La Gazzetta dello Sport, 10 marzo 2014
L’idea di Grillo di dividere l’Italia lungo i confini degli antichi Stati s’è precisata ieri con un nuovo piccolo post
L’idea di Grillo di dividere l’Italia lungo i confini degli antichi Stati s’è precisata ieri con un nuovo piccolo post. «Gli stati federali esistono ovunque e funzionano, come gli Stati Uniti e la Svizzera. Accorpare le Regioni in cinque macroregioni omogenee può migliorare il loro funzionamento e diminuire i costi e gli sprechi. Distribuire i poteri gestionali alle macroregioni non significa secessione. Un’Italia federale può mantenere comunque poteri centrali come gli Esteri e la Difesa. Decentrare può servire a disinnescare spinte di disgregazione dello Stato che sono già in atto...»
• È molto diverso dall’uscita di sabato. Sembra quasi un Grillo riformista, che persegue una soluzione federalista.
Deve essere chiaro che le uscite di sabato e di ieri sono finalizzate al recupero degli ultimi voti leghisti in vista delle Europee. Grillo sa bene che una parte del suo successo del 2013 viene proprio dagli elettori del Carroccio delusi. C’è poi anche un malcontento meridionale che individua nel processo unitario l’origine di tutti i mali. Esistono, obiettivamente, condizioni talmente diverse tra una parte e l’altra del Paese da far dire a molti analisti che l’Italia è già di fatto divisa in almeno due parti.
• Come giudica l’entusiasmo della Lega per la nuova uscita di Grillo?
Stupefacente. Il vecchio Bossi si sarebbe limitato a scrollare le spalle e a dire qualcosa come: visto che avevamo ragione noi?, se Grillo la pensa davvero così si iscriva alla Lega... Salvini e Maroni si sono invece buttati a pesce sulla finta apertura del comico. Salvini: «Se non sono solo parole fra M5S e Lega sarà una battaglia comune». Maroni (con un tweet): «Opinioni contrastanti sulle dichiarazioni “leghiste” di Grillo. Da non sottovalutare, ne rituitto alcune». Di macroregioni aveva del resto parlato e scritto, ben prima degli anni Novanta, il grande costituzionalista Gianfranco Miglio, l’uomo che tentò vanamente di dare alla battaglia leghista peso storico, giuridico, culturale e politico. Bossi, quando ruppero, si permise di definire il professore «una scorreggia nello spazio». Lasciamo stare.
• Quali sarebbero queste cinque grandi macroregioni di cui ha parlato ieri Grillo?
Lui non lo dice. Siccome nell’uscita di sabato aveva parlato di Repubblica di Venezia e di Regno delle Due Sicilie - mettendo insieme due definizioni che non sono coeve - devo supporre che immagini intanto una macroregione meridionale, comprendente Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria. Siccome ha detto “Regno delle Due Sicilie” e non “Regno di Napoli”, dobbiamo aggiungere il Basso Lazio e la Sicilia. La Repubblica di Venezia, prima che Napoleone la buttasse giù, arrivava fino a Lodi. Non so se Grillo pensa di dividere il Nord Ovest dal Nord Est. Se pensa di dividerli, il Nord Ovest sarebbe naturalmente formato da Val d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia. Il Nord Est da Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli, Venezia Giulia. Siamo a tre repubbliche, o tre regni, o tre macroregioni (NordOvest, NordEst, Sud). Per arrivare a cinque si possono mettere insieme l’Italia centrale, cioè il Granducato di Toscana con lo Stato pontificio (Lazio, Emilia, Romagna, Umbria, Marche) e forse formare una regione delle isole, accorpando in un’unica unità amministrativa Sicilia e Sardegna (che però non hanno una storia in comune, sarebbe meglio allora creare due macroregioni oppure restituire la Sardegna al Nord Ovest e lasciare la Sicilia da sola: del resto un tempo esisteva il Regno di Sicilia).
• Vedo che la cosa la appassiona.
Se il federalismo e la struttura regionale non si fossero trasformati nella vergogna che abbiamo ogni giorno sotto gli occhi, per grande responsabilità anche della Lega... Come negare che un pezzo del discorso di Grillo è giusto? «Le Regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici». Lei si sente di dire «non è vero»? E d’altra parte le differenze tra Nord e Sud sono talmente profonde. Basterà ricordare che il Pil del Nord è il doppio di quello del Sud, che l’euro circolerebbe senza problemi di sorta al Nord e che il Sud, sotto tutti i punti di vista, è oggi una palla al piede del Paese, ultimo in tutte le classifiche di tutti i tipi. Dico questo, e non voglio dire che la responsabilità del disastro sia tutta e solo dei meridionali (ma respingo anche l’idea opposta, cioè che del disastro i meridionali siano del tutto innocenti).
• Non è coerente l’idea di dividere l’Italia e di fare nello stesso tempo la guerra all’Europa e all’euro?
È chiaro che Grillo sta preparando le Europee e dice quello che dice in funzione del voto. Se l’Italia venisse spaccata in cinque, avrebbe credo ancor più bisogno di un riferimento centrale forte, come Roma o Bruxelles. La vera questione è se tutte e cinque le macroregioni sarebbero in grado di adottare l’euro. Io dico di no e ipotizzo che la nostra difficoltà con la moneta unica potrebbe alla fine risolversi proprio con una o più fratture.