27 febbraio 2014
Tags : Giancarlo Tulliani
Biografia di Giancarlo Tulliani
• 1976 (~). Fratello di Elisabetta (vedi), compagna di Gianfranco Fini, divenne noto nell’agosto 2010 in quanto inquilino di un appartamento di Montecarlo ereditato da Alleanza nazionale, ex partito del cognato, e venduto a un prezzo apparentemente troppo basso a una misteriosa società offshore delle Antille. Partì un’inchiesta per truffa che vedeva indagati Fini e il senatore Francesco Pontone, poi archiviata perché «nella vicenda non è ravvisabile alcun reato» (Cds 14/3/2011).
• «Giancarlo Tulliani è uno che a 20 anni girava con la Porsche, a 30 in Ferrari. E nonostante abbia “studiato dai preti, viene dall’Azione cattolica”, come raccontava fiero il padre Sergio funzionario dell’Enel in pensione, ha scelto astutamente e prematuramente la strada più veloce per le telecamere e i rotocalchi: calcio e televisione. A 23 anni era vicepresidente della Viterbese (messo lì da Luciano Gaucci, allora compagno della sorella Elisabetta), poi, via via, è cresciuto fino a fondare una società di produzione televisiva dal nome che si ispirava alla sua sigla: «Giant». Come gigante. Voleva essere grosso, farsi vedere, insomma, apparire. Non soltanto per i vincoli di parentela, piuttosto perché aveva grande stima di sé. E, tanto perché fosse chiaro, si è subito spostato la residenza a Montecarlo, prima ancora di compiere 30 anni. L’ultima sua prodezza (nota) è stata proprio l’acquisto per due lire di un appartamento nel Principato che una ricca contessa aveva lasciato in eredità ad Alleanza nazionale, cioè il partito del cognato Gianfranco Fini. Quell’operazione è però stata decisiva per stroncare la carriera dell’ex presidente della Camera. E ha aperto una scia di polemiche sul ruolo di Tulliani (…). Quello che fu battezzato il “cognato più famoso d’Italia” è stato così costretto a rimettere in garage (a Val Cannuta, una zona di Roma, dove vive la famiglia, la supercar da 167 mila euro), assumendo, contrariamente alle sue aspirazioni, un low profile. Nessuna foto, nessun atto pubblico da mesi. Via da Wikipedia, nessun social network e “diritto all’oblio” per tutte le notizie già in Rete. (…) Giancarlo Tulliani “continua la sua vita di sempre”, ha assicurato un parlamentare che fu candidato per Futuro e libertà. Solo che cerca di non comparire. Problemi economici certamente non ne ha. Il padre costituì una società, chiamata Wind-Rose international, che promuoveva l’attività di intermediazione immobiliare sia in Italia sia all’estero: comprava e vendeva case. Fatto sta che, abbandonata per cause di forza maggiore la famosa “casa di Montecarlo” in Rue Charlotte, Tulliani è stato fotografato mentre visitava, tra gli altri, alcuni immobili in vendita in un comprensorio elegantissimo del Principato denominato pomposamente Chateau D’Azur. Roba da milioni di euro per un bilocale: un garage, attualmente in vendita, costa 250 mila euro. Che non si faccia mancare nulla lo dimostrano i locali che frequenta nel piccolo Stato affacciato sulla Costa Azzurra, specie un resort-spa superlusso dove il prezzo di una suite parte dai 997 euro a notte. Eppoi, anche in un momento di crisi, ci sono pur sempre gli introiti garantiti dalle proprietà immobiliari in Italia, di cui cinque nel comprensorio dove c’è la residenza della famiglia Fini-Tulliani, nella periferia chic della Capitale. Ma se il core business della famiglia almeno da 10 anni a questa parte è il mattone, il giovane prosegue la sua avventura nel mondo della produzione televisiva. Come? Stavolta “aiutato” dalla madre, Francesca Frau con la Absolute Television. E non è una novità, ma ciò accade almeno dal 2009. Lo ha rivelato Guido Paglia, ex dirigente Rai, già vicino ad An, ex amico personale di Fini, che a causa del cognato è finito per rovinare un rapporto durato 30 anni: “Decise di usare la società di cui è socio di maggioranza la madre. Un vero colpo di genio”. Dal 2010, dallo strappo dell’allora presidente della Camera con Silvio Berlusconi, la Rai non assicura più gli appalti milionari di una volta, ma la Absolute Television, seppur in liquidazione, sarebbe ancora attiva attraverso il partner inglese, Ellemme Group, e organizzerebbe corsi di formazione per giovani giornalisti e compravendite di diritti nel Regno Unito. Chissà, magari sono malelingue. “Mio figlio non è un viveur! Piuttosto lui è buono, semplice, onesto…”, aveva detto per difenderlo il padre, al Corriere della Sera. L’unica cosa che Giancarlo, non ha potuto avere è il perdono. L’ex leader di An, se può, lo evita. E i pranzi di famiglia non sono più quelli di una volta» (Giulia Romiti) [L43 23/10/2013].