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 2014  aprile 10 Giovedì calendario

Biografia di Roberto Adinolfi

• Mercato San Severino (Salerno) 1952. Manager. Amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (società del gruppo Ansaldo Energia, di proprietà di Finmeccanica). Il 7 maggio 2012, a Genova, fu gambizzato da due attentatori.
• Laureato in Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano, nella sua carriera si è occupato soprattutto di energia nucleare, lavorando in Italia e all’estero alla progettazione degli impianti italiani (tra cui Montalto, Trino Vercellese) e stranieri, costruiti dall’azienda di Finmeccanica. Dopo il referendum italiano sul nucleare, ha guidato, come direttore tecnico, il consorzio Ansaldo-Fiat, creato per la progettazione di nuovi reattori (Raoul De Forcade) [S24 7/5/2012].
• «L’amministratore delegato ha raccontato di essere uscito di casa come ogni mattina e di aver superato due “tipi strani” fermi su una moto. Uno dei due, che indossava un giubbotto scuro e un casco integrale, è poi sceso e gli ha sparato alle spalle. L’aggressore ha sparato con una pistola calibro 7.62, una Tokarev di fabbricazione est europea, del tipo usato dalle forze armate dei Paesi dell’Est, colpendolo all’altezza del polpaccio destro» (Antonella De Gregorio ed Erika Della Casa) [Cds 7/5/2012].
• Per l’attentato sono stati arrestati due anarchici: Alfredo Cospito, nato a Pescara e residente a Torino, ex squatter, e Nicola Gai, torinese, figlio di una insegnante e di un imprenditore. «Due documenti per rivelare che, a sparare all’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, ferito alle gambe a colpi di pistola la mattina del 7 maggio 2012 a Genova, sono stati proprio loro, gli anarchici del nucleo Olga-Fai Informale, i torinesi Alfredo Cospito e Nicola Gai, arrestati da Ros e Digos nel settembre 2012. (…) Nei due documenti, una confessione-rivendicazione piena. Con un avvertimento: “Il nucleo Olga-Fai/Fri è costituito solo da noi due, non cercate altri anarchici, abbiamo fatto tutto da soli”. Lo scritto di Cospito, titolo: “Dal ventre del Leviatano”, oltre alle citazioni di Bakunin ed Edgar Allan Poe, riporta anche una frase che avrebbe pronunciato il manager ferito: “Bastardi... so chi vi manda!”. Poi: “In una splendida mattina di maggio ho agito e in quelle poche ore ho goduto appieno della vita... Uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà è caduto ai miei piedi”. Segue una complessa analisi delle ragioni che lo hanno indotto a ferire un uomo. E conclude: “...Adinolfi lo abbiamo visto sorridere sornione dagli schermi televisivi, atteggiandosi a vittima, lo abbiamo visto dare lezioni nelle scuole contro il terrorismo... Ma io mi chiedo cos’è il terrorismo? Un colpo sparato, un dolore intenso, una ferita aperta o la minaccia incessante che una delle sue (di Adinolfi, ndr) centrali nucleari ci vomiti addosso morte e desolazione?”. Si prosegue con un omaggio all’anarchico svizzero Marco Camenisch, in carcere per l’omicidio di un poliziotto. Infine: “Morte alla civilizzazione, morte alla società tecnologica, lunga vita alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, lunga vita alla Fai/Fri. Viva l’Internazionale Nera, Viva l’anarchia”. Dettagli tecnici: la pistola Tokarev comprata per 300 euro; solo cinque appostamenti prima dell’agguato; la facilità per avere le informazioni su indirizzi e abitudini del manager. E una precisa minaccia: “Non c’è bisogno di una struttura militare per colpire chiunque”. Ancora: “Nicola guidava lo scooter, sono sceso e ho sparato”. Rimpianti: “Persi secondi preziosi per ascoltare la frase urlata di Adinolfi, lui riuscì a leggere in parte i numeri di targa... non basterà certo la condanna di questo tribunale a fare di noi i cattivi terroristi e di Adinolfi e Finmeccanica i benefattori dell’Umanità”. La confessione di Gai, figlio di un imprenditore di Moncalieri, è nel secondo documento: “Siamo stati noi soli, non vi affannate a cercare complici, non ci sono”. Altro: “Ho deciso di smetterla di partecipare a proteste simboliche (contro la devastazione della natura e dei territori, ndr) che troppo spesso non sono altro che manifestazioni di impotenza”. Scelta finale: sabotaggi e “azioni”» (Massimo Numa) [Sta 31/10/2013].
• Sposato con Anita Pivetti, tre figli maschi.