La Gazzetta dello Sport, 22 marzo 2014
Gli appalti truccati di Infrastrutture Lombarde mettono in qualche modo in pericolo Expo 2015?• Piano, piano, siamo già nella massima confusione
Gli appalti truccati di Infrastrutture Lombarde mettono in qualche modo in pericolo Expo 2015?
• Piano, piano, siamo già nella massima confusione. Cominciamo da Expo 2015, di cui mi pare non abbiamo mai parlato.
“Expo”, termine moderno per dire “Esposizione Universale”. L’Esposizione Universale è una manifestazione dedicata in genere al progresso tecnologico genericamente inteso: viene gente da tutto il mondo a mostrare quello che ha inventato. La prima si tenne a Londra nel 1851. A Milano ce n’è già stata una nel 1906 (dedicata ai trasporti): restano, di quell’evento, il quartiere della Fiera di Milano a San Siro e l’Acquario Civico del Parco Sempione. Oggi sovrintende alle varie Expo il Bureau International des Exposition di Parigi. L’Expo si tiene adesso ogni cinque anni, quella del 2010 si svolse a Shanghai, quella del 2015 si svolgerà a Milano, inaugurazione il 1° maggio dell’anno prossimo, chiusura il 31 ottobre. Tema prescelto: l’alimentazione (“Nutrire il pianeta, energie per la vita”). Partecipano 145 paesi, che esporranno le loro cose in padiglioni costruiti su un’area di 110 ettari al confine tra il comune di Milano e quello di Rho. L’evento muove un sacco di soldi. Che la corruzione fosse in agguato lo avevano paventato sia Beppe Sala, commissario unico della manifestazione, che il premier Letta, in una conferenza stampa famosa tenuta l’anno scorso a Milano per confermare che il governo (quel governo) era vicinissimo all’evento, che lo considerava molto importante per la nostra reputazione all’estero e leva magari per ridare slancio all’economia.
• Invece...
No, non è giusto (non è ancora giusto) dire “invece”. Sala ha fatto subito sapere che l’Expo, in quanto tale, non c’entra niente. Anche se il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, berlusconiano, assessore alle Infrastrutture dal 2006 al 2012, dice che l’inchiesta della magistratura milanese è rischiosa per la stessa Expo: «Per me c’è un rischio serio perché conosco il ruolo importantissimo che Infrastrutture Lombarde ha, su una serie di opere necessarie all’Esposizione universale di Milano».
• Parliamo di questa “Infrastrutture lombarde”.-
Infrastrutture lombarde ha un sito e sono andato a leggermi come descrive se stessa («Chi siamo»). Intanto, l’abbreviazione: ILSPA. Infrastrutture lombarde, o Ilspa, è una società posseduta al cento per cento dalla Regione Lombardia, ai sensi di varie leggi, la più antica delle quali risale al 1994, ma che è diventata operativa nel 2003 per «la realizzazione di nuovi progetti infrastrutturali in attuazione al “Piano straordinario per lo sviluppo delle infrastrutture lombarde 2002-2010”. “Infrastrutture”, cioè strade, ponti, edifici di qualunque tipo. Ilspa doveva e deve occuparsi di costruire appaltando, mediante gara, ma anche di manutenere il patrimonio regionale esistente. Ha bisogno, naturalmente, di essere affiancata, nella sua attività, da uno stuolo di avvocati e fin qui niente di strano, perché bisogna muoversi in una selva di normative da farsi venire il mal di testa.
• La corruzione sta negli avvocati?
Per quanto ci hanno fatto capire i magistrati, per ora sì. Ci vuole un inciso anche per la parola “magistrati”: l’inchiesta fa capo al procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che pochi giorni fa ha denunciato il suo capo Edmondo Bruti Liberati per una suddivisione secondo Robledo non corretta dei fascicoli tra i vari uffici della Procura. Tra i fascicoli “rallentati” secondo Robledo c’è anche questo sull’Expo.
• Sentiamo alla fine di che si tratta.
È un intreccio assai complicato, imperniato su un bel po’ di intercettazioni compromettenti. Il direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni, avrebbe truccato 25 appalti in favore di studi legali per un valore complessivo di 224 milioni. Gli avvocati felloni (stiamo citando la Procura, la Procura imputa agli accusati 67 reati, ne ha messi dentro due, ne ha mandato agli arresti domiciliari altri sei, ne indaga in tutto 29: nonostante questo sono tutti innocenti fino a sentenza) avrebbero incassato 525 mila euro per consulenze prestate per la Pedemontana, la Tangenziale Est Esterna Milano e il collegamento Brescia-Milano; 2.400.000 euro per consulenze relative alla Brescia-Bergamo-Milano; 1,2 milioni di euro per supporto e consulenza a Expo 2015; 400mila euro per appalti in vari ospedali; 240mila euro per la direttrice Cremona-Mantova; quasi 1,8 milioni di euro per le bonifiche da amianto di un’area a Pieve Emanuele. Tre milioni di euro, invece, valeva l’appalto di «esecuzione dei lavori» per «nuove sedi» all’Ospedale San Gerardo di Monza. Da 210 milioni di euro, infine, era l’appalto dell’agosto del 2012 per interventi «di potenziamento, ampliamento e ristrutturazione» sempre all’Ospedale di Monza. In questo caso, secondo l’accusa, Rognoni, adesso detenuto, avrebbe «formalmente nominato sé stesso come Presidente della Gara» e altre persone, ora indagate, come «commissari di gara». Gara che sarebbe stata poi pilotata a favore del «raggruppamento di imprese» Rtc «con capogruppo Manutencoop Facility Management spa». L’inchiesta è all’inizio, la verità della Procura è tutta da verificare. Ma certo, anche se Expo è del tutto innocente, l’ostacolo sulla strada di una perfetta realizzazione dell’Esposizione non è di poco conto.