25 marzo 2014
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Biografia di Michele Bravi
• Città di Castello (Perugia) 19 dicembre 1994. Cantante. Vincitore dell’edizione 2013 di X Factor. L’inedito portato al programma, La vita e la felicità, è stato scritto da Zibba e Tiziano Ferro.
• «L’hanno già soprannominato il “Gianni Morandi 2.0”, o anche “un Harry Potter rivisitato da Tim Burton”. Ma Michele Bravi, trionfatore di X Factor, per tutti rimarrà sempre il “tesorino”, come lo ha ribattezzato una Simona Ventura in versione amorosa zia. Lui non si scompone per questo tris di nomignoli. Solo se gli dici che, forse, a conquistare il pubblico è stata la sua aria di bravo ragazzo, sbotta: “Io non so se sono un bravo ragazzo, lo dite voi”. E confessa: “In realtà sono prepotente, quello che mio è mio. E anche molto disilluso. Sono una persona complicata: da 19 anni cerco di capirmi e non ci riesco”. In ogni caso Michele ha conquistato il pubblico di X Factor, specie quello femminile, con la sua semplicità, serietà e umiltà. Il trionfatore di questa edizione, pupillo di Morgan, ha dedicato la vittoria a se stesso (“Me lo merito!”, esclama) e al nonno Luigi, che lo è venuto a trovare nel loft a Milano, lo ha accolto a Città di Castello quando è tornato per il concerto prima della finalissima, ed è diventato anche lui un personaggio. “Mio nonno è una caricatura vivente”, dice. Il che non sembra esattamente un complimento, ma poi lui precisa: “Ha l’entusiasmo di un bambino, è un grande. E mi ha insegnato che se vuoi qualcosa te la devi sudare”. Michele (…) viene da una solida e unita famiglia borghese (il padre è oncologo e consigliere provinciale del Pd), ha frequentato il liceo classico, alla maturità ha preso 100, il massimo dei voti, e non intende rinunciare all’università. “Mi iscriverò a Filosofia”, dice. “Anche se fai il cantante devi avere dei riferimenti culturali, se no di che canti?”. A volte sembra quasi troppo adulto per la sua età: glissa sul fenomeno One Direction, la boy band fenomeno del momento, ospite della finalissima, (“Non li ho mai seguiti”, ammette, “ma non faccio lo snob, se piacciono un motivo ci sarà”) e spiega che ha passato l’adolescenza ad ascoltare i grandi cantautori italiani come Ivano Fossati, Gino Paoli e Fabrizio De André. Guai a cercare di approfondire sulla vita privata: il ragazzo si irrigidisce di colpo. Di sicuro è single, ma non crede che l’improvvisa fama gli sottrarrà tempo per eventuali innamoramenti. “L’amore non si può programmare, se capiterà l’occasione non mi tirerò certo indietro”, dice» (Dea Verna) [Ogg 18/12/2013].
• «Ho sempre cantato da bambino nel coro ma poi, da adolescente, mi è cambiata la voce e la nuova non mi piaceva, non mi riconoscevo più. Ho continuato a coltivare la musica, ma solo ascoltandola. A 16 anni mi sono esibito nel classico karaoke con gli amici e ho fatto una performance orrenda: in quel momento ho deciso che avrei dovuto riscattarmi. Ho iniziato a cantare nei locali della zona e un bel giorno due ragazzi dell’accademia mi hanno chiesto se volevo seguire dei corsi di canto. Ho studiato per un anno prima di arrivare al talent» (a Sara Faillaci) [Vty 18/12/2013].
• Ha due sorelle, una più grande e una più piccola.
• Ha cinque cani: «Con uno vivo in simbiosi, ci dormo, come fosse il mio orsacchiotto. L’ho chiamato Rita Levi Montalcini perché quello che avevo prima è morto giovane; il nome doveva essere garanzia di longevità, poi se ne è andata anche lei. Speriamo bene» [Faillaci, cit.].
• È superstizioso: «A ogni esibizione mi porto dietro uno zainetto con un reliquiario, che poi lascio dietro le quinte. Preparo un altarino in cui c’è di tutto: un pupazzetto che mi ha regalato mia sorella, un pacchetto di sale, corni e braccialetti» [Verna, cit.].
• Ha rinunciato a partecipare al Festival di Sanremo 2014: «Troppo presto, troppo di corsa, non avrei avuto il tempo di fare qualcosa che rispondesse davvero a quello che voglio fare. Di canzoni me ne hanno proposte anche di belle, ma non penso che sarebbe stato giusto per me partecipare. Preferisco lavorare con attenzione al mio album. (…) Mia madre, quando gliel’ho spiegato al telefono, mi ha detto che ero pazzo!» (a Ernesto Assante) [Rep 24/12/2013].
• Ha cantato la colonna sonora del film di Carlo Verdone Sotto una buona stella (2014), scritta da Federico Zampaglione.