14 marzo 2014
Tags : Igles Corelli
Biografia di Igles Corelli
• Argenta (Ferrara) 5 marzo 1955. Cuoco. Due stelle Michelin (2011). Dal novembre 2010 chef patròn del ristorante Atman a Pescia (Pistoia). Noto al grande pubblico per la partecipazione a trasmissioni su Gambero Rosso Channel (Il gusto di Igles, La Scuola – Cucina di classe) e partecipazioni su Rai e Mediaset.
• Numerosi i libri, fra cui: In cucina con Igles Corelli (GamberoRosso Grh, 2004), Selvaggina (Gribaudo, 2004), Con il cucchiaio (Gribaudo, 2005), Barbecue d'autore (Gribaudo, 2007), Rosso pomodoro (Bibliotheca Culinaria, 2008), Di zucca in zucca (Bibliotheca Culinaria, 2009), La mia cucina garibaldina (Gribaudo, 2011).
• Al termine della scuola alberghiera, a 19 anni lavora nel ristorante di famiglia, poi s'imbarca sulle navi da crociera.
• Negli anni 80 è alla guida de Il Trigabolo ad Argenta (Ferrara): consegue per la prima volta una stella Michelin e il locale è considerato uno dei tre ristoranti migliori d'Italia, il primo sul piano dell'avanguardia.
• Dal 1996 è chef e patron a La locanda della Tamerice a Ostellato (Ferrara), poi dopo 14 anni apre il ristorante Atman a Pescia (Pistoia).
• È il portabandiera della cucina che ama definire “garibaldina”: «Io non credo nella cucina regionale o a Km 0, perché per me l’Italia è come una grande regione, dove trovare gli alimenti migliori. I miei piatti aspirano a essere questo: tutte le materie prime devono rappresentare il meglio dell’Italia. Per questo la mia cucina è garibaldina, mi piace unire l’Italia sotto lo stesso piatto» [Italian Talks, 15/2/2013].
• Ama la griglia e la cacciagione: «La passione viene da mio nonno, comunista sfegatato, che durante il fascismo non prendendo la tessera per poter mangiare faceva il bracconiere, andava a Comacchio e rubava le anguille, cacciava di frodo, aveva addirittura il barchino tutto rosso, pure sei mesi di galera ha fatto. Ricordo i nomi: Mingoccio e Buaren. Il primo era mio nonno e il secondo era l’amico addetto alla barca, erano tutti e due dei corridori facevano i 100 metri in 12 netti, visto che scappavano di continuo dalla polizia fascista… Tutta la passione per quei sapori e odori la devo a mio nonno» (Luciano Pignataro) [WineBlog, 24/2/2013].