La Gazzetta dello Sport, 12 aprile 2014
Marcello Dell’Utri è all’estero, in una località imprecisata, ufficialmente per curarsi. Ma siccome mercoledì scorso ne è stato deciso l’arresto, questo soggiorno per cura in terra straniera è stato senz’altro definito dai magistrati «una latitanza»
Marcello Dell’Utri è all’estero, in una località imprecisata, ufficialmente per curarsi. Ma siccome mercoledì scorso ne è stato deciso l’arresto, questo soggiorno per cura in terra straniera è stato senz’altro definito dai magistrati «una latitanza». Dell’Utri è il sodale di Berlusconi, quello che ha fondato Forza Italia, un uomo di gran peso nel centro-destra, dunque la condizione di “latitante”», per un uomo così, è clamorosa.
• Ma è poi davvero latitante? Perché s’è fatto vivo lui, di sua spontanea volontà, dicendo che si sta curando e che non intende sottrarsi alla giustizia...La dichiarazione, rilasciata all’Ansa, è questa: «Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria - per cui tra l’altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli». Segue un commento alla richiesta d’arresto: «Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo già all’estero per il periodo di cura e riposo. Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e fumus nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente. Mi auguro quindi che un processo ventennale, per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena, si possa concludere definitivamente e positivamente».
• Ah, la richiesta d’arresto è cautelare, cioè non è dovuta a una condanna.
La condanna è di un anno fa: sette anni per aver fatto da mediatore, secondo l’accusa, tra la mafia e Berlusconi. Gia allora il sostituto procuratore generale, Luigi Patronaggio, aveva chiesto che il condannato a sette anni fosse messo subito in carcere, senza aspettare la sentenza definitiva della Cassazione, perché a parer suo il pericolo di fuga era concreto. Senonché Dell’Utri aveva assistito a tutte le udienze, standosene all’hotel Delle Palme di Palermo a fumare sigari cubani e a respingere, con battute di amaro cinismo siculo, i cronisti. E s’era poi presentato anche al momento della lettura della sentenza - sette anni, per concorso esterno in associazione mafiosa - ostentando indifferenza o tranquillità o rassegnazione o cinismo, a seconda della sensibilità di chi guardava. Fatto sta che proprio il fatto di essere fisicamente presente in faccia al suo tribunale diede ai giudici l’argomento per respingere la richiesta d’arresto preventivo. «Se stava qua, che pericolo di fuga ci potrà mai essere?». In seguito fu chiesto al Tribunale di levargli il passaporto. E il Tribunale rispose che, per reati di criminalità organizzata, non era prevista quella sanzione, ma, in via cautelare, solo il carcere. E alla fine, mercoledì scorso, la richiesta di carcerazione preventiva presentata dalla Procura generale è stata accolta dalla Corte d’Appello di Palermo: ma a quel punto era inevitabile, l’uomo di Berlusconi era sparito da metà marzo. E, ci faccia caso, nel comunicato di ieri, in cui dice di non volersi sottrarre, non fa però sapere il luogo in cui si trova. Si sta curando, sì, ma dove?
• E sarebbe sparito perché?
Martedì prossimo la Cassazione deve pronunciarsi sulla sentenza dell’anno scorso che lo condanna a sette anni. La Cassazione già una volta si era espressa sul suo caso, e aveva annullato la prima condanna (sempre a sette anni) e ordinato di rifare l’Appello per svariati vizi. L’Apello ribadì poi la condanna tale e quale l’anno scorso e adesso sta arrivando la seconda pronuncia di Cassazione appena in tempo per evitare la prescrizione. La faccenda va avanti da vent’anni, e anche questo bisognerebbe discutere, alla fine.
• Dove potrà essersi nascosto?
Si ipotizza soprattutto San Domingo, per il fatto che Dell’Utri a un certo punto vendette una sua villa a Berlusconi e girò poi il gruzzolo che ne aveva ricavato proprio su una banca di San Domingo. È possibile però che San Domingo, se la storia della latitanza è vera, sia un punto d’approdo finale. Un testimone di cui non sappiamo il nome dice di aver viaggiato accanto a lui su un volo Parigi-Beirut del 24 marzo scorso. «Era in business e l’ho visto ritirare regolarmente il bagaglio». E però da Beirut quelli che controllano il traffico in entrata e in uscita hanno riferito all’Ansa che Dell’Utri non è mai arrivato in Libano. Si parla adesso di Guinea Bissau e di altre località esotiche. La Corte d’Appello di Palermo l’ha dichiarato intanto ufficialmente «latitante».
• Gli avvocati?
Mostrano di non sapere niente. L’avvocato Pino Di Peri, intervenendo a Effetto notte
su Radio24, ha detto: «Il dottore Dell’Utri ha problemi di salute che sta curando. Recentemente è andato in Francia per avere contatti con presidi ospedalieri che si occupano della materia cardiologica. Dalla Francia è poi tornato. Penso che quando ci sarà la Cassazione... deciderà lui. Ammesso che sia in condizioni fisiche di tornare. L’esito della Cassazione è veramente importante. Io l’ho incontrato a Milano due o tre settimane fa. Poi non l’ho visto più».