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 2014  marzo 07 Venerdì calendario

Oggi impareremo una nuova parola, tra l’altro in inglese: bitcoin.• Se capisco bene, è un termine formato da “bit” e da “coin”

Oggi impareremo una nuova parola, tra l’altro in inglese: bitcoin.

• Se capisco bene, è un termine formato da “bit” e da “coin”. Bit = “unità di informazione”, cioè sono le piastrelle di cui è formato il pavimento dell’informatica. “Coin” invece signfica “moneta”. Giusto? E perché ce ne occupiamo oggi?
Giusto. Intorno al bitcoin girano in questo momento un suicidio, parecchi crac finanziari e un fantasma.  

Accidenti.
Il suicidio è quello di Autumn Radtke, 28 anni, che s’è tolta la vita a Singapore per ragioni al momento ignote. Non ho nessuna possibilità di controllare questa notizia, che ci arriva dalla Rete, e quindi riferisco esortando il lettore alla massima diffidenza: la Radtke - ci dicono - era amministratore delegato di First Meta, piattaforma che vende bitcoin in cambio di dollari. La Rete ci fornisce anche una sua foto, da cui ci sorride una bella ragazza bionda. Nulla sappiamo delle modalità del suicidio (forse veleno o farmaci perché si parla di «esame tossicologico»), ma Autumn - americana - deve essere esistita davvero: sue foto precedono la notizia del suicidio ed esiste anche un suo profilo Twitter, però protetto, cioè per cinguettare con lei bisognava chiederle il permesso. Non aveva in effetti che 31 follower e ne seguiva appena 50. Stava a Singapore da un annetto e non si sa che cosa facesse prima. La notizia del suicidio è diventata di livello planetario proprio per via dei bitcoin e del relativo commercio. Lei mi chiederà: che diamine sono i bitcoin? E io le rispondo: i bitcoin sono moneta virtuale. Moneta virtuale che comincia ad avere una circolazione importante. Lei versa dollari o euro a un sito come First Meta, per esempio, e quelli le dànno il corrispondente in bitcoin.  

E perché uno dovrebbe comprarsi bitcoin?
Tre ragioni. La prima è fiscale. Compro un servizio da qualcuno che è entrato nel sistema, lo pago in bitcoin, quindi non devo emettere fattura, niente Iva, niente denuncia dei redditi. I giapponesi hanno annunciato che stanno studiando un sistema per tassare queste transazioni. La Yellen, capo della Federal Reserve, ha ammesso che la circolazione di questa moneta astratta è fuori da ogni controllo. Seconda ragione: devo comprare droga o armi oppure sono un pedofilo e vado a caccia di bambini o anche ho bisogno di documenti falsi. Se sono cioè uno che frequenta i bassifondi, saprò già che per i traffici illeciti mi converrà frequentare un sito proibito, a cui si accede solo mediante un software particolare, qualcosa come Silk Road. Beh, in quei posti si adopera solo moneta virtuale e la moneta virtuale che va più forte è proprio bitcoin. Terza ragione: sono uno speculatore. Quando l’avventura di bitcoin è cominciata - più o meno quattro anni fa - un bitcoin valeva cinque dollari. Adesso ne vale 500. Le oscillazioni sono frequenti e violente. Ma chi gioca con le azioni o con le obbligazioni o con le valute detesta il mare piatto e adora le grandi onde. Per questi surfisti, bitcoin è divertimento assicurato. Persino se precipita.  

I crac di cui lei accennava all’inizio, allora, sono questi qui, sarà saltata per aria qualche piattaforma...
Non esattamente. S’è trattato soprattutto di furti. L’ultimo in ordine di tempo è quello di Flexcoin: aveva in cassa 896 bitcoin, degli hacker hanno forzato il sistema e si sono portati via tutto. 896 bitcoin, al cambio di questi ultimi giorni, valgono più di 450 mila euro. Rispetto al colpo che ha subito - meglio: che dice di aver subito - qualche giorno fa la piattaforma Mt Gox gli 896 btc si direbbero poca cosa. A Mt Gox gli hacker avrebbero sfilato 850 btc, cioè 450 milioni di dollari. Il sospetto che gli stessi amministratori del sito siano complici dei supposti pirati è forte. Proprio la caduta di Mt Gox avrebbe creato problemi serissimi a Forst Media e al suo giovane amministratore delegato che s’è tolto la vita.  

E il fantasma?
Il fantasma è quello di Satoshi Nakamoto, l’inventore degli algoritmi che generano i bitcoin. Si pensava che dietro questo nome si nascondesse un team di informatici. Invece “Newsweek” ha bussato alla porta di un Satoshi Nakamoto in carne e ossa, un giapponese che vistosi scoperto ha subito chiamato la polizia. Costui ha 64 anni, abita a Temple City, piccolo centro della California, dove vive con la madre di 90 e passa anni. Nega di aver qualcosa a che fare lo sviluppo dei bitcoin. Non nega tuttavia di averli inventati. La Rete riferisce anche che è nato a Beppu, in Giappone, che è figlio di un monaco buddista discendente dai samurai e che ha sei figli, nati da due matrimoni. Una delle figlie, Ilene Mitchell, ha detto: non è strano che abbia inventato i bitcoin, però non ve lo dirà mai. Un fratello di Satoshi, Arthur, ha aggiunto: «È un uomo intelligente. Tu nomini una cosa, lui la sa. È vero che negherà sempre la faccenda dei bitcoin». A Temple City dicono che possiede almeno il 4% di tutta la valuta virtuale in circolazione. Quattrocento milioni di dollari almeno.