14 marzo 2014
Tags : Carmelo Chiaramonte
Biografia di Carmelo Chiaramonte
• Modica 1 agosto 1969. Cuoco, scrittore, autore televisivo e teatrale. Dal novembre 2001 al 15 giugno 2008 è stato chef al Katane Palace Hotel di Catania. Oggi collabora con diverse agenzie pubblicitarie come designer gastronomico ed è docente per corsi di cucina privati a livello internazionale (Francia, Giappone, Usa), nazionale e regionale.
• Libri: Il Ragusano dop (con introduzione di Andrea Camilleri, Ed. Coop Portogallo, 2006), A tutto tonno (Bibliotheca Culinaria, 2006), L’estetica del fungo. Tra filosofia e gusto (2010) e Arancia (2011) (Edizioni Estemporanee), Petite philosophie du champignon (Balland, 2012).
• Ha condotto e scritto per Gambero Rosso Channel In cucina con lo chef e la Cucina di Carmelo Chiaramonte. È stato coautore di puntate per Geo&Geo su Raitre e Linea Verde su RaiUno.
• Pur legatissimo alla sua casa natale, si definisce “il Cuciniere errante” soprattutto per la sua interpretazione del territorio e dei suoi prodotti d’eccellenza: «il territorio è una cosa che si deve passeggiare». «Da questa casa ben nascosta nelle campagne modicane, dove c’è ancora la stanza con il forno a legna, Carmelo è partito da ragazzino e da allora non ha trovato requie, cambiando case, paesi, città, lavori, cucine. Oggi abita a Pedara, ai piedi dell’Etna, in una casa con giardino sui bordi del bosco. Da qui parte per ogni angolo del Sudest siciliano, la sua vera casa, che conosce palmo a palmo: da Portopalo a Buccheri, da Modica al Vulcano, questo angolo della Trinacria è il suo supermercato, dove va a cercare le erbe e gli aromi che danno corpo di terra ai suoi piatti» (Concetta Bonini) [Freetime Magazine 15/6/2013]
• Le radici della sua cucina sono fortemente ancorate nella tradizione casalinga, soprattutto in quella della madre: «La signora Margherita dice che suo figlio Carmelo ha imparato tutto da lei, che quando aveva ancora i pantaloncini corti, invece di farlo andare nei campi col marito, se lo teneva in casa per farsi aiutare a fare il pane, i biscotti e – d’estate – la passata di pomodoro (…) “Ero affascinato da quei riti – ricorda Chiaramonte – così come dalle manipolazioni di Margherita in cucina, dalle polpette di patate che cucinavo assieme a lei. L’esperienza che ricordo migliore è quella vita in cortile, quando hai fame e alle 5 del pomeriggio ti mangi le albicocche raccolte dall’albero. I sapori che oggi uso consapevolmente, sono tutti quelli che allora ho assaggiato e consumato”» (Bonini, cit.).