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 2014  marzo 27 Giovedì calendario

Biografia di Frank Cimini

• New Haven (Connecticut) luglio 1953. Cronista giudiziario. Ex ferroviere, poi praticante al Manifesto, per venticinque anni al Mattino, inviato al Palazzo di Giustizia di Milano. In pensione dalla fine del 2013, cura un blog, Giustiziami.it.
• «“Antonio Di Pietro è meno intelligente di me”: nel 1992, quando i cronisti di tutta Italia scodinzolavano dietro il pm milanese, Frank Cimini fu l’unico cronista giudiziario a uscire dal coro. (…) Sul motivo dell’ubriacatura collettiva dei mass media a favore del pm, Cimini ha idee precise: “C’era un problema reale, la gente non ne poteva più dei politici che rubavano, e la magistratura ha colto l’occasione per prendere il potere. Di Pietro si è trovato lì, la sua corporazione lo ha usato. Mani pulite era un fatto politico, lui era il classico arrampicatore sociale che voleva fare carriera. Infatti appena potuto si è candidato: non in un partito qualunque, ma nelle fila dell’unico partito miracolato dalle indagini”. Uomo indubbiamente di sinistra, e anche di ultrasinistra (“ma faccio l’intervista al Giornale perché sennò nessuno mi sta a sentire”) Cimini (ex Manifesto, ex Mattino, ex Agcom, ex Tmnews) resterà nel palazzo di giustizia milanese come redattore del suo blog, giustiziami.it. E continuerà, dietro l’usbergo dell’enorme barba e dell’indipendenza, a dire cose per cui chiunque altro verrebbe arrestato. Sulla sudditanza degli editori verso il pool di Mani Pulite ha idee precise: “Gli editori in Italia non sono editori puri ma imprenditori che hanno un’altra attività, e come tali erano sotto scacco del pool: c’è stato un rapporto di do ut des. Per questo i giornali di tutti gli imprenditori hanno appoggiato Mani pulite in cambio di farla franca. Infatti poi l’unico su cui si è indagato in modo approfondito, cioè Berlusconi, è stato indagato in quanto era sceso in politica, sennò sarebbe stato miracolato anche lui. C’è stato un approfondimento di indagine, uso un eufemismo, che non ha pari in alcun paese occidentale. Ma lui dovrebbe fare mea culpa perché anche le sue tv hanno appoggiato la Procura”. Da allora, dice Cimini, nulla è cambiato: nessuno controlla i magistrati. “Il problema è che la politica è ancora debole, così la magistratura fa quello che vuole. Il centrosinistra mantiene lo status quo perché spera di usare i pm contro i suoi avversari politici ma soprattutto perché gran parte del ceto politico del centrosinistra è ricattato dalle procure. Basta vedere come escono le cose, Vendola, la Lorenzetti, e come certe notizie spariscono all’improvviso”. Nello strapotere della magistratura quanto conta l’ideologia e quanto la sete di potere? “L’ideologia non c’entra più niente, quella delle toghe rosse è una cavolata che Berlusconi dice perché il suo elettorato così capisce. Ma le toghe rosse non ci sono più, da quando è iniziata Mani pulite il progetto politico che era di Borrelli e non certo di Di Pietro o del povero Occhetto è stata la conquista del potere assoluto da parte della magistratura che ha ottenuto lo stravolgimento dello Stato di diritto con la legge sui pentiti. Un vulnus da cui la giustizia non si è più ripresa e che ha esteso i suoi effetti dai processi di mafia a quelli politici. Oggi c’è in galera uno come Guarischi che avrà le sue colpe, ma lo tengono dentro solo perché vogliono che faccia il nome di Formigoni”. Conoscitore profondo del palazzaccio milanese, capace di battute irriferibili, Cimini riesce a farsi perdonare dai giudici anche i suoi giudizi su Caselli (“un professionista dell’emergenza”) e soprattutto la diagnosi impietosa di quanto avviene quotidianamente nelle aule: “Hanno usato il codice come carta igienica, hanno fatto cose da pazzi e continuano a farle”. Chi passa le notizie ai giornali? “Nelle indagini preliminari c’è uno strapotere della Procura che dà le notizie scientemente per rafforzare politicamente l’accusa”. E i cronisti si lasciano usare? “Se stessimo a chiederci perché ci passano le notizie, i giornali uscirebbero in bianco”» (Luca Fazzo) [Grn 2/12/2013].
A sentirti parlare, sembra che tu abbia in odio i magistrati… «Non è che li odio. Credo sia una categoria che ha acquisito un potere spropositato per il suo ruolo, non è che ce l’ho coi singoli. Colpa della politica, ma loro questo ruolo se lo sono preso». Tu riesci a dire ai magistrati cose terribili e loro ridono. Altri verrebbero arrestati. Ma come fai? «Non lo so». L’ultima cosa terribile che hai detto? «A un pm dell’inchiesta sul San Raffaele ho spiegato che al processo la Procura ha fatto un sacco di cazzate». Indimenticabile una tua battuta su Ruby al procuratore Bruti Liberati… «Gli dissi che stavano facendo un processo a Berlusconi per un pelo di fica. Lui rise e m’invitò a usare un linguaggio più consono al luogo» (da un’intervista a Giustiziami.it).