La Gazzetta dello Sport, 26 marzo 2014
Oggi Obama viene a Roma e incontra Renzi, ieri era all’Aja al summit sulla sicurezza nucleare. I problemi sono tanti, ma si parla solo della Russia, dell’Ucraina, della Crimea, cioè di Putin, nuova maschera del male delle mitologie occidentali
Oggi Obama viene a Roma e incontra Renzi, ieri era all’Aja al summit sulla sicurezza nucleare. I problemi sono tanti, ma si parla solo della Russia, dell’Ucraina, della Crimea, cioè di Putin, nuova maschera del male delle mitologie occidentali.
• Guerra? Glielo domando perché so di movimenti di truppe russe ai confini con l’Ucraina orientale, di minoranze russe che dalle repubbliche baltiche ex sovietiche invocano a Mosca la liberazione, mentre polacchi, estoni, lettoni, lituani avrebbero chiesto la protezione della Nato contro il risorto orso russo che sembra tenti di papparsi territori che erano già suoi ai tempi del comunismo.
Sì, per ora si parla solo di questo. Ieri Obama ha detto: «Sta alla Russia agire in modo responsabile dimostrandosi disponibile a rispettare le norme internazionali: se non lo farà dovrà aspettarsi costi ulteriori». Se la Russia «andrà oltre» sono pronte sanzioni settoriali che possono colpire l’energia, la finanza ed il commercio. «Se il popolo ucraino potrà prendere una decisione credo che sarà quella di avere rapporti sia con la Russia che con l’Europa, in un gioco in cui tutti possono guadagnare qualcosa». «Ci stiamo organizzando in modo ancora più intenso per fare in modo che ci siano piani di emergenza e tutti gli alleati abbiano delle garanzie. Agiremo in loro difesa qualunque cosa accada: questa è la Nato. Ogni alleato della Nato ha la rassicurazione che tutti noi, inclusi gli Stati Uniti, ribadiamo pieno sostegno al concetto di difesa collettiva previsto dall’art.5 del Patto Atlantico. Ci sono momenti in cui l’azione militare può essere giustificata». Per inciso, Hollande ha fatto sapere che invierà quattro caccia (due Rafale e due Mirage) per «rassicurare i nostri fratelli polacchi e baltici». La Polonia è sotto la protezione degli Awacs americani (aerei spia) e vuole accelerare la messa in opera dello scudo stellare Usa.
• Se Putin ha ammassato truppe al confine con l’Ucraina, perché Obama non interviene?
«Per il momento sono sul territorio russo e finché rimangono lì è solo un atto di intimidazione ma è legalmente accettabile». Il fatto è che Obama non ha più credibilità in queste faccende.
• Perché?
Per esempio, aveva detto che avrebbe attaccato militarmente Assad se questi avesse adoperato le armi chimiche, ma venuto il momento ha solo minacciato senza mettere in pratica niente. Putin s’è permesso di proclamare che tutte le guerre americane si sono risolte in un disastro, s’è persino beffato della pretesa americana di essere il nume tutelare della democrazia scrivendo un articolo sul "New York Times"...
• Le sanzioni alla Russia però sono arrivate per davvero.
Per ora si tratta di roba da poco, sia nella versione europea che in quella americana. Sospensione dei visti e congelamento dei fondi da parte dell’Europa per ventuno personaggi russi e ucraini filorussi (tra cui Yanukovich) di livello medio-basso. Undici notabili filo-Putin, ma di livello più alto, sanzionati allo stesso modo dagli Stati Uniti. C’è stata poi la sospensione della Russia dal G8, divenuto perciò G7, e la cancellazione del vertice di Sochi. Schiaffi sopportabili, tutto sommato. Obama minaccia di passare alla fase 2 (nuove sanzioni a personaggi più in vista) e addirittura alla fase 3, in cui si interverrebbe per danneggiare la politica energetica e finanziaria di Mosca. Qui però casca l’asino, perché in Europa gli vanno dietro sul serio solo gli inglesi.
• Col che veniamo al punto dell’incontro di oggi con Renzi.
L’Italia finora è sulle stesse posizioni tedesche: lo zar russo sarà inaffidabile, l’operazione Crimea sarà illegale, tutto quello che vuoi, però sia gli italiani che i tedeschi hanno bisogno di Putin per il gas: il loro fabbisogno dipende dalla Russia per un buon 30 per cento. Tralasciando le altre voci dell’interscambio, fondamentali specialmente per la Germania che ha un traffico di merci con Mosca doppio di quello che ha con gli Usa. La Merkel parla benissimo russo e si sente quasi ogni giorno con Putin. Obama potrebbe varare una legge per abrogare il divieto di esportare idrocarburi e quindi vendere all’Europa il suo petrolio. C’è poi la carta dello shale-gas
: domenica il Dipartimento americano all’Energia ha autorizzato l’esportazione in Europa di 0,8 miliardi di piedi cubici al giorno di gas liquefatto. Ben Rhodes, viceconsigliere per la Sicurezza nazionale, spiega che «la diversificazione delle fonti può essere un fattore mitigante dell’impatto economico provocato dalle sanzioni». C’è un solo "ma": secondo i tecnici, fino alla fine del 2015 gli Stati Uniti non avranno i mezzi per esportare in Europa il loro gas.