Fior da fiore, 22 marzo 2014
Moretti di Ferrovie contro i tagli ai manager pubblici • In Turchia Erdogan oscura Twitter • L’Ucraina firma l’accordo di associazione con l’Ue • Papa Francesco si rivolge ai mafiosi: «Convertitevi, ve lo chiedo in ginocchio» • Beppe Grillo intervistato da Enrico Mentana • Arriva il farmaco che costa 50mila euro
Moretti Quando gli hanno chiesto cosa ne pensa dell’idea del governo di tagliare gli stipendi dei manager nelle società pubbliche, Mauro Moretti, ad delle Ferrovie (873.666 euro lordi l’anno), ha risposto: «Lo Stato può fare quello che desidera: sconterà che una buona parte di manager vada via». Anche lei? «Ma non c’è dubbio».
Manager/1 Renzi vorrebbe mettere 248mila euro lordi (lo stipendio del presidente della Repubblica) come limite al compenso di manager pubblici. Monti lo mise a 311mila euro, escluse le aziende pubbliche quotate in Borsa. Ma in Parlamento, sfruttando ogni provvedimento utile, sono state escluse dal limite anche le società che emettono obbligazioni, come le Ferrovie e come tante ex municipalizzate, per poi arrivare anche alle loro controllate. Il nuovo tetto dei manager dovrebbe riportare tutto alle intenzioni originarie: un tetto valido per tutti con l’unica eccezione delle società quotate in Borsa.
Manager/2 I manager pubblici italiani sono i più pagati dell’Ocse, l’organizzazione che raggruppa i Paesi avanzati. Il loro stipendio medio è di 650mila dollari, circa 471mila euro al cambio attuale. Quasi il triplo della media Ocse, 232mila dollari, e molto più alto rispetto a Gran Bretagna (348mila dollari), Stati Uniti con 275mila, Francia con 260mila e Germania con 231mila (Salvia, CdS).
Twitter Il premier turco Tayyip Erdogan ha fatto oscurare Twitter nel suo Paese. Motivo: sul social network erano uscite intercettazioni di telefonate per lui compromettenti in alcuni scandali di corruzione. Molti utenti sono riusciti comunque a scrivere tweet modificando le impostazioni. Tra questi il capo di Stato turco, Abdullah Gül, che ha detto: «Non si può accettare la chiusura totale dei social media».
Ucraina Il premier ucraino Arseni Yatseniuk ha firmato l’accordo di associazione con l’Unione europea, che era stato respinto dal presidente ucraino Viktor Yanukovich provocando le rivolte di piazza sfociate nella sua destituzione e nell’annessione della Crimea alla Russia. Van Rompuy ha detto che la cooperazione con l’Ue porterà i 46 milioni di ucraini verso uno «stile di vita europeo». Intanto l’Europa ha aggiunto altri notabili, vicini al presidente Putin, nella lista delle restrizioni sui visti e sul congelamento di beni. Tra i nuovi destinatari di ritorsioni dell’Ue, che portano il numero complessivo a 33, sono i presidenti del Senato e della Camera, Valentina Matvienko e Sergei Naryshkin, il vicepremier Dimitri Ragozine, influenti consiglieri come Vladislav Surkov e Sergei Glaziev, il capo dell’agenzia di stampa statale Dimitri Kiselyov.
Libera Ieri papa Francesco è stato nella parrocchia romana di San Gregorio VII dove, con l’associazione Libera di Don Ciotti, si celebrava una messa per le vittime delle mafie. Il pontefice indossava la stola di don Peppe Diana, il parroco di Casal di Principe assassinato vent’anni fa dalla camorra. Prendendo la parola: «Sento che non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti di oggi, ai protagonisti assenti, agli uomini e alle donne mafiosi: per favore, cambiate vita, convertitevi, fermatevi e finite di fare il male, noi preghiamo per voi, convertitevi, lo chiedo in ginocchio».
Grillo Beppe Grillo ha accettatto di farsi intervistare da Enrico Mentana nel programma Bersaglio mobile. Cose dette: il fiscal compact «strappiamolo»; Renzi «un pupazzo, un bambinone spietato»; Putin e la Crimea «c’è stato un referendum»; Napolitano «responsabile dello sfracello». Per i suoi eletti propone un meccanismo anti-dissidenti: «In Europa noi mettiamo il recall, come negli Usa. Se gli elettori ti sconfessano on line, torni a casa o paghi 250mila euro». Rivelazione: «Bersani fu mandato al macello. Ho le prove. L’ambasciatore inglese invitò me e Casaleggio a pranzo. Ci disse che Letta era al piano di sopra. Succedeva un mese prima di Gargamella. Vuol dire che i giochi erano già fatti». Risposta di Letta: «Farneticazioni».
Epatite Potrebbe essere un problema per la Sanità l’arrivo in Italia del farmaco Sofosbuvir, capace di sconfiggere l’epatite C. Il prezzo, infatti, è molto elevato: 50mila euro per un trattamento di 12 settimane. Le stime più pessimistiche ipotizzano che nel nostro Paese potrebbero aver bisogno della terapia tra 200mila e 500mila persone, per una spesa massima di 25 miliardi di euro: una cifra esorbitante (è poco più bassa di quanto spende l’Italia in un anno per tutte le medicine, quelle somministrate in ospedale o vendute in farmacia, a carico del sistema pubblico) che la Sanità non può permettersi.
(a cura di Daria Egidi)