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 2014  aprile 02 Mercoledì calendario

Sembra incredibile la notizia data ieri da Fiorenza Sarzanini del “Corriere della Sera”, e cioè che versando 40 mila euro i sospettati di aver pagato le ragazzine di Roma - quelle per le quali era stato affittato un appartamento ai Parioli - possono uscire dalla faccenda più o meno indenni, senza scontare neanche un giorno di carcere

Sembra incredibile la notizia data ieri da Fiorenza Sarzanini del “Corriere della Sera”, e cioè che versando 40 mila euro i sospettati di aver pagato le ragazzine di Roma - quelle per le quali era stato affittato un appartamento ai Parioli - possono uscire dalla faccenda più o meno indenni, senza scontare neanche un giorno di carcere.

Come stanno le cose?
La Sarzanini ha scritto che in alcuni casi l’accordo è già stato trovato: «Cinque mesi e dieci giorni, in alternativa 40 mila euro di pena pecuniaria sostitutiva oppure la libertà controllata [...] Ma non potrà valere per tutti, perché la linea della Procura sembra voler escludere anche chi frequentava abitualmente quella casa. Si decide volta per volta». C’è tutto un calcolo: «Il conto fatto dai pubblici ministeri per chi chiede di siglare l’accordo parte da una pena di un anno di reclusione che scende a 8 mesi considerando la concessione delle attenuanti dovute a chi non ha precedenti penali. Un ulteriore sconto di un terzo deriva dal patteggiamento, si arriva così a 5 mesi e 10 giorni. Ed è proprio su questo calcolo che si può scegliere l’alternativa. Se si opta per il pagamento della pena pecuniaria si devono calcolare 250 euro al giorno e dunque moltiplicando per 160 giorni di condanna inflitta si raggiungono i 40 mila euro. Se invece si sceglie di non pagare, si ha la possibilità di accedere alla “libertà controllata”». Questi passaggi dell’articolo ieri hanno provocato un putiferio. La Procura è dovuta intervenire, e però, se si legge bene il suo comunicato, non ha smentito.  

No?
Beh, giudichi lei, il testo è questo (anche se si tratta di note ufficiose, precedute dalla solita formula «ambienti della Procura di Roma precisano»): «Nulla, al momento, è stato ancora concordato e non c’è stato alcun assenso da parte di chi indaga. Il ricorso a questo rito alternativo è un’ipotesi prevista dal codice e sarà valutato caso per caso, anche alla luce della consapevolezza o meno dei clienti della minore età delle due ragazzine». Naturalmente, l’accordo può benissimo essere stato trovato, ma non ancora sottoscritto. Per il resto, i magistrati confermano perfettamente quello che scrive la nostra collega.  

In che consiste il putiferio?
La cosa ha scandalizzato parecchia gente. Il reato di “prostituzione minorile” ha un’aria talmente orrenda che l’idea di uscirne patteggiando sembra ripugnante. Per esempio, ecco Sandra Zampa, giornalista anche lei, ma poi portavoce di Prodi, deputato, vicepresidente del Pd e, soprattutto, vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza: «Il reato di sfruttamento della prostituzione minorile è un reato ignobile per il quale è sconcertante la possibilità di ricorrere a sconti di pena. E’ sconcertante che per un reato tanto grave come lo sfruttamento della prostituzione minorile, sia possibile ricorrere a sconti di pena tali da evitare il processo, lo dico pur nel pieno rispetto del lavoro dei giudici e senza alcun giudizio sui singoli soggetti che accederanno al patteggiamento per i recenti casi avvenuti a Roma. È evidente che occorre assumere al più presto provvedimenti e che la politica deve correggere una via d’uscita troppo veloce e semplice, come una pena pecuniaria». Bisogna sentire anche quello che dice Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti: «In Italia sta entrando dalla finestra l’orrendo istituto della “cauzione”, di americana memoria. In Italia la pena pecuniaria sta diventando cauzione, e arriva a coprire anche i reati più turpi». Ci sono poi un paio di mozioni parlamentari. Insomma, putiferio.  

Se ne saranno già tutti dimenticati domani.
Il fatto è che nel caso del patteggiamento i giudici applicano la legge, e la legge è stata approvata dai parlamentari. Aggiungo, e mi rendo impopolare, che non è bene intervenire sull’onda emotiva generata da un caso: tutte le esperienze precedenti dimostrano che leggi concepite in questo modo, cioè concepite in fretta e per fare bella figura con un ipotetico sentimento dell’opinione pubblica, hanno solo aumentato la confusione generale, già notevole, e peggiorato l’amministrazione della giustizia. Abbiamo parecchi articoli del codice che si occupano della prostituzione minorile (da 14 a 17 anni), della pedofilia (sotto i 14 anni), del consenso sessuale (da 14 anni in poi), eccetera. E anche il patteggiamento è regolato minuziosamente. Da una legge del 1987, modificata nel 2003.  

Che succede agli imputati se non pagano? Quanta galera possono fare?
Bisognerà vedere caso per caso, ma lo sbocco più probabile per la maggior parte dei professionisti coinvolti sono i cinque mesi e dieci giorni «in libertà controllata». Cioè: divieto di allontanarsi dal Comune di residenza; obbligo di firma in commissariato o presso la stazione dei carabinieri; divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni ed esplosivi, anche se è stata concessa la relativa autorizzazione di polizia; sospensione della patente di guida; ritiro del passaporto e di tutti gli altri documenti validi per l’espatrio.