3 aprile 2014
Tags : Maria Bianca Farina
Biografia di Maria Bianca Farina
• Roma 22 dicembre 1941. Dal 2007 amministratore delegato Poste Vita e Poste Assicura. Vicepresidente di Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici). Nel 2013 vincitrice del premio alla carriera della fondazione Marisa Bellisario. Ex vicedirettore generale di Ina.
• «Proporre polizze creative le viene facile perché, per indole, guarda sempre avanti. Le canzoni della sua gioventù, per dire, quelle anni Sessanta, le “fanno tristezza”. A lei piace Tiziano Ferro. È stata a un suo concerto e anche a uno di Carmen Consoli. E ama i film d’azione, più che i vecchi film sentimentali. I giornali preferisce leggerli su iPad. Veste contemporaneo, senza indulgenze verso i colori shock dei tailleur anni Settanta, rosa o rossi, che pure ha amato “ma che oggi sanno di vecchio”. (…) “Alle donne che lavorano dico che non bisogna mai rinunciare alla femminilità” (…) Alla Angela Merkel “dallo stile troppo duro” e alla Hillary Clinton “dallo stile troppo salottiero”, preferisce la pragmatica Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario internazionale. (…) “Mi misi a lavorare solo per aiutare i miei genitori: con la guerra, avevano subìto un capovolgimento finanziario. Trovai un impiego precario all’Aeronautica, traducevo manuali sui primi f-104. (…) Avevo per capo un vecchio colonnello scapolo, il resto erano giovani tenenti colonnelli, mi sentivo coccolata. Quando l’Ina mi mandò un modulo per un concorso di assunzione, non volevo rispondere, mi spinsero papà e mio marito. È stato il lavoro a cercare me. Erano tempi diversi”. Entrò in Ina a 22 anni. “A quell’età ero già sposata e con un bambino piccolo. Ho pensato spesso di lasciare per dedicarmi alla famiglia, mi sentivo in colpa. Negli anni Sessanta, si affermavano le nuove teorie sulla necessità che i genitori seguissero più da vicino i figli. Io, al mio Francesco, a tre anni, avevo già insegnato a leggere. Però mio marito, uomo eccezionale e manager petrolchimico bravissimo, mi spingeva ad andare avanti. Mi diceva: “Sei fatta per lavorare. Non vedi come ti diverti?”. Purtroppo, è mancato nel 1998. Il momento più difficile? “Quando nacque Chiara, la mia seconda figlia. Fu il giorno più felice della mia vita. L’avevamo chiamata così perché volevamo che col fratellino si replicasse il legame che c’era tra i santi Chiara e Francesco. Lo stesso giorno, però, scoprimmo che Francesco era malato. Se ne andò, per un tumore, in soli nove mesi. Però, uscii da quell’esperienza con la consapevolezza che, se avevo superato una simile tragedia, avrei potuto affrontare qualunque cosa. Lì imparai che i problemi si possono sempre relativizzare e sempre superare” (…)» (Candida Morvillo) [Iod 19/6/2013].
• Appassionata di cinema e di arte moderna e contemporanea.