17 marzo 2014
Tags : Giulia Bongiorno
Biografia di Giulia Bongiorno
• Palermo 22 marzo 1966. Avvocato (penalista). «Una professionista da 800 euro a ora di consultazione» (L’espresso nel 2007). Divenuta famosa per avere vittoriosamente difeso Giulio Andreotti. Politico. Deputato dal 2006 (An, PdL). Presidente della commissione Giustizia. Prima della sua candidatura ammise senza imbarazzi di avere sempre votato scheda bianca, nel 2005 aveva detto che in politica «occorre un’attitudine al compromesso che forse non ho».
• «Campionessa di basket e jogging, asciutta come una canna, l’avvocatessa più nota d’Italia. Ha aperto uno studio a San Lorenzo in Lucina, nella centralissima piazza romana dove s’affaccia il mitico studio privato di Andreotti. Il padre, Girolamo (Palermo 21 settembre 1937), cattedratico di Procedura civile all’Università La Sapienza di Roma, terrore di Giurisprudenza a Palermo dove tanti studenti non riuscivano a laurearsi perché superare il suo esame era come scalare l’Everest. Deve essere stata questa scuola a forgiare i nervi di Giulia, a concentrarli sulla professione d’avvocato fino a far coincidere carte processuali e vita quotidiana. Ma forse nemmeno il padre, Gimmy per gli amici, immaginava cosa sarebbe accaduto nei dieci anni della storia palermitana di Andreotti. Fiero di aver creato e avviato una macchinetta a moto perpetuo capace di operare 24 ore su 24, anche saltando i pasti, producendo e sfornando memorie, ricostruzioni, riscontri, idee, sogni tutti esclusivamente finalizzati per anni e anni ai processi contro Andreotti. E non solo. L’anno d’esordio è l’89. Ma non nello studio di civilista che il padre ha ancora a Palermo con l’altra figlia, Roberta (Palermo 13 marzo 1965). Comincia subito da penalista, Giulia. Seguendo Gioacchino Sbacchi, dal 1992 avvocato degli eccellenti, da Bruno Contrada ad Andreotti. È lui il “primo maestro”. È lui a creare il primo contatto con Andreotti e l’altro difensore, Franco Coppi, il professore catturato dalle capacità della “giovane di studio”, pronto a offrirle un posto al sole, a Roma. E, d’accordo con Sbacchi e Coppi, accetta la proposta benedetta da Andreotti: sarà lei a seguire il processo di Palermo per tre giorni a settimana e quello di Perugia la prima settimana di ogni mese. Prima con il compito di studiare le carte e preparare le udienze, poi con responsabilità sempre maggiori. E stando sempre di più a Roma per consultazioni, consigli, dialoghi continui con “il presidente”, fino a familiarizzare come forse nessuno è mai riuscito a fare con Andreotti» (Felice Cavallaro).
• «Andreotti ha capito che la mia vita era cambiata per lui. E una sera, nel 96, sapendo che ero sola mi invitò a cena. Con la moglie e un’altra coppia. Età media, 80 anni. Sembravo la nipotina. Andammo al Tor di Valle, all’ippodromo. E il “preside” fece società con me. Riuscimmo a farci un piccolo gruzzolo di vecchie lire».
• Altri imputati eccellenti: Pier Francesco Pacini Battaglia (scandalo delle ferrovie, assolto), Sergio Cragnotti (crack Cirio, patrocinio abbandonato dopo quattro anni ), Francesco Totti (sputo all’Europeo 2004, squalifica ridotta) ecc. Nel giugno 2007 si è occupata della separazione di Gianfranco Fini dalla moglie Daniela Di Sotto. Nel 2008 tra le altre cose ha difeso Clementina Forleo (vedi) nell’azione disciplinare riguardante la richesta di utilizzo di alcune intercettazioni telefoniche nel caso Unipol/Bnl e ha assunto la difesa di Raffaele Sollecito (vedi), indagato per l’omicidio di Meredith Kercher.
• «La prima cosa che dico ai miei nuovi clienti è: “Le è capitata una disgrazia. Faccia conto che le sia venuto un tumore”».
• Soffre di celiachia, va a messa tutti i giorni e ha imposto le ostie senza glutine. Le piacerebbe portare i capelli lunghi, ma li porta corti perché così va dal parrucchiere ogni due mesi e mezzo per 40 minuti. In primavera gioca a calcetto (ci tiene a segnare e a vincere). Relazioni sociali ridotte al minimo, due volte a settimana e senza mancare mai dal salotto di Maria Angiolillo. «Tutta dedita al lavoro. Innamorata mai? “Ho avuto degli spasimanti”. Dove li ha trovati? In tribunale? Cancellieri? Giudici? Avvocati? “O personale degli aeroporti”. Non potrebbe prendere tutto un po’ più alla leggera? Poco poco? “Sono la donna degli eccessi. Ho adottato la regola del cinque. Vede quelle carte? Bisogna leggerle cinque volte. La prima volta rapidamente, la seconda con attenzione, la terza sottolineando con evidenziatori di colori diversi, la quarta attaccando i post-it, la quinta volta si può dire di conoscerle se un attimo prima di leggere il rigo già lo si sa a memoria”» (Claudio Sabelli Fioretti).
• Suo racconto del giorno in cui Andreotti fu condannato (al secondo grado del processo: al terzo e decisivo fu assolto): «La notte successiva alla sentenza a 24 anni non riuscivo a dormire aspettando che venisse giorno per andare da lui. Quando mi ha vista, alle sei, si è reso conto che stavo malissimo. Mi ha detto: “Giulia, io non posso prendere la condanna da sola e isolarla. Ho avuto tantissimo nella vita. Sono stato il grande potente. Il bilancio totale della mia vita va alla grande”. La cosa più bella che potesse dirmi. Ma poi ho pensato: “E io? Io ho solo 34 anni e una grande sconfitta”».
• Con Michelle Hunziker creò nel 2007 “Doppia difesa”, Fondazione per aiutare le donne vittime di abusi.