Io Donna, 17 aprile 2014
Tags : Angelica Balabanoff
Appunti su Angelica Balabanoff
Io Donna
Scusa «Non sei tu che te ne vai, ma sono io che ti caccio e ti maledico. Sì, tu sarai maledetta per tutta la vita e quando morirai mi chiederai scusa» (la madre di Angelica, il giorno in cui la figlia decise di lasciare la ricca famiglia per andare a studiare a Bruxelles)
Origini Angelica Balabanoff, nata a Cernihiv nel 1877 (o forse nel 1870), ultima di sedici figli, la madre, Anna Hoffmann, credendo di doverla crescere per sposarla a un nobile, la tenne chiusa in casa per diciotto anni, circondata da camerieri, insegnanti di piano, danza e ricamo, con il divieto assoluto di parlare russo, solo francese e tedesco. Abbandonata la casa materna a diciannove anni, girò per l’Europa, studiò il marxismo e divenne socialista e grande agitatrice.
Roditore Angelica, una splendida massa di capelli, piccola, tracagnotta, con lineamenti duri, il mento minuscolo, il «viso aguzzo, reso caparbio dal labbro superiore a punta, cascante quasi sul mento... gli occhi nocciola vivacissimi da roditore» (Igor Man)
Sifilitico Il primo incontro tra Angelica e Benito Mussolini, nel 1903, a Losanna. Lei lo vede tra la folla, gli si avvicina, e gli chiede: «Scusate, i compagni mi dicono che voi non siete ancora sistemato. Potrei esservi utile?» E lui: «Utile? A me utile? Impossibile! Sono destinato a perire. Capirete, sifilitico e figlio di alcolizzato, cosa volete che io faccia? Non sono capace di nulla, neppura di guadagnarmi un pezzo di pane».
Benitouchka «Calmez-vous, Bemitouchka, calmez-vous» (Angelica a Mussolini, negli anni della loro amicizia).
Mussolini «Devo molto ad Angelica, perché la sua generosità non conosce limiti, come la sua amicizia... Se non l’avessi incontrata in Svizzera, sarei rimasto un piccolo attivista di partito, un rivoluzionario della domenica» (Benito Mussolini)
Egoista Com’era Benito a letto? «Un egoista, come in tutte le sue cose!»
Sarfatti La Balabanoff secondo Margherita Sarfatti, sua rivale in amore: «piccola e deforme, intelligentissima, di una strana intelligenza a baleni, lacune e folgori».
Ciabatta I suoi ex compagni di letto, che, non sopportando più le sue rampogne contro i traditori degli ideali di libertà e uguaglianza, finirono per chiamarla «vecchia ciabatta» (Mai sono stata tranquilla, Amedeo La Mattina, Einaudi, 20 euro).
Garofani Morta a Roma, il 25 novembre del 1965. Nel suo testamento: «Il funerale deve essere civile. Niente corone; solo garofani rossi gettati da chi mi ha voluto bene condividendo le mie aspirazioni ad una società socialista, al trionfo delle Libertà e Verità umane»
Muoio Goder non ho né potuto né voluto / Né mi sono rassegnata / Né piegata / Né il mio cuore nè la mia mente / Sono stati indifferenti / All’altrui dolore / Perciò mai sono stata tranquilla / Ma oggi tranquilla / Muoio (da una poesia di Angelica Balabanoff ritrovata tra le pagine del «testamento letterario» di Giacomo Leopardi, il suo poeta preferito).
Scusa «Non sei tu che te ne vai, ma sono io che ti caccio e ti maledico. Sì, tu sarai maledetta per tutta la vita e quando morirai mi chiederai scusa» (la madre di Angelica, il giorno in cui la figlia decise di lasciare la ricca famiglia per andare a studiare a Bruxelles)
Origini Angelica Balabanoff, nata a Cernihiv nel 1877 (o forse nel 1870), ultima di sedici figli, la madre, Anna Hoffmann, credendo di doverla crescere per sposarla a un nobile, la tenne chiusa in casa per diciotto anni, circondata da camerieri, insegnanti di piano, danza e ricamo, con il divieto assoluto di parlare russo, solo francese e tedesco. Abbandonata la casa materna a diciannove anni, girò per l’Europa, studiò il marxismo e divenne socialista e grande agitatrice.
Roditore Angelica, una splendida massa di capelli, piccola, tracagnotta, con lineamenti duri, il mento minuscolo, il «viso aguzzo, reso caparbio dal labbro superiore a punta, cascante quasi sul mento... gli occhi nocciola vivacissimi da roditore» (Igor Man)
Sifilitico Il primo incontro tra Angelica e Benito Mussolini, nel 1903, a Losanna. Lei lo vede tra la folla, gli si avvicina, e gli chiede: «Scusate, i compagni mi dicono che voi non siete ancora sistemato. Potrei esservi utile?» E lui: «Utile? A me utile? Impossibile! Sono destinato a perire. Capirete, sifilitico e figlio di alcolizzato, cosa volete che io faccia? Non sono capace di nulla, neppura di guadagnarmi un pezzo di pane».
Benitouchka «Calmez-vous, Bemitouchka, calmez-vous» (Angelica a Mussolini, negli anni della loro amicizia).
Mussolini «Devo molto ad Angelica, perché la sua generosità non conosce limiti, come la sua amicizia... Se non l’avessi incontrata in Svizzera, sarei rimasto un piccolo attivista di partito, un rivoluzionario della domenica» (Benito Mussolini)
Egoista Com’era Benito a letto? «Un egoista, come in tutte le sue cose!»
Sarfatti La Balabanoff secondo Margherita Sarfatti, sua rivale in amore: «piccola e deforme, intelligentissima, di una strana intelligenza a baleni, lacune e folgori».
Ciabatta I suoi ex compagni di letto, che, non sopportando più le sue rampogne contro i traditori degli ideali di libertà e uguaglianza, finirono per chiamarla «vecchia ciabatta» (Mai sono stata tranquilla, Amedeo La Mattina, Einaudi, 20 euro).
Garofani Morta a Roma, il 25 novembre del 1965. Nel suo testamento: «Il funerale deve essere civile. Niente corone; solo garofani rossi gettati da chi mi ha voluto bene condividendo le mie aspirazioni ad una società socialista, al trionfo delle Libertà e Verità umane»
Muoio Goder non ho né potuto né voluto / Né mi sono rassegnata / Né piegata / Né il mio cuore nè la mia mente / Sono stati indifferenti / All’altrui dolore / Perciò mai sono stata tranquilla / Ma oggi tranquilla / Muoio (da una poesia di Angelica Balabanoff ritrovata tra le pagine del «testamento letterario» di Giacomo Leopardi, il suo poeta preferito).
Lucrezia Dell’Arti