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 2014  aprile 11 Venerdì calendario

Biografia di Manuela Manenti

• Macerata Feltria (Pesaro e Urbino) 14 novembre 1955. Ingegnere. Nel giugno 2012 nominata esperto in materia di Edifici scolastici emergenziali dopo il sisma che colpì l’Emilia-Romagna il 20 e 29 maggio. In precedenza, era stata chiamata anche in seguito al terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009.
• «Pragmatica per definizione di genere; negata in cucina: “Sono riuscita a zuccherare per ben due volte i funghi porcini che mi ero azzardata a comperare; a bruciare la carta forno; a sciogliere un cucchiaio di plastica mentre leggevo rimestando la zuppa”; il suo compito è ricostruire, e in fretta, là dove una calamità ha distrutto. Sarebbe la signora Wolf, come in Pulp Fiction: risolve problemi. Racconta: “A gennaio del 2009 Guido Bertolaso, allora a capo della Protezione civile, mi convocò per diventare direttore generale della squadra di missione infrastrutture e strutture post emergenziali. Lasciai la società di ingegneria di cui ero socia, mi dimisi da presidente dell’ordine degli ingegneri di Pesaro Urbino, e come san Paolo sulla via di Damasco seguii la chiamata”. Il resto è cronaca. Una scossa di magnitudo 6,3 sconquassa la terra dell’aquilano alle 3.32 del mattino. Era il 6 aprile del 2009. Ci furono 308 morti, oltre 1500 feriti, dieci miliardi di euro di danni stimati. Manuela parte subito. La priorità sono le case e gli istituti, per poter ripopolare L’Aquila e i piccoli centri devastati dal sisma, Onna in testa. Il risultato sono 27 scuole prefabbricate e duemila casette di legno che ridanno almeno un poco di speranza in cinque mesi e, soprattutto, non fanno perdere un giorno di scuola ai ragazzi. “Ricordo certe visite notturne di Bertolaso in cantiere, alle tre del mattino, per far capire agli operai e a noi tecnici quanto fosse importante il lavoro di tutti. Con me era sempre severissimo e tagliente. Ma lo capisco: aveva un solo obiettivo, consegnare in fretta gli edifici. E poi mi aveva scelta lui, sapevo che mi stimava”. Passa Bertolaso, arriva Franco Gabrielli. Il rapporto di stima è immutato, ma il contratto di Manuela Manenti è in scadenza, e con la spending review non ci sono margini per la riconferma. “Dovevo andar via il 30 giugno del 2012. Un mese prima c’è il terremoto in Emilia. Vengo dirottata lì, forte della mia esperienza in Abruzzo. Ora faccio parte della struttura tecnica del commissario delegato Vasco Errani, che ha chiamato in Emilia Romagna coloro che avevano operato in altri recenti sismi. Lo scopo, qui, è ricostruire scuole, municipi, biblioteche, casette, edifici pubblici”. (…) “Ho due case, una a Pesaro, dove vivono i miei genitori e da dove sono partita; e una a Roma, dove vive mia figlia Francesca, architetto”. Gianni, suo marito da più di 38 anni, anche lui ingegnere conosciuto all’università, si rassegna: del resto conviene che la moglie stia lontana dai fornelli. Lei nel poco tempo libero legge (ultimo libro: Il giardiniere tenace, di John le Carré), guarda la tivù (ha una passione per l’agente speciale di Ncis, Leroy Jethro Gibbs) e, ormai sempre meno a causa dell’emergenza continua, viaggia ovunque nel mondo “soprattutto nei Paesi un po’ difficili, prima che entrasse in guerra siamo stati in Siria”. (…)» (Elvira Serra) [Iod 16/11/2013].
• Vuole essere chiamata «sempre e solo ingegnere, perché sono un’ingegnere con l’apostrofo! In questo caso le donne hanno qualcosa in più rispetto ai colleghi».
• Sposata con Gianni; una figlia, Francesca, che fa l’architetto.