25 marzo 2014
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Biografia di Antonio Binni
• Bologna 17 gennaio 1937. Avvocato civilista. Il 14 dicembre 2013 eletto Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro per il triennio 2013-2016 della Gran Loggia d’Italia degli Alam (Antichi liberi accettati muratori).
• «La P2 ha avuto un effetto deleterio sulla parola massoneria. In ogni caso in Italia ci sono 187 obbedienze e le differenze ci sono: nella Gran Loggia d’Italia, ad esempio, hanno spazio anche le donne, che io giudico fondamentali, soprattutto per la loro sensibilità e dolcezza. Invece nel Grande Oriente d’Italia, altra loggia importante, le donne non possono iscriversi. (…) La massoneria era potente nell’Ottocento perché era legata alla politica. Oggi i poteri forti sono le banche, i sindacati e i politici. Un’autorevolezza speciale compete pure alla magistratura: conta più un pm che un gran maestro. In ogni caso nella nostra associazione non discutiamo mai né di politica né di religione» (ad Alberto Di Majo) [Tmp 20/1/2014].
• «Non ha paura di essere elitario, un filo démodé. La sua obbedienza, che una volta stava a Roma in piazza del Gesù e oggi si è spostata poco distante a palazzo Vitelleschi, è la seconda sotto il profilo numerico dopo il Grande Oriente con 10 mila iscritti (500 logge) ed è sempre passata per essere più conservatrice rispetto al Goi, oltre che collegata al Grande Oriente di Francia (52 mila iscritti) mentre il Goi si richiamava ai fratelli inglesi della Gran Loggia Unita. L’elezione di Binni – suo zio era l’italianista Walter – è stata una conferma della linea di continuità con il passato contro i progetti rottamatori dell’avversario Luciano Romoli. La parola d’ordine è “pochi ma buoni” contro l’espansionismo modernista del Goi di Gustavo Raffi. “Lui si è dichiarato massone in jeans. Io sono massone in blazer e non vengo remunerato per la mia carica”, dice Binni. “Non lo dico per fare polemica con lui. Abbiamo buoni rapporti con il Grande Oriente d’Italia ma la nostra linea punta di più sugli aspetti culturali, è più restrittiva. E quando un profano ‘bussa’ da noi per ottenere l’affiliazione, non ci limitiamo a richiedere il certificato penale o i carichi pendenti, ma ci informiamo con la nostra rete locale e pretendiamo che ci sia qualcuno che presenti il candidato facendosene garante. Questo ci ha tenuti lontano dagli scandali giudiziari tipo P2 che, pur essendo una loggia coperta del Goi e non nostra, ci attirò un mese di perquisizioni” (…)» (Esp 10/3/2014).