28 marzo 2014
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Biografia di Chiara Clemente
• Roma 1978 (~). Regista. Stilista. Figlia del pittore Francesco (vedi).
• «La verità su se stessa Chiara ha capito dove cercarla a 12 anni, quando ha chiesto per Natale una videocamera e con quella ha cominciato a filmare tutto ciò che poteva. “Il primo risultato, alla fine del liceo: un confronto tra maschi amalfitani e newyorkesi. E non era per nulla imparziale: i ragazzi di qui, bruni nel sole, vincevano a mani basse”. E dopo quattro anni all’Art Center di Pasadena e altrettanti a Roma dove ha cominciato a lavorare per la Rai, ha realizzato Our City Dreams, la prima opera molto premiata: “Cinque capitoli su cinque artiste, da Marina Abramović a Nancy Spero, per raccontare diverse stagioni della vita sullo sfondo di New York”. Nel frattempo c’è stata la collaborazione con Apple, Baccarat, Levi’s. E, ora, la moda: bellissime T-shirt e foulard per Carte Blanche di Sportmax (…) “Avendo due fratelli e una sorella mi hanno sempre appassionato le mutazioni della memoria: lo stesso episodio familiare trasformato in ricordi differenti o che sembrano tuoi solo perché qualcun altro te li ha raccontati. Oggi con Internet è tutto così condiviso che il ricordo sembra congelato, fisso, senza dubbi. Volevo indagare su quest’apparenza: le mie foto sono mosse come se fossero in movimento, alludono all’incertezza di un vissuto che forse è diverso”. Due delle immagini riprodotte su stoffa e seta sono state scattate sulla costiera amalfitana, “la mia seconda casa, da cinque generazioni appartiene ai Primicerio, la famiglia di mia madre. Mare, giardino di limoni e 189 scalini: ci arrivi solo a piedi, o con il ciuccio (…) È il posto dove ci sono più ricordi di me nel tempo, tre mesi d’estate con nonno Ferdinando e nonna Teresa tutti gli anni dacché ero bambina. È anche la casa dove è stato concepito mio figlio, o figlia...”. (…) “(…) Con due genitori scatenati non ho mai vissuto il mio periodo da matta. Anzi, per dimostrare quanto fossi responsabile e un po’ capatosta, come diceva mio nonno: già a tre anni mamma mi mandava da sola a comprare il panino con la mortadella, qui a Roma, nel negozio all’angolo”. (…) “Fino a quando avevo dieci anni, prima che nascessero i due gemelli maschi, siamo vissuti a New York nello studio di papà. Magari davanti a una tela mia sorella piccola con una ditata aggiungeva uno sbaffo di colore, io girando intorno ai suoi quadri, letteralmente, ci sono cresciuta. E tutte le sere, con i loro amici Allen Ginsberg, Basquiat, o Keith Haring che ci lasciava giocare interi pomeriggi nel suo atelier, c’eravamo sempre anche noi in cucina: non c’erano i grandi e i bambini da mandare a letto. Molto di ciò che sono viene da lì, dalle parole udite e immagazzinate, dalle loro vite stravaganti e tormentate che non seguivano il cool ma solo la propria ispirazione, da questa appassionata comunità di adulti affettuosi seduti intorno a un tavolo per assaggiare i piatti di mia madre. Allora non c’erano star, le star stavano solo a Hollywood”. La cucina italiana e la comunità americana, l’estate in costiera e la scuola a New York. E l’India che suo padre scoprì giovanissimo nei lunghi viaggi con Alighiero Boetti: “Viaggiare affrontando situazioni scomode, piegandoti alla realtà locale, è essenziale, l’esperienza migliore della vita. Avevo appena tre mesi quando i miei mi hanno portato in India. Avevamo una casa a Madras con un albero di mango, mangiavamo i frutti ancora verdi con il sale. E mi ricordo un episodio che è diventato una leggenda di famiglia: avevo dato una caramella a una scimmia che non mollava più la mia mano, e mentre mamma urlava, un cane randagio che ci seguiva sempre era intervenuto abbaiando e la scimmia era scappata via”. (…) “Dico sempre che non sono americana, ma newyorkese. E l’ho capito solo dopo quattro anni a Roma. L’Italia è un sogno. Però, forse, tutto è troppo bello e buono, cibo, arte, persone calde: è come se ci fosse un deficit di carica. A New York, che è frenetica, sono molto rilassata, a Roma, che è rilassata di suo, divento frenetica. Sarà un problema mio: non ho radici se non in mille posti, a parte la mia famiglia s’intende. Ma se potessi scegliere, ecco: vorrei che fosse così anche per mio figlio”» (Raffaella Carretta) [Ami 20/3/2014].
• Vive tra New York, Roma e Amalfi.
• Fidanzata con lo scrittore Tyler Thompson, sono in attesa di un figlio (aprile 2014). Si sposeranno ad Amalfi a luglio 2014: «Tyler è di San Francisco, la sua famiglia è opposta alla mia che vede genitori innamorati da 40 anni: sono tutti divorziati e super amici. A Natale, tra fidanzati attuali ed ex, figli vecchi e nuovi, eravamo in 60. Wow, bellissimo, gli ho detto: però, mi piacerebbe se tra noi durasse per sempre. Oggi è così facile lasciarsi».