La Gazzetta dello Sport, 11 agosto 2008
Ultime dalla guerra: i georgiani si sono ritirati dall’Ossezia del Sud, hanno chiesto ai russi un ”cessate il fuoco”come premessa all’avvio di una trattativa, hanno infine annunciato un ”cessate il fuoco” unilaterale
Ultime dalla guerra: i georgiani si sono ritirati dall’Ossezia del Sud, hanno chiesto ai russi un ”cessate il fuoco”come premessa all’avvio di una trattativa, hanno infine annunciato un ”cessate il fuoco” unilaterale. C’è anche stata una telefonata tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e quello georgiano, signora Eka Tkeshelashvili. Che cosa si siano detti non si sa. Un’altra telefonata l’ha fatta Berlusconi a Putin chiedendogli - così dicono le fonti di Palazzo Chigi - di «limitare le operazioni in Ossezia del Sud e Georgia adesso che il governo georgiano ha annunciato di essersi ritirato dalla provincia contesa». Un’altra telefonata è quella della Merkel a Sarkozy. Neanche qui ci sono dettagli, ma le solite fonti fanno sapere che la Merkel pretende un «cessate il fuoco» immediato. La Casa Bianca, a sua volta, ha emesso un comunicato in cui si «deplorano le azioni, pericolose e sproporzionate, della Russia in Georgia» e si avverte che un’ulteriore esclation potrebbe avere «un impatto significativo nelle relazioni a lungo ternine tra Stati Uniti e Russia». I georgiani si fanno forti dell’appoggio Usa e hanno chiesto ufficialmente a Bush la mediazione di Condoleeza Rice.
• Condoleeza accetterà?E’ improbabile che i russi accettino un arbitro americano. I russi hanno risposto duramente alla Casa Bianca, con una dichiarazione secca del presidente Medvedev: «La Georgia si deve ritirare unilateralmente e senza condizioni, siglando un impegno a non attaccare l’Ossezia del Sud». Gli unici mediatori possibili sembrano gli europei e diventa essenziale a questo punto la riunione del Consiglio d’Europa, convocato per dopodomani e che ha infatti all’ordine del giorno la soluzione del conflitto. I polacchi vorrebbero la convocazione di un Consiglio europeo straordinario, con tutti i capi di stato o di governo. I francesi, che hanno in questo momento la presidenza della Ue, potrebbero esser d’accordo. Sarkozy ha mandato in Georgia Bernard Kouchner, il suo ministro degli Esteri, con un piano in tre punti: le ostilità devono cessare, i confini della Georgia non devono essere toccati, la situazione sul terreno deve tornare ad essere quella di prima del conflitto.
• Senta, le faccio una domanda ridicola. Se tutto deve tornare come prima - e lo capisco - i circa duemila morti di questi giorni a che cosa sono serviti? La guerra tra russi e georgiani denuncia l’esistenza di un problema o no?
Beh, intanto la guerra non è affatto finita. I georgiani si sono ritirati dall’Ossezia ma mentre si ritiravano hanno provocato almeno 15 esplosioni nella capitale Tsinkhivali. Le agenzie riferiscono che fino all’ultimo i combattimento con i russi sono stati «feroci». L’offensiva decisa da Putin è larga e si svolge per terra, per aria e per mare. Per terra: trasferimento di seimila soldati attraverso il corridoio di Roki, marcia decisa verso Gori. Per aria: bombardamenti di un aeroporto militare vicino a Tbilisi, del porto di Poti, di una fabbrcia dove si assemblano Su-25 a 12 chilometri da Tbilisi, di un sito militare nei pressi di Bolnisi. I bombardamenti di Zugdidi e della gola di Kodori secondo i georgiani preluderebbero a un attacco contro l’Abkhazia, dove sono stati proclamati infatti stato di guerra e legge marziale. Per mare i russi hanno portato in Georgia altri quattromila soldati (in tutto a questo punto ce ne sarebbero diecimila), hanno bloccato il porto di Poti. In generale la flotta russa deve impedire l’arrivo di armi in Georgia. Sulla costa georgiana del Mar Nero stazionano da ieri l’incrociatore Mosca, la nave da guerra Smetlivy e altre navi d’appoggio varie. Quindi bisogna vedere quali saranno le posizioni sul terreno all’effettivo cessate il fuoco prima di dire che «tutto tornerà come prima». Intanto le attività navali stanno provocando forti tensioni anche con l’Ucraina, altro paese che vuole entrare nella Nato.
• Sbaglio, o i russi stanno vincendo?
Forse stanno vincendo anche sul piano diplomatico. Il fatto è che i georgiani non sono completamente a posto. Un tentativo sull’Ossezia da parte loro c’è stato.
• A quali condizioni Putin potrà proclamarsi vincitore?
L’Ossezia e l’Abkhazia ancora più indipendenti se non addirittura libere.
• E il petrolio?
Sarebbe per Putin un altro elemento di vittoria: avere voce in capitolo nella gestione dell’oleodotto e del gasdotto georgiani su cui Mosca, fino ad ora, non ha la minima influenza.