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 2014  aprile 05 Sabato calendario

Biografia di Alberto Bagnai

• Firenze 10 dicembre 1962. Economista. Insegna Politica economica alla Gabriele d’Annunzio di Pescara. Collabora con il Centro di ricerca in economia applicata alla globalizzazione dell’Università di Rouen (Francia). Si è occupato soprattutto di problemi di sostenibilità del debito pubblico ed estero, di economia europea e di economie emergenti, e delle relazioni fra commercio e crescita, scrivendo saggi su riviste e volumi specialistici per lo più all’estero.
• Scrive su il Fatto Quotidiano, lavoce.info e cura il blog di economia Goofynomics. Ha scritto anche sul Manifesto fino a che un furioso scontro con Rossana Rossanda ha messo fine alla collaborazione.
• Due libri: La crescita della Cina (Franco Angeli, 2010) e Il tramonto dell’euro (Imprimatur, 2012).
• «Il suo è il punto d’incontro obbligato per tutti gli euroscettici d’Italia e il fatto che sia anche uno dei blog più seguiti tra quelli di carattere economico, la dice lunga sul sentimento che serpeggia nel Paese e sulla frenesia con la quale i partiti stanno cercando di intercettare l’aria (nuova) che tira» (Marco Cobianchi) [Pan 3/12/2013].
• «Fra gli studiosi più critici del percorso di integrazione finanziaria e dei parametri di bilancio che hanno ispirato il Trattato di Maastricht e il Fiscal Compact. Ha pubblicato nel 2012 Il tramonto dell’euro. Come e perché la fine della moneta unica salverebbe democrazia e benessere in Europa, libro che interpreta la crisi attuale come sbocco prevedibile del percorso di integrazione monetaria. Bagnai è tra quei professori che proprio per le sue tesi sono corteggiati da movimenti e partiti. Rilevando come “gran parte degli studiosi avanzi ricette per salvare l’euro da se stesso modificando le regole di bilancio comunitarie”, si prefigge l’obiettivo di “salvare i cittadini dalla moneta unica”. Responsabile, a giudizio di una persona “orientata a sinistra che ha votato per il Partito comunista italiano finché ne ha avuto l’opportunità”, della compressione dei diritti delle classi lavoratrici, dell’umiliazione e del ricatto della precarietà imposto ai poveri e al ceto medio. Per lui l’unica prospettiva ragionevole è abbandonare la valuta comune a favore di “un’integrazione culturale, sociale ed economica”» (Edoardo Petti) [Iog 6/12/2013].
• Considerato un economista vicino a Grillo. «È un paradosso perché più volte ho criticato il M5S. Sull’euro la posizione del Movimento 5 Stelle è stata a lungo ambigua. Recentemente però ha dato spazio anche a posizioni più consone a quelle della scienza economica e io sono stato coinvolto per dare il mio contributo sull’argomento. Preciso però che io non sono affatto un economista grillino».
• È un flautista e un clavicembalista professionista, spesso in tournée con il suo ensemble.