La Gazzetta dello Sport, 28 marzo 2014
Ieri il presidente Obama è venuto a Roma e ha incontrato, nell’ordine, il Papa, il presidente Napolitano (con cui ha pranzato) e nel primo pomeriggio Matteo Renzi
Ieri il presidente Obama è venuto a Roma e ha incontrato, nell’ordine, il Papa, il presidente Napolitano (con cui ha pranzato) e nel primo pomeriggio Matteo Renzi. I discorsi sono stati, come sempre in questi casi, un trionfo di genericità e di retorica. E tuttavia qualche sugo politico è ancora possibile trarne.
• Cominciamo a liberarci dei doveri di cronaca.
Il presidente è arrivato in realtà mercoledì sera e ha dormito a Villa Taverna (quartiere Parioli), ospite dell’ambasciatore John Phillips. Quando il presidente è in giro, la sicurezza mette generalmente in campo 800 uomini e infatti Roma ieri è stata paralizzata dalle misure predisposte per evitare incidenti: cassonetti sigillati, tombini costantemente controllati, uomini dei servizi mischiati ai turisti. Non s’è potuto parcheggiare intorno al Palazzo Margherita, sede dell`ambasciata americana di via Veneto e, ieri, nelle zone antistanti al Vaticano, intorno al Quirinale e a Villa Madama, dove s’è svolto l’incontro col premier. Chiusa la fermata della metro “Colosseo”, inaccessibile via dei Fori Imperiali ad auto e pedoni, soppresse le fermate degli autobus nelle vicinanze. Obama s’è mosso in un corteo di 26 auto blindate e otto motociclette. È andato prima a trovare il Pontefice, e qui c’è stato l’incidente delle medaglie che Francesco aveva preparato come dono per il presidente: al momento topico sono cadute in terra e, raccolte da monsignor Ganswein, sono cadute di nuovo. Grandi risate. Obama era senza moglie e figlie.
• Obama non ha regalato niente a Francesco?
Una scatola di cuoio contenente semi di frutta e verdura provenienti dall’orto della Casa Bianca. L’orto della Casa Bianca va inquadrato all’interno delle smanie salutiste di Michelle, e il presidente – tutto elogi per la moglie – lo ha pure ricordato. Obama ha detto che il dono dei semi gli è venuto in mente quando ha saputo che il pontefice aveva aperto al pubblico i 55 ettari della Villa di Castelgandolfo. «La Villa di Castelgandolfo è più grande della Città del Vaticano!» ha osservato Bergoglio. E Obama lo ha invitato alla Casa Bianca per visitare il giardino della moglie. «Come no!» ha risposto Francesco («gli americani impazziranno per vedere il Santo Padre» ha aggiunto Obama).
• Ma Obama è cattolico?
«Cristiano» ha sempre detto. E non si sa che cristiano sia. Le suore americane vanno matte per la sua riforma sanitaria, mentre i vescovi Usa ce l’hanno con lui per la legislazione filoabortista. Sembra che della questione “aborto” ieri abbiano parlato... Dell’incontro con Renzi diremo questo: che erano tutti e due vestiti di blu, ma l’italiano aveva la cravatta rossa e l’americano la cravatta azzurra. Finite le pacche sulle spalle col nostro premier (invitato anche lui alla Casa Bianca: i telegiornali americani hanno insistito parecchio sul concetto che Renzi è il più giovane presidente del Consiglio della storia d’Italia), Obama è andato a visitare il Colosseo, però privatamente. Passeggiandoci dentro ha esclamato: «Ma è più grande di certi nostri stadi di baseball!». Quel pettegolo di Roberto D’Agostino insinua che il sindaco Marino abbia fatto carte false per accompagnarlo, e che la sicurezza lo abbia dolcemente, ma inesorabilmente, respinto.
• Veniamo adesso ai fatti politici.
In mezzo a una serie di prese di posizione scontate e ben note (la lotta ai poveri, esaltata soprattutto nell’incontro con Francesco, «sono impressionato dall’energia di Renzi», «l’Italia è fortunata ad avere un uomo di Stato come Napolitano, così forte, un uomo che aiuta il Paese in momenti tanto difficili», «sosterremo l’Ucraina», «speriamo che la Russia si convinca alla via diplomatica», ecc.) noto quattro punti interessanti. Il primo: l’annuncio che gli Stati Uniti parteciperanno all’Expo «con un padiglione bellissimo» (commento immediato di Maroni: «Finalmente!»). Il secondo: la sottile critica ai tedeschi per la politica del rigore. «La crescita europea va ancora al rallentatore e la disoccupazione è alta...»
• Certo, lui è favorevole a una politica espansiva perché col braccino corto dei tedeschi gli americani, in Europa, vendono poco...
Sì, ma ha anche detto: «Qualche anno fa ero preoccupato per l’euro che appariva fuori controllo, poi grazie anche alla Bce la situazione finanziaria si è stabilizzata». Terzo: Renzi gli ha chiesto un aiuto sulla faccenda dei marò e mi pare di capire che la diplomazia americana, sul punto, si darà da fare (la linea italiana adesso è di non riconoscere la giurisdizione indiana e di non mandare perciò i nostri due connazionali in aula). Quarto: la faccenda degli F35, di cui la ministra Pinotti aveva imprudentemente annunciato il taglio. Obama non ha nominato i caccia direttamente, ma s’è lamentato dello scarso impegno militare, in termini di budget, degli europei rispetto a quello che mettono in campo gli Stati Uniti e la Nato. Appena l’1% dello sforzo economico complessivo! Renzi ha risposto con un certo impaccio che il bilancio della nostra Difesa andrà studiato meglio. Certo, noi siamo abituati da sessant’anni a fare i conti dando, non solo per ragioni ideologiche, importanza relativa agli investimenti in armi. Ma se gli Stati Uniti e la Nato dovessero decidere di risparmiare su questa voce di costo...