Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 11 Venerdì calendario

Biografia di Agnese Landini

• Firenze 11 novembre 1976. Professoressa di lettere. Moglie di Matteo Renzi.
• Quando il marito è diventato premier lei ha preso un’aspettativa dall’Educandato della Santissima Annunziata di Firenze, dove insegnava da supplente: «L’ho fatto per dovere nei confronti di mio marito e per il piacere di stare con i miei figli. La famiglia viene prima di tutto».
• Fotografata una volta mentre prendeva una corsia preferenziale guidando la macchina privata del marito con il tagliando del permesso del comune di Firenze, si è così scusata: «Ero in ritardo per andare a scuola, ho preso una corsia preferenziale, ho sbagliato. Non risuccederà. Mi scuso se ho offeso la sensibilità di qualcuno e mi spiace richiamare su di me e sul mio lavoro un’attenzione che non voglio. Sentirmi paragonata alla Casta per aver percorso, sbagliando, qualche centinaio di metri di preferenziale mi sembra profondamente ingiusto. Ma mi aiuterà per il futuro a stare più attenta. Stavo guidando la macchina privata di mio marito Matteo. D’ora in poi starò attentissima a togliere il tagliando del permesso del comune di Firenze quando userò io l’auto. Quella mattina non l’ho fatto e mi dispiace molto. Sono una persona normale, che non riesce ad abituarsi all’idea di essere pedinata, tutti i giorni, da fotografi alla ricerca di presunti scoop , come gli autori di questo servizio o come i loro colleghi che mi hanno ripreso mentre giocavo con i miei bambini nel giardino di casa» (Gabriele Villa) [Grn 7/11/2013].
• È cattolica praticante. Ha un fratello sacerdote, don Filippo.
• Appassionata di musica classica e opera.
• Con Renzi si conobbero agli esercizi spirituali nell’Agesci, gli scout cattolici. Si sono sposati il 27 agosto 1999. Hanno tre figli: Francesco, Emanuele ed Ester.
• «Altri colli (quelli attorno a Firenze) facevano da sfondo all’infanzia scout della futura coppia: Agnese Landini e Matteo Renzi erano ancora bambini, non si conoscevano, frequentavano le zone di Rignano e Pontassieve, ma già avevano qualche esperienza di bivacchi, tende, fornelletti e musica da falò. Qualche anno più tardi, adolescenti, fecero amicizia (lui ha sempre detto “colpo di fulmine”, gli amici hanno sempre detto “non ha fatto breccia subito”). All’inizio, comunque, furono solo raduni dell’Agesci e ritiri spirituali, e per fortuna poi venne la settimana bianca a Madonna di Campiglio, dove, tanto per cambiare, ricorda Io donna, Renzi non fece immediatamente colpo sulla futura sposa. Già appassionata di letteratura, futura professoressa di Lettere precaria (…), Agnese, pur interessata, non aveva ancora sciolto la riserva su quel ragazzotto che partecipava alla Ruota della fortuna. Il definitivo gesto galeotto, dice la leggenda, fu la decisione di Matteo di scommettere, davanti a Mike Bongiorno, sulla “A” di Agnese (vincendo). Da lì la strada del corteggiamento fu in discesa, fino al matrimonio. Era il 1999 e i due sposini ascoltavano Lucio Dalla. Anna e Marco è la loro canzone, con la luna che in silenzio si avvicina e l’America lontana e la periferia da cui scappare – e però loro non sono scappati, anche se in America ci sono andati davvero, nel 2009, per festeggiare i dieci anni di matrimonio e dimenticare i cellulari tra i grattacieli. “Decisiva nella mia vita è stata la scelta di sposarmi giovane, non credo che mi sarei impegnato così presto in politica senza quel passaggio”, ha detto un giorno Matteo Renzi a Vanity Fair. Agnese aveva ventidue anni, il giorno delle nozze: non insegnava ancora, già faceva molto jogging e già pensava che sarebbe diventata mamma (tre figli) e docente. Non bisogna lamentarsi, dice a chi le ricorda la sua precarietà professionale. Bisogna fare il proprio dovere, dice da moglie per nulla pop del sindaco pop, molto devota e sorella di un sacerdote – poi però vengono i concerti, preferibilmente classici, e Agnese viene avvistata in città con abbigliamento da “sindaca”, dice un cronista mondano che la trova “leggermente overdressed” come quando si aggirava a un evento religioso con un “favoloso cappotto a quattro colletti”. (…) La signora Renzi, il cui orgoglio consiste nel definirsi “cittadina di Pontassieve”, è chiamata dai fiorentini burloni “ranch”, per via della decisione di restare nell’abitazione di famiglia ai margini della città (per proteggere i figli dai riflettori: non voglio che vengano considerati i “figli del sindaco”, ha detto) e per l’abitudine testarda (sua e soprattutto di suo marito) di andare a cena sempre nella stessa pizzeria dal nome texano dove andavano da sposini. Ma è Agnese che convince Matteo a recarsi due volte l’anno a Milano, a qualche sfilata Armani, magari, anche se poi sia lui sia lei vestono in tandem Scervino, creatore della cosiddetta – dalle dame locali – “nuvola rosa” con cui Agnese si presentò a un’altra prima musicale. Qualsiasi cosa succeda, dicono gli amici di Matteo Renzi, Matteo Renzi la notte cerca di tornare a dormire a casa, anche fossero le quattro di notte (tanto la mattina dopo si addormenta appena risale in macchina, sulla tangenziale) per fare colazione con Agnese e con i figli – non è un’imposizione della consorte, convinta che il sacrificio da primarie sia “per il bene di tutta la famiglia”, più che altro è un diktat che Renzi si autoimpone guardando l’esempio della moglie, molto presente con i bambini e molto convinta della necessità di mantenere con i figli un rapporto di qualità, se non di quantità (e si commuove, Agnese, dal retropalco, quando suo marito le dedica “la battaglia”, come a Verona, alla partenza del camper renziano). “Agne” e “Matte”, come li chiamano gli amici ex scout, credono molto a un matrimonio basato sulle parole di Franco Battiato in E ti vengo a cercare: “E ti vengo a cercare/anche solo per vederti o parlare/perché ho bisogno della tua presenza/per capire meglio la mia essenza/e ti vengo a cercare/con la scusa di doverti parlare/perché mi piace ciò che pensi e dici/perché in te vedo le mie radici”. Pensano che il cuore sia “razionale”, e che il marito e la moglie si scelgano giorno per giorno. In giro per Firenze, tra gli amici storici della coppia, gira un cd con le loro canzoni (oltre a Jovanotti c’è anche un incredibile Angelo Branduardi, mantra buono per le primarie: “Si può fare/si può fare/si può prendere o lasciare/puoi correre o volare…”). Agnese, comunque, con un maglione scuro che contraddiceva l’abbigliamento colorato delle occasioni ufficiali (per esempio quando è arrivato a Firenze Alberto di Monaco con Charlene, e lei si faceva fotografare in bianco con inserti in pizzo), è stata vista nello studio milanese della serata X factor delle primarie, con i candidati in piedi davanti al leggio negli studi di Sky. Non ha detto nulla, come al solito, forse le è uscita una lacrima, come al solito, forse ha deciso una volta di più di non comparire, ché la sua linea è sempre quella: “Ora è il tempo di Matteo”» (Marianna Rizzini) [Fog 17/11/2012].