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 2014  aprile 17 Giovedì calendario

Biografia di Sabrina Minardi

• 1960. Compagna del boss della Magliana Renatino De Pedis (ucciso il 2 febbraio 1990) e supertestimone del rapimento di Emanuela Orlandi, la ragazzina scomparsa a Roma il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata. «Secondo la Minardi, la ragazza sarebbe stata prelevata da De Pedis su ordine di Monsignor Marcinkus, all’epoca presidente dello Ior. Emanuela sarebbe poi stata uccisa e gettata in una betoniera a Torvaianica» [Lib 28/4/2010)].
• «La “pupa” del Dandi, quella che ha contribuito a riaprire l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi dichiarando che il rapimento “fu organizzato dalla banda della Magliana” (...) Ex amante del boss Enrico De Pedis detto “Renatino”, l’azzimatissimo Dandi cinematografico di Romanzo criminale (...) confessa di aver “amato veramente solo il mio primo marito”, il bomber della Lazio Bruno Giordano, di aver avuto “200 relazioni pseudo-sentimentali” (su tutte “l’attrazione folle” per De Pedis) e di essere stata con “duemila uomini” (“Io prostituta? Non è esatto: loro mi regalavano dei soldi, tanti soldi, hai presente Pretty Woman?”) (...)» [Cds 13/10/2010].
• «Tra il 1981 e il 1983 Sabrina Minardi è passata dai salotti e dalle camere da letto dove si confondevano sacro e profano, banchieri e mafiosi, cardinali e faccendieri, in un delirio di soldi facili, cocaina e violenza che scandivano l’Italia delle trame: dalla Banda della Magliana al Banco Ambrosiano, dalla P2 ai misteri dello Ior. Lei faceva perdere la testa ai protagonisti di questa capitale immorale, fino a diventare una stella nel sistema di piaceri, favori e ricatti: una leggenda delle notti romane, interpretata sullo schermo dal fascino malizioso di Anna Mouglalis. (...) È stata lei a fornire una nuova pista per la scomparsa di Manuela Orlandi, la figlia quindicenne di un funzionario vaticano sparita nel 1983, accusando proprio Renatino De Pedis (...) in un libro-intervista con la giornalista Rai Raffaella Notariale (Segreto Criminale edizioni Newton Compton) apre altri capitoli del suo personale romanzo criminale. Descrive una relazione con Roberto Calvi, il banchiere milanese dagli occhi di ghiaccio, tanto a suo agio tra i libri contabili quanto incauto nei rapporti romani, che lei sostiene di avere conquistato con una scena da racconto erotico in stile Emanuelle (…) I due si erano conosciuti la sera prima. Sabrina Minardi spiega che l’incontro era avvenuto a casa di Flavio Carboni, da trent’anni il faccendiere per antonomasia, che ha sempre negato qualunque rapporto con la donna. Lei però vuole rendersi credibile e al registratore di Raffaella Notariale sciorina dettagli sugli appartamenti e sulle garçonniere di Carboni. Per tornare a parlare di Calvi: “Avevamo una relazione. Ma non standard. Era veramente molto cerebrale. Non c’è quasi mai stato sesso. C’è stato una volta durante i nostri momenti di perdizione. Non mi va di dire cosa succedeva, davvero... Roberto per me era una figura bella, chiara, pulita”. (...) Che Sabrina abbia conosciuto il banchiere non è provato. Nel processo per la fine di Calvi sotto il ponte londinese dei Frati Neri era prevista la sua deposizione, ma la Corte ha poi preferito soprassedere. Lei però ricorda: “Lui mi ha regalato una villa a Montecarlo. Gli serviva una prestanome, sia chiaro, ma poi la villa è rimasta a me, per questo dico che me l’ha regalata. E mi ha prestato l’aereo per portare mamma a Parigi dove faceva chemioterapia. E poi mi riempiva di gioielli e cose così. Cose belle, ma è durata poco perché per lui era un periodaccio. A distanza di qualche mese, nemmeno un anno, è stato trovato morto”. Sabrina Minardi non accetta la definizione di prostituta: “Una prostituta sta sul marciapiede o in una casa e ti fa il lavoro per pochi spiccioli. Io mi divertivo, facevo la bella vita, vestivo Coco Chanel, Armani, mica ero l’ultima delle femmine. Uscivo tutte le sere o giù di lì. Uscivo tutte le volte che mi andava, frequentavo i migliori ristoranti e i più esclusivi night di Roma, in cambio del mio corpo ricevevo soldi a palate, vacanze, auto, gioielli, case. Calvi mi regalò una villa a Montecarlo. Quale prostituta può vantare le stesse cose? Loro sì che fanno una brutta vita, poverette. La mia era meno brutta, tutto sommato (...) Monsignor Marcinkus? Certo che l’ho conosciuto... Non so che cosa gli avessero detto al monsignore, se gli avevano detto o meno che ero una tipa allegra e carina con chi era generoso, insomma, ma lui voleva stare con me... E io ci sono stata. Però, evidentemente, Flavio (Carboni, ndr) gli aveva parlato di me, gli avrà forse detto che ero di facile reputazione, perché lui, il pretaccio, fu molto diretto. Non usò preamboli (...) Ha fatto entrare un cugino di mia madre a lavorare in Vaticano. Dalla sera che gliel’ho chiesto, la mattina già era assunto. E... soldi, soldi, soldi, soldi, soldi, soldi... Ma tanti, eh! (...) Renato mi dava borsoni di soldi per Marcinkus. Metteva sempre tutti i soldi nelle borse Louis Vuitton. Era fissato più di una donnina tutta fashion con le Vuitton. E io andavo da Marcinkus a presentargli un’amica e a portargli il borsone. Ma glielo svuotavo, sai? Mica sono scema. Gli lasciavo i soldi, ma la borsa me la tenevo. Pensa a quant’ero piccola e scema. Invece di prendermi una manciata di soldi, che nessuno se ne sarebbe accorto tanti erano, mi prendevo il borsone firmato” (...)» (Gianluca Di Feo) [Esp 30/9/2010].
• Ex moglie del calciatore della Lazio Bruno Giordano, da cui ha avuto la figlia Valentina.