La Gazzetta dello Sport, 9 marzo 2014
Come si dice in gergo, l’inchiesta sulle case farmaceutiche Roche e Novartis, che hanno spinto sul mercato il farmaco più costoso tentando di addormentare la domanda su quello che costava dieci volte di meno, fa il salto di qualità: il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, che non ha bisogno di presentazioni, ipotizza il disastro doloso e l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa
Come si dice in gergo, l’inchiesta sulle case farmaceutiche Roche e Novartis, che hanno spinto sul mercato il farmaco più costoso tentando di addormentare la domanda su quello che costava dieci volte di meno, fa il salto di qualità: il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, che non ha bisogno di presentazioni, ipotizza il disastro doloso e l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa. L’indagine è ancora contro ignoti - cioè non ci sono i nomi e i cognomi degli accusati -, ma nei comunicati si parla di “vertici delle aziende”. Quindi, dobbiamo supporre, si tratta dei rappresentanti legali. Indaga sulla stessa questione anche la procura di Roma (procuratore aggiunto Nello Rossi, ipotesi di reato aggiotaggio e turbativa di mercato) che ha tra i suoi documenti le e-mail che i famosi vertici si sarebbero scambiate, e-mail che proverebbero la consapevolezza, da parte dei capi di Roche e Novartis, che la manovra era sporca, che si spingeva il farmaco più caro, per guadagnare di più, a dispetto di quello meno caro ugualmente efficace e che avrebbe permesso di curare più malati.
• Più caro di quanto, rispetto all’altro?
Dieci volte più caro. L’Avastin costava, e costa, 79-80 euro. Il Lucentis 800-1000. Certe farmacie, per dare il Lucentis ai pazienti, aprivano il flacone e ne vendevano piccole parti, cosa illecita secondo i magistrati.
• Che malattie curano queste due medicine?
Si tratta qui della cura delle maculopatie, cioè le patologie della macula. La macula è la zona centrale della retina, quella che permette la visione centrale e la distinzione dei colori. Essere colpiti alla macula può significare la cecità. E spesso si deve intervenire a tutta velocità, anche una settimana di tempo può fare la differenza. Soffrono di questa malattia, in Italia, duecentomila persone, soprattutto anziane. Un malato su tre ha più di 75 anni. Guariniello indaga su questa faccenda dal 2012. Ma l’altro il giorno il caso è esploso per via di una sentenza già operativa: la nostra Antitrust (l’Autorità che vigila sulla concorrenza) ha multato sia Roche che Novartis di una novantina di milioni ciascuna. Roche e Novartis hanno fatto ricorso al Tar.
• Potrebbero aver ragione?
Le manovre che si intuiscono dalle e-mail sono davvero sporche... Ma i due farmaci sono effettivamente diversi (cioè si basano su principi attivi diversi) e questo davanti al tribunale amministrativo conta. Ma stia a sentire. Nel 2010 uno scienziato catanese che lavora negli Stati Uniti, Napoleone Ferrara, chiude una ricerca che dura dal 2004 e che riguarda il Bevacisumab, un anticorpo monoclonale che costituisce il principio attivo del farmaco noto in commercio col nome di Avastin. L’Avastin è approvato da tutte le autorità per la cura di vari tumori e specialmente per il cancro al colon. Ma si scopre che, iniettato nell’occhio, funziona molto bene contro la maculopatia senile. Solo che in quest’ultimo caso, gli oculisti lo prescrivono sulla loro responsabilità, cioè l’Avastin è off-label, non è ufficialmente autorizzato.
• Si possono prescrivere farmaci non autorizzati?
Si possono prescrivere, e anzi a suo tempo il ministro Balduzzi aveva inserito in un decreto una norma che autorizzava l’uso off-label dei farmaci sicuri come quelli autorizzati e che costassero molto di meno. Proprio il caso Avastin contro Lucentis. Solo che la norma, al momento della conversione in legge, sparì.
• Se Avastin funzionava che bisogno c’era di andare a cercare un Lucentis?
Lucentis esisteva già, si basava su un principio completamente diverso, e costava dieci volte più dell’Avastin. Il Lucentis è prodotto dalla Novartis, l’Avastin dalla Roche. Qui c’è la prima stranezza: la Roche non registra l’Avastin come farmaco efficace contro la maculopatia. A regola, contro la maculopatia c’è solo il Lucentis, quello che costa di più. La cosa è strana, ma non ancora illegale. Senonché, nel corso degli anni, si scopre che i medici, per le maculopatie, ricorrono molto più volentieri al farmaco meno caro, ma ugualmente sicuro, e lasciano stare quello da mille euro. La Novartis a questo punto - stiamo riferendo la ricostruzione dell’accusa - entra in azione. Attraverso convegni, studi, e una capillare opera di persuasione sui medici mette in circolo l’idea che il più economico Avastin sia anche meno sicuro. La seconda stranezza è che la Roche non fa niente per contrastare questa campagna. Anzi un suo dirigente dichiara che contro la maculopatia non c’è che il Lucentis. Cioè fa propaganda al prodotto di un concorrente... È meno strano di quanto sembri: Novartis detiene il 33% di Lucentis. Partono le denunce della Soi (Società oftalmologica italiana) la quale sostiene che c’è di mezzo anche la corruzione politica, perché Novartis non potrebbe fare quello che fa senza un qualche appoggio della casta. E siamo al punto dei magistrati. La storia è ancora tutta da scrivere, ma certo la storia dell’emendamento Balduzzi presentato e poi ritirato fa pensare.