Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 25 Martedì calendario

Biografia di Domenico Berardi

• Cariati (Cosenza) 1 agosto 1994. Calciatore. Attaccante. Del Sassuolo, in prestito dalla Juventus. Il 12 gennaio 2014 segnò quattro gol contro il Milan (partita terminata 4-3).
• «La favola comincia quattro anni fa, quando l’allora 15enne Domenico Berardi lascia Bocchigliero, paesino di 1.500 anime in provincia di Cosenza, per andare a trovare il fratello, ex piastrellista e poi studente di Scienze infermieristiche a Modena. Durante una partitella di calcetto, il ragazzo di Calabria viene scoperto da un talent scout del Sassuolo (Luciano Carlino) e subito tesserato dal settore giovanile neroverde. Una grande stagione con la Primavera gli schiude le porte della prima squadra di Di Francesco (…). Sempre attenta alla meglio gioventù italiana, la Juventus si assicura metà del suo cartellino nell’ambito dell’affare che porta Marrone in comproprietà al Sassuolo, lasciando però Berardi in prestito gratuito in Emilia. Dove continua a incantare: 11 gol, lo stesso bottino in questa stagione di Tevez, in appena 14 giornate, con la migliore media realizzativa del torneo (una rete ogni 96’). Il primo centro (inutile) su rigore a Parma, la prima tripletta il 3 novembre (2013) in casa della Sampdoria (quarto più giovane di sempre a calare un tris in A), il primo storico poker, proprio alla squadra del cuore del suo presidente Squinzi. È il secondo giocatore più giovane, dopo un certo Silvio Piola, ad aver realizzato una quaterna in Serie A, nonché l’unico giocatore nella storia ad aver segnato quattro reti al Milan nella stessa partita (di più: in appena 32 minuti). Pochissima ribalta catodica, per lui, nel dopo-partita al Mapei Stadium. Domenico ha zavorrato l’entusiasmo, condensando tutto nell’intervista flash a bordocampo, prima di dribblare le altre telecamere e lasciare lo stadio con il pallone sotto il braccio: “Non dimenticherò mai questa serata”. Quattro dediche per altrettanti gol: “Alla mia famiglia, alla mia ragazza, al mister che si giocava il posto e al mio compagno di squadra Acerbi”. Un pensiero per tutti, anche per l’amico al quale regalerà la maglia ottenuta a fine partita da Kakà. Un gol più bello dell’altro. “La terza rete è tanta roba”. (…) Del resto il ragazzo ha davvero tutto: tecnica sopraffina, gran sinistro, dribbling mortifero, fiuto del gol e altruismo» (Timothy Ormezzano) [Rep 13/1/2014].
• «C’è solo un posto dove Domenico Berardi, il ragazzo di Calabria capace di annientare Milan e Allegri con un poker di reti, si sente al sicuro: Bocchigliero. Su questa terrazza alta 900 metri con doppia vista spettacolare (da un parte il mare Ionio, dall’altra i boschi della Sila) l’attaccante che ha acceso la fantasia degli italiani in vista del Mondiale ha mosso i primi passi, inseguendo sogni e palloni. (…) Francesco Marra snocciola ricordi su un bimbo biondo nato per giocare a calcio. “Quando Domenico aveva 7-8 anni è entrato a far parte della squadra del paese, ero il direttore sportivo. A quell’età tutti sognano di diventare calciatori, lui pensava solo a divertirsi. Magari palleggiando per 20 minuti senza mai sbagliare. Un fenomeno”. A Bocchigliero sono tutti orgogliosi di Berardi: “È nato a Cariati perché lì c’è l’ospedale, ma è di qui. Lui lo puntualizza sempre le poche volte che parla...”. Già, perché questo carattere ombroso da far storcere il naso agli addetti ai lavori? “È soltanto timido e riservato – spiega Marra –. Non dimentichiamo che ha 19 anni: Bocchigliero è la sua isola”. Dove è stato fondato il primo fan club Domenico Berardi: quando gioca il Sassuolo questo angolo nascosto di Calabria si trasforma nella via Emilia. Dopo il quarto gol al Milan la gente festeggiava in strada. E siccome gli iscritti sono in aumento (Bocchigliero ha 1.444 abitanti), a breve sarà inaugurata la nuova sede. (…) Bocchigliero, dunque. Fino a 10 anni. Poi il lato del triangolo magico si sposta a Mirto Crosia, sulla costa. Dove il padre Luigi, dipendente Anas, e la mamma Maria vivono tuttora. “Era il capitano, il più forte. Ma di allenarsi non aveva voglia. I compagni facevano giri di campo, mentre lui restava a palleggiare. E allora gli ho detto di andare via: non era un buon esempio. A testa china ha obbedito...”. Paolo Conforti, ex portiere, è stato l’allenatore che ha capito in un amen le qualità di Berardi. “Talento puro, ma il carattere andava forgiato. Il giorno della sgridata è tornato indietro dopo 10 minuti, chiedendo scusa a tutti. È un po’ così, va instradato. Ma non in campo, i movimenti che ha fatto anche contro il Milan, quel suo andare da destra a sinistra per poi calciare all’improvviso, sono doti naturali. Lo fa d’istinto. Per questo è letale”. Berardi nella stagione 2006-2007 gioca nel Castello segnando a ripetizione: calcio e calcetto. “Facevamo entrambi i campionati. E lui era fortissimo pure nel campo piccolo: una volta a Oriolo con un tiro dalla sua area mise k.o. la traversa. E lo fece calciando di destro... Non è un caso”. Il piede naturale di Domenico sarebbe il sinistro. Sarebbe. Ancora Conforti: “Alla fine dell’allenamento lo mettevo a calciare con i portieri: dieci palloni per volta. Anche per mezz’ora di fila: sinistro e destro. Faceva caterve di gol”. Troppi gol per la categoria Allievi provinciali. Ecco perché l’anno dopo è tesserato con l’A.C. Rossano che partecipa ai tornei regionali. L’allenatore resta sempre Conforti, ma oggi questo passaggio è tornato d’attualità per il premio preparazione (una sorta di riconoscimento per chi ha cresciuto un futuro giocatore professionista) che il Sassuolo deve versare. Circa 20 mila euro, una inezia considerando l’attuale valore del cartellino (più di 20 milioni) a metà tra neroverdi e Juve (a proposito: a 12 anni il ragazzo disse no a un possibile trasferimento a Torino, non voleva lasciare la Calabria). Ma da queste parti è una questione d’onore come spiegano Conforti e Riccardo Voltarelli (papà del cantautore Peppe, quello del Parto delle nuvole pesanti), preparatore atletico del Castello. “Quando nel 2009 il Sassuolo decise di tesserarlo, il dirigente Gianni Soli ci disse che se non rinunciavamo al premio preparazione lo avrebbero rispedito indietro. E noi abbiamo dato la nostra parola per il bene di Domenico. E intendiamo rispettarla”. L’affare concluso dal Sassuolo è stato solo sfiorato da Napoli, Cosenza e Spal. I primi avevano messo nel mirino il giocatore con Pierpaolo Marino nel 2006, ma poi il ds cambiò aria. I secondi avevano un accordo con il Castello, diventata società satellite dei rossoblù. Berardi insieme con il compagno più fidato (Francesco Scervino, ovviamente di Bocchigliero) andarono con Voltarelli a parlare coi dirigenti. Ai due ragazzi fu pure mostrato da dentro lo stadio San Vito. Rimasero affascinati. Poteva essere il preludio al trasferimento, ma nulla. Con la Spal il provino andò bene, ma la risposta fu: “Grazie, davanti siamo coperti...”. Il resto è storia nota: la partita di calcetto a Modena con gli amici del fratello, le solite meraviglie e il successivo test col Sassuolo. Che lo tessera nell’autunno 2009. (…) La nonna ricorda: “Fingeva sempre mal di pancia per non andare a scuola, poi scampato il pericolo lo ritrovavi col pallone sotto braccio: correva a giocare e ritornava a casa felice. ‘Oggi ho fatto quattro gol, nonna’ gridava” (…)» (Gds 16/1/2014).