Roberto Raja, 6 agosto 1916
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Sesta battaglia dell’Isonzo
• Fronte italiano – All’alba 1.200 cannoni italiani cominciano un violento bombardamento sugli osservatori e sui comandi austriaci e poi sulle trincee nemiche tra i monti Sabotino e San Michele. Intorno alle quattro del pomeriggio l’assalto della fanteria. È l’inizio della sesta battaglia dell’Isonzo. Obiettivo anche questa volta Gorizia, ma rispetto ai tentativi precedenti Cadorna ha modificato la tattica: ha fatto affluire in gran segreto uomini e mezzi dal fronte trentino, ancora coinvolto nel contenimento della fase finale dell’offensiva austro-ungarica, ha reso disponibile una notevole massa d’artiglieria, anche con nuove armi come la bombarda, utile a spianare i reticolati, ha fatto preparare il terreno (le trincee italiane sono state spinte il più possibile in avanti, per accorciare il balzo allo scoperto durante l’assalto. Sulle pendici del Sabotino è stata costruita un’estesa rete di trincee e ricoveri nella roccia, facendo brillare anche 2.500 cariche a notte). In più, gli austriaci non credono possibile un’offensiva italiana nell’immediatezza delle battaglie sugli altipiani. Tanto che il comandante della piazza di Gorizia, il generale Erwin von Zeidler, si è preso una licenza, la prima dall’inizio della guerra, e si trova a Vienna.
• Cadorna ha affidato la direzione dell’offensiva al duca d’Aosta, che comanda la III armata e ha anche la responsabilità del VI corpo d’armata del generale Luigi Capello, che deve espugnare Gorizia e proseguire in profondità l’azione, nell’intento di spezzare l’Isonzo Armee (la V armata del Generale Boroević) e piegare su Trieste. L’altro grande obiettivo è il San Michele.