Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 17 Giovedì calendario

Appunti su Romy Schneider

Io Donna
Contraddizione «Volevo vivere e allo stesso tempo volevo fare dei film. Non ho mai trovato l' uscita da questa contraddizione» (Romy Schneider).

Origini Romy Schneider, nata a Vienna venerdì 23 settembre 1938, madre e padre attori, infanzia in collegio, a 15 anni viene scritturata per un primo film, a 18 anni diventa famosissima dopo aver interpretato la principessa Sissi, a 44 anni muore per un attacco cardiaco. L’anno prima il figlio David, quindici anni, era rimasto infilzato nelle lance appuntite del cancello di casa mentre cercava di scavalcarlo.

Puppelé «Ti guardo dormire. Sono accanto a te, sei vestita di una lunga tunica nera e rossa, ricamata sul petto. Sono fiori, credo, ma non li guardo. Ti dico addio, il più lungo degli addii, mia Puppelé. Non guardo i fiori ma il tuo viso e penso che sei bella, e che forse non lo sei mai stata così tanto. Per la prima volta nella mia vita - e nella tua - ti vedo serena, in pace. Come sei calma, come sei bella. Sembra che una mano abbia dolcemente cancellato dal tuo viso tutte le angosce. Ti guardo dormire, dicono che sei morta. Penso a te, a me, a noi. Di che cosa sono colpevole? Ci si pone una domanda simile davanti una donna che si è amata e che si ama ancora. Ieri ancora eri viva. Era notte. Appena rientrati a casa hai detto a Laurent “va’ a dormire, vengo tra poco. Resto un po’ con David ascoltando musica”. Facevi così ogni sera... Volevi restare sola con il ricordo di tuo figlio morto, prima di andare a dormire. Riposati. Sono qui, vicino. Ho imparato un po’ di tedesco, grazie a te. Ich liebe dich. Ti amo. Ti amo, mia Puppelé» (la lettera che Alain Delon scrisse il giorno della morte di Romy Schneider).

Pettinato Quando conobbe Alain Delon, Romy Schneider lo trovò subito «troppo bello, troppo giovane, troppo pettinato». Lui, dopo cinque anni di amore, la lasciò con questo biglietto: «Sono in Messico, con Nathalie. Ciao. Delon».

Sfortuna Harry Meyen, attore e regista teatrale, prima di sposarla la piantò numerose volte perché credeva che lei gli portasse sfortuna.

Patate Romy e il primo marito Harry Meyen, appena nato il figlio David e per due anni ancora, non avendo voglia di cucinare, mangiarono solo insalata di patate e würstel.

Tognazzi Una volta Ugo Tognazzi, che stava girando un film con la Schneider, la invitò nel suo pied-à-terre in Piazza dell’Oro a Roma, le cucinò un risotto alle seppie annaffiato con tre o quattro bottiglie di Lambrusco, e, una volta a letto, si allungò su di lei e si addormentò. Alle quattro del mattino si accorse che Romy dormiva per terra, stesa davanti alla porta di casa: non era riuscita ad uscire. Sul set, qualche ora dopo, di guardia alla roulotte che condivideva con la Schneider, trovò un omone: «Signor Tognazzi, non può entrare, mi ha detto la signora Schneider di sputarle in un occhio».

Regali «Bellezza e giovinezza sono regali che dobbiamo restituire» (Romy Schneider).

Lucrezia Dell’Arti