anni, divorzio a 47.
Caffè Elvira, che alle prime riunioni con Antonino Buttitta e Leonardo Sciascia per avviare la casa editrice si limitava a entrare e chiedere "Caffè?" o "Una tazza di tè?".
Camicetta Frivola, vanitosissima, una camicetta bastava a star allegri per una giornata.
Idea La Sellerio, che quando aveva un’idea convincente l’attribuiva a Sciascia o al marito per farla approvare.
Portiere Il portiere di casa Sellerio, che telefonava a banche, cartiere e tipografie introducendo Elvira, rimasta sola, perché «una voce maschile aiuta sempre».
Gioia «La gioia più grande è quando vedo una persona leggere un mio libro in treno, in aereo, nei ristoranti mentre mangiano. Quello è il massimo della commozione» (Elvira Sellerio).
Boia Racconta Adriano Sofri che quando Elvira si ritrovò sola a gestire la casa editrice, «fumava, leggeva come ogni giorno i suoi manoscritti, si strapazzava, fino all’ora dell’ennesimo appuntamento con un direttore di banca dal quale presentarsi impeccabile e distaccata, a prendersi la dilazione di cui aveva bisogno per contare su un’altra dilazione. Scherzavamo sulla graziosa richiesta della gran dama francese: «Ancora un minuto, signor boia».
Giovinezza Elvira, che si augurava di entrare finalmente in una vecchiaia calma, «senza più quei fastidiosi sobbalza di giovinezza».
Golf La separazione dal marito, un colpo molto duro, tanto che «se trovano in casa un golf di Enzo, mi ci avvolgevo dentro piangendo»
Lei Elvira, che conosceva i suoi autori solo dopo averli pubblicati, e dopo averli conosciuti continuato a dar loro del Lei.
Siciliani "I siciliani sono antipatici. Ma dei siciliani non si può fare a meno di parlare" (Elvira Sellerio sul "Messaggero" di lunedì 28 settembre)
Carceri Dono della Sellerio alle biblioteche delle 180 carceri italiane: l’intero catalogo, 200 copie per ogni titolo, un totale di 63.400 volumi. Valore commerciale: un miliardo e mezzo di lire.
Editori «Un editore deve stare quanto più silenzioso, nascosto, taciturno. Il nostro è un mestiere d’umiltà, ma in pochi lo intendono così. È servizio, non protagonismo»
Siciliano «Essere donna è stato duro, ma essere un editore siciliano molto di più».
Orafa «Un’orafa che forgia gioielli di carta. Un’incantatrice che trasforma un erudito di campagna in uno scrittore da premio Campiello, che cava best-seller da professori di provincia, che vede il giallista dietro l’autore tv» (Aldo Cazzullo)
Cognati «La nostra famiglia è rimasta molto unita: passionale e cattivissima come la classica famiglia siciliana. Il savato pomeriggio ci vediamo sempre per lo scopone: tutti tranne gli estranei, ossia i cognati»
Inizi Elvira Giorgianni Sellerio, nata a Palermo il 28 maggio 1936, prima di sei figli, il padre, un alto funzionario dello Stato, la madre, Lina, sempre incinta. Studi in Giurisprudenza, poi un lavoro all’ente regionale per la riforma agraria, dove la mettono a espropriare le terre ai contadini: un’angoscia. Investe la liquidazione, 12 milioni, in un progetto condiviso col marito: una nuova casa editrice.
Enzo Il marito, Enzo Sellerio, fotografo, «bellissimo, affascinante, curioso». Nozze a 26 anni, divorzio a 47.
Caffè Elvira, che alle prime riunioni con Antonino Buttitta e Leonardo Sciascia per avviare la casa editrice si limitava a entrare e chiedere "Caffè?" o "Una tazza di tè?".
Camicetta Frivola, vanitosissima, una camicetta bastava a star allegri per una giornata.
Idea La Sellerio, che quando aveva un’idea convincente l’attribuiva a Sciascia o al marito per farla approvare.
Portiere Il portiere di casa Sellerio, che telefonava a banche, cartiere e tipografie introducendo Elvira, rimasta sola, perché «una voce maschile aiuta sempre».
Gioia «La gioia più grande è quando vedo una persona leggere un mio libro in treno, in aereo, nei ristoranti mentre mangiano. Quello è il massimo della commozione» (Elvira Sellerio).
Boia Racconta Adriano Sofri che quando Elvira si ritrovò sola a gestire la casa editrice, «fumava, leggeva come ogni giorno i suoi manoscritti, si strapazzava, fino all’ora dell’ennesimo appuntamento con un direttore di banca dal quale presentarsi impeccabile e distaccata, a prendersi la dilazione di cui aveva bisogno per contare su un’altra dilazione. Scherzavamo sulla graziosa richiesta della gran dama francese: «Ancora un minuto, signor boia».
Giovinezza Elvira, che si augurava di entrare finalmente in una vecchiaia calma, «senza più quei fastidiosi sobbalza di giovinezza».
Golf La separazione dal marito, un colpo molto duro, tanto che «se trovano in casa un golf di Enzo, mi ci avvolgevo dentro piangendo»
Lei Elvira, che conosceva i suoi autori solo dopo averli pubblicati, e dopo averli conosciuti continuato a dar loro del Lei.
Siciliani "I siciliani sono antipatici. Ma dei siciliani non si può fare a meno di parlare" (Elvira Sellerio sul "Messaggero" di lunedì 28 settembre)
Carceri Dono della Sellerio alle biblioteche delle 180 carceri italiane: l’intero catalogo, 200 copie per ogni titolo, un totale di 63.400 volumi. Valore commerciale: un miliardo e mezzo di lire.
Editori «Un editore deve stare quanto più silenzioso, nascosto, taciturno. Il nostro è un mestiere d’umiltà, ma in pochi lo intendono così. È servizio, non protagonismo»
Lucrezia Dell’Arti