26 febbraio 2014
Tags : Gianpaolo Tarantini
Biografia di Gianpaolo Tarantini
• Bari 11 aprile 1975. Imprenditore. Titolare insieme al fratello Claudio di un’azienda – la Tecnohospital – che si occupa di tecnologie ospedaliere, è accusato di aver procurato e pagato escort per l’ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Arrestato il 18 settembre 2009 per spaccio di droga, fu scarcerato nell’agosto 2010 dopo undici mesi ai domiciliari. Il 23 giugno 2011 fu condannato con rito abbreviato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di cocaina (Cds 23/6/2011). L’1 settembre 2011 fu nuovamente arrestato insieme con la moglie Angela Devenuto nell’ambito dell’inchiesta su una presunta estorsione ai danni dell’allora premier, Silvio Berlusconi. Il provvedimento riguardava anche Valter Lavitola, irreperibile al momento dell’arresto. L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei coniugi fu annullata dal tribunale del Riesame il 27 settembre 2011 (lui era detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale, lei ai domiciliari). «Nelle sei ore di interrogatorio cui è stato sottoposto ieri dai giudici napoletani, Tarantini ha dichiarato ai magistrati che quelli a lui versati da Silvio Berlusconi “erano solo un prestito”. L’ex imprenditore barese, accusato di ricatto nei confronti del premier, ha ammesso anche che Berlusconi in più di un anno gli ha versato 350 mila euro, mentre dei 500 mila euro incassati da Valter Lavitola, il faccendiere latitante a Panama, a lui destinati ne sarebbero arrivati solo 100 mila euro. (…) Il premier, tuttavia, (…) ha dichiarato che quei soldi li avevi dati “ad un uomo in gravi difficoltà” e che non c’era alcuna forma di ricatto» (Vincenzo Del Giudice) [S24 4/9/2011]. «Il giudice di Napoli, accogliendo la richiesta dei pubblici ministeri Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli, dispone l’arresto di Tarantini e Lavitola per aver ricattato Berlusconi. “Chiesero e ottennero soldi per non rivelare il fatto che il Cavaliere sapesse che le donne portate alle sue feste erano escort e dunque per evitargli contestazioni legate allo sfruttamento e all’induzione della prostituzione”, è la tesi dell’accusa. Nello stesso provvedimento il giudice invia il fascicolo per competenza ai colleghi di Roma. A rimettere tutto in discussione ci pensa però il tribunale del Riesame: non fu estorsione, ma induzione del testimone a mentire e dunque l’indagine deve essere trasferita a Bari. Si arriva così al paradosso di due uffici giudiziari che indagano sulla stessa vicenda con contestazioni opposte: a Roma Berlusconi è parte lesa, a Bari è il mandante dell’illecito, visto che Lavitola – accusato di concorso nello stesso reato – viene indicato come la persona incaricata di convincere Tarantini a mentire. Ed è proprio questa l’unica tesi che rimane in piedi» (Fiorenza Sarzanini) [Cds 1/11/2013].
• «Dopo il master in Scienze industriali a indirizzo marketing all’università svizzera di Herisan, Tarantini è amministratore, dal 2000 al 2007, di Tarmedica snc. Stesso incarico riveste, dal 2002 al 2008, in Tecnohospital (l’azienda di famiglia) e in Global System Hospital, società delle quali è socio così come in Self, distribuzione giornali (attività cessata) e in Prod. Eco, energia da fonti rinnovabili. Ha sede in Lussemburgo la Fulgor investiment, società che controlla Sma spa, nata nel gruppo Finmeccanica e ora punta di diamante del gruppo Intini leader nel campo della tutela del territorio, dell’ambiente e della meteorologia (numerosi i contratti con la Protezione civile). Anche qui Tarantini risulta socio. Dal Lussemburgo a Mosca, sede della Fisiokom, colosso delle forniture ospedaliere. Il ruolo, in questo caso, è di consulente. Idem per la Flexotec ltb di Londra, attiva nell’assistenza e nella comunicazione per il gruppo Finmeccanica» (Paolo Berizzi) [Rep 18/6/2009].
• «Donne bellissime, amici dalla vita spericolata. Ma soprattutto manager e imprenditori, personaggi che come lui inseguivano affari e successo. E che avrebbe utilizzato per cercare di arrivare ai politici. È una rete trasversale quella tessuta (...) da Gianpaolo Tarantini, il titolare della società Tecnohospital che la fama l’ha raggiunta quando si è scoperto che procacciava ragazze a pagamento per le feste di Silvio Berlusconi. Sono le carte processuali a dimostrare come il giovane barese fosse riuscito ad avere accesso al potere di destra e di sinistra (...) Aveva capito Tarantini che la strada per il successo passa per gli amici giusti. (...) Nella sua città “Gianpy”, come lo chiamano gli intimi, aveva frequentazioni di rilievo. Con Tato Greco, rampollo della famiglia Matarrese poi diventato uno dei più accaniti sostenitori di Raffaele Fitto, condividevano serate, vacanze e aspirazioni. Lo stesso Fitto era sicuramente tra le persone che ha sempre potuto considerare più vicine. Lui, come Sabina Began che non fa l’imprenditrice ma era la “preferita” del premier e dunque rappresentava un gancio prezioso per chi sognava il salto di qualità, il trasferimento a Roma, gli affari internazionali. Forse per questo si era legato a Roberto De Santis, l’imprenditore amico di D’Alema che lo accompagnò da Guido Bertolaso dopo che Berlusconi gli aveva procurato un appuntamento. Oppure a Enrico Intini, che con De Santis è in stretti rapporti tanto da aver gestito con lui svariati affari. Per presentare un buon biglietto da visita, Tarantini organizzò nel gennaio 2009 una riunione in un albergo della capitale per pianificare la strategia che avrebbe consentito loro di vincere un appalto per le pulizie della Asl di Bari. Ospite d’onore era Lea Cosentino, che di quella Asl è il direttore generale. Lei accettò l’invito, evidentemente incurante dell’inopportunità di discutere in maniera informale le gare che riguardavano il suo ufficio» (Fiorenza Sarzanini) [Cds 14/9/2009].
• «Il titolare di un’azienda, la Tecnohospital – società barese che si occupa della fornitura di tecnologie ospedaliere, su cui la procura pugliese indaga per stabilire se sia stata favorita negli appalti – avrebbe avuto rapporti con Berlusconi nel corso degli anni, riferisce il Corriere. Si chiama Gianpaolo Tarantini ed è già stato iscritto nel registro degli indagati. In alcuni colloqui telefonici, l’imprenditore avrebbe parlato delle feste, cui era invitato del premier, e avrebbe tenuti i contatti con ragazze che venivano invitate a partecipare a questi eventi nelle residenze di Berlusconi, con riferimenti anche al versamento di soldi a quelle che decidevano di andare, tutti da verificare. Il quotidiano intervista una ragazza, Patrizia D’Addario, che racconta (sostenendo di avere registrazioni che lo provano) di aver ottenuto denaro e una candidatura alle elezioni baresi dopo due feste a palazzo Grazioli. La D’Addario, candidato consigliere comunale per la lista La Puglia prima di tutto, che appoggia il candidato sindaco del Pdl Di Cagno Abbrescia, dice di poter provare la sua presenza a palazzo Grazioli. Una delle due occasioni fu la sera dell’elezione di Barack Obama. Dice di essere stata pagata per andare a Roma e di aver incontrato il premier insieme ad altre ragazze. “Un mio amico di Bari mi ha detto che voleva farmi parlare con una persona che conosceva, per partecipare ad una cena che si sarebbe svolta a Roma. Io gli ho spiegato che per muovermi avrebbero dovuto pagarmi e ci siamo accordati per 2.000 euro. Allora mi ha presentato un certo Gianpaolo”, dice la D’Addario. Arrivata a Roma, sostiene di essere stata prelevata da un autista e portata da Gianpaolo. “Con lui e altre due ragazze siamo entrati a palazzo Grazioli in una macchina coi vetri oscurati. Mi avevano detto che il mio nome era Alessia”, racconta ancora al Corriere. Poi “siamo state portate in un grande salone e lì abbiamo trovato tante ragazze, saranno state una ventina. Come antipasto c’erano pezzi di pizza e champagne. Dopo poco è arrivato Silvio Berlusconi”. La D’Addario dice di aver ricevuto solo 1.000 euro dei 2.000 pattuiti “perché non ero rimasta”. La seconda volta, invece, si è trattenuta. “È stato sempre Gianpaolo a organizzare tutto... Con l’autista ci ha portato nella residenza del presidente, ma quella sera non c’erano altre ospiti. Abbiamo trovato un buffet di dolci e il solito pianista. Quando mi ha visto Berlusconi si è subito ricordato del progetto edilizio che volevo realizzare”, di cui avevano discusso la volta precedente, secondo quanto riferisce. “Poi mi ha chiesto di rimanere”, racconta. Per dimostrarlo assicura: “Ho le registrazioni dei due incontri”. Intanto, fonti ufficiose della procura di Bari confermano che è in corso un’indagine per induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna. L’inchiesta, che coinvolge i responsabili della Tecnohospital, Gianpaolo Tarantini ed il fratello Claudio, sarebbe scaturita da elementi acquisiti nell’ambito di accertamenti per presunti episodi di corruzione relativi a forniture di protesi» (Cds 17/6/2009).
• «Gianpaolo Tarantini è un giovane e intraprendente imprenditore pugliese della sanità. Rifornisce gli ospedali e le strutture sanitarie di protesi. L’estate 2008, Tarantini decide di prendere in affitto una splendida villa a Capriccioli, Porto Cervo. Fa le cose in grande e investe decine di migliaia di euro in momenti di svago indimenticabili. Feste con decine di belle ragazze e non solo. Addirittura dirotta un suo consulente nelle pubbliche relazioni, Alessandro Mannarini, in quella villa, per ottimizzare al massimo quell’investimento. Ben presto, il passaparola si diffonde tra i villeggianti di quel paradiso terrestre: “Hai saputo di quella festa... memorabile...”. Gianpaolo Tarantini diventa così un punto di riferimento nelle chiacchiere da spiaggia. E in quel contesto, finalmente avviene l’incontro con il Cavaliere. Secondo alcuni, a propiziare l’incontro è stata Maria Amelia Bianco con le sue ospiti, Sabina Began e Belen Rodriguez. Ma forse sono soltanto ricordi confusi. (...) “Dopo le feste in Sardegna – racconta una gola profonda barese – i rapporti tra Tarantini e Berlusconi si consolidano. L’imprenditore della sanità frequentava anche Milano, l’Hotel Principe di Savoia, per via dei rapporti con le aziende produttrici degli articoli sanitari. E anche a Milano organizzava momenti di svago”» (G. Ru.) [Sta 19/6/2009].
• Il processo è iniziato il 6 febbraio 2014, ma per un difetto di notifica l’udienza è slittata al 27 marzo. «Secondo l’accusa l’imprenditore barese aveva portato in ventuno occasioni, tra il 2008 e il 2009, nelle residenze del Cavaliere giovani donne che poi venivano retribuite. A Tarantini viene contestato “aver reclutato donne al fine di farle esercitare la prostituzione con Silvio Berlusconi in occasione degli incontri organizzati presso le sue residenze”. Un mezzo per poter “consolidare il rapporto con Berlusconi e ottenere per il suo tramite incarichi istituzionali e allacciare, avvalendosi della sua intermediazione, rapporti di tipo affaristico con i vertici di Protezione civile e Finmeccanica”. A dare il via all’indagine era stata Patrizia D’Addario, una escort che aveva passato una notte a Palazzo Grazioli e aveva registrato una conversazione. Lo scandalo degli incontri organizzati da Tarantini era stato successivo alle polemiche per la partecipazione del Cavaliere alla festa di compleanno della diciottenne Noemi Letizia e anche all’inchiesta per le feste ad alto tasso erotico nella villa di Arcore» (Fat 12/11/2013).
• A marzo 2014 inizierà anche il processo che lo vede imputato insieme con il fratello Claudio e l’ex direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino (soprannominata «Lady Asl») nell’inchiesta «su una presunta associazione per delinquere finalizzata a corruzione e istigazione alla corruzione, peculato, turbativa d’asta, falso materiale e ideologico, truffa, frode in pubbliche forniture. Il procedimento è quello sulla gestione delle gare e delle trattative per l’acquisto di attrezzature e protesi sanitarie alla Asl del capoluogo pugliese tra il 2008 e il 2010» (Fat 23/12/2013).
• Sposato con Angela Devenuto, detta Nicla. Hanno due figlie.
Devenuto Angela • Bari 27 dicembre 1977. Moglie di Gianpaolo Tarantini.
• «Quando c’era ancora il futuro e i soldi avevano un senso, Gianpi andava fino a Ostuni, un’ora buona di macchina, per comprarle i primi gioielli: perché lì il padrone dello Scrigno l’aveva preso in simpatia e gli faceva lo sconto. Lei, Nicla, sfoggiava quei braccialetti con schegge di brillanti davanti alle amiche, “regalo di mio marito!”, e mandava lampi da femmina alfa con gli occhioni azzurri. Tarantini era ancora un giovane innamorato magari un po’ sopra le righe. Non si capiva come, ma si intuiva che sarebbe diventato famoso, “voleva spaccare il mondo”; e in fondo mamma Gabriella, insegnante di inglese con tanti sogni sotto la cattedra, quel ritornello aveva messo in testa sin da piccole alle sue figliole, Nicla e Marilisa, due sventole, le più belle di Poggiofranco: “Frequentate bene, i giri sono importanti!”. Importanti per sgrullarsi dai tacchi a spillo la polvere di Bari, preziosi nel decollo. Poi, magari, sbagli volo. Questa piccola storia di bovarismo del terzo millennio comincia in fondo come mille altre e non era detto che finisse così male, se solo Gianpi non fosse stato “un deficiente”, “un debole”, “un amorale”, come ora Nicla, moglie non più devota, mette a verbale con puntiglio: “Sposata? Purtroppo, signor giudice”. Cresce in viale Kennedy la futura signora Tarantini, che si chiama in realtà Angela Devenuto e che le compagne d’allora chiamavano Ninni (soprannome ripreso poi con scivolosa confidenza da Valter Lavitola, vero Lucignolo della nostra storia). La zona è residenziale, a fine anni Ottanta tirano su lo Sheraton e altri albergoni, i primi professionisti mettono casa nei paraggi, è quasi la Bari bene, ma in quel “quasi” c’è la dannazione d’una famiglia. Papà Franco gira per studi medici reclamizzando farmaci, vagheggia l’avventura nella Dc, si candida con lo slogan “solidarietà e competenza”: non arriva lontano. Marilisa resterà presto incinta, studi scarsi, altra delusione. Nicla no, Nicla può farcela. Già il liceo è un trampolino, lei e la sorella vanno alla Scuola dei Fiori, solo femminile, si dice che molti genitori vicini all’Opus Dei mandino lì le figliole, per i Devenuto è la réclame migliore, quei fiori profumano di potere: “Frequentate bene!”, continua a ripetere la mamma, e le sue ragazze sono le più “acchitte”, certo solo per invidia qualche compagna le ricorda come “arrampicatrici sociali”. Chissà se il distacco dalla realtà comincia allora. Se, già allora, l’idea di campare con duemila euro al mese deve sembrare una nauseante sconfitta alla più bella della scuola (che solo per prudenza si prende la laurea in Legge, poiché “arrangiarsi a fare l’avvocato” deve apparirle un’altra condanna). Prima di Gianpi, Nicla gira con ragazzi grandi. Acchiappa Roberto Trione, un maliardo, le femmine se lo mangiano con gli occhi nei baretti di corso Vittorio Emanuele: è l’anima della discoteca Gorgeous, che diventerà più avanti uno dei luoghi storici del tarantinismo. Gianpi lo conosce così, in quei giri, a una festa, una delle dieci feste di coca, corna e vuoto pneumatico che la Bari godereccia si regala ogni sera per non soffrire di claustrofobia nel quadrilatero delle boutique e degli studi professionali del quartiere Murat. È il 2004, Nicla ha ventisette anni. Incinta quasi subito, si sposa col pancione. “Ha fatto il colpo grosso”, dicono le amiche, che ormai non sono più le snob della Scuola dei Fiori: quel Gianpi ci sa fare, accidenti, gli sconti giù allo Scrigno di Ostuni saranno presto solo un romantico ricordo. Non potendo ancora azzannare i quattrini di Berlusconi, inizia a mangiare se stesso, spoglia di milioni e milioni l’azienda di famiglia, la Tecnohospital, prende a far viaggiare le mazzette nella sanità pugliese, si tarantinizza. Dopo una doppia cerimonia nuziale, la coppia va a vivere nella villa di Giovinazzo, appena fuori Bari. Gli amici la chiamano “villa Scarface”: palme, piscina alla Tony Montana, suite e saloni arredati da Simone Dreyfuss, lampadario di cristalli Swarovski. “Però manco mezza libreria: loro stavano ai libri come io sto a una suora”, ridacchia una delle fate della scuderia, la più spiritosa e, probabilmente, la meno ignorante. La vita galoppa, adesso, tra tenere notti e giorni roventi. Cortina e Sardegna, donnine e politici. A villa Scarface lavorano un cuoco, due filippini e un autista più un cameriere per le feste, solo mantenere la servitù costa almeno ventimila euro. “Qualcuno deve fare qualcosa per noi”, medita Nicla, e inizia a guardarsi attorno. Intanto è di nuovo incinta, si accarezza languida il pancione, compra manuali sul parto perfetto, vede suo marito che comincia ad allontanarsi. “È una brava mamma”, giurano le amiche. In realtà questa bella ragazza barese con le radici piantate su una nuvola è un miscuglio di pragmatismo antico e postmoderno. In villa scorre la coca, Gianpi sostiene di regalarla agli amici. “Loro sniffano ma lui no, manco il caffè normale può bere: solo decaffeinato, se no gli piglia la tachicardia”, racconterà Nicla. Dicono che collezioni borse di Fendi e Prada, e in effetti Cecilia De Fano, la boutique barese per eccellenza, la vede per anni tra le sue clienti migliori. Gianpi si veste da Michi D’Amato, compra Patek Philippe da Hora Mundi, ha conti aperti un po’ dovunque, solo dal macellaio sono quindicimila euro a botta. Non può durare. Le lancette sui Patek Philippe girano troppo in fretta, il lungo tramonto del berlusconismo da queste parti diventa uno tsunami. La vita vera bussa alla porta con la faccia da satiro paffuto di Valter Lavitola, il fedelissimo cui il Cavaliere preoccupato delega la gestione di Gianpi, ormai sempre più caso umano: “Capisci? mi tocca vivere con cinquanta euro al giorno!”, si lamenta lui, come se due terzi degli italiani non facessero lo stesso. Lavitola è in realtà l’ultima spinta al disastro. Nicla ha già la nausea di Gianpi quando lo accetta nel suo letto: “È stato un momento di debolezza”. Ma ha abbastanza senso pratico da bussare a quattrini per conto del marito: “Deve avere uno stipendio alto, te l’ho detto da principio!”. Poi, con la stessa cantilena dolcemente meridionale può pronunciare una frase da donna all’antica: “Non lo lascerò mai, è il padre delle mie bambine”. Ecco, la storia adesso è davvero quasi finita. Restano un processo, altre umiliazioni, la solitudine, le risate dietro le spalle. In una telefonata lei lo dice a Lavitola: “È il futuro che manca”. Già. Il futuro non è più quello d’una volta, ora anche Nicla lo sa» (Goffredo Buccini) [Cds 10/9/2011].
• Sospettata di essere l’amante di Valter Lavitola, ha smentito in un’intervista al Fatto Quotidiano: «No, le assicuro che non rientrava nel mio target di persone da frequentare. Ci ha portato dei guai tremendi» (ad Antonio Massari) [Fat 21/9/2013].
• Pare che «dopo l’arresto, in un carcere di Napoli, secondo gli avvocati, i coniugi Tarantini si sarebbero giurati amore eterno. Angela (…) si era trasferita con il marito prima nella casa di via Veneto dove Tarantini ha trascorso anche il periodo dei domiciliari (con moglie, i figli e il personale di servizio), poi in un appartamento ai Parioli» (Rep.it 4/9/2011).
• Ha dichiarato di continuare a lavorare come avvocato, mentre i marito fa il «mammo» [Massari, cit.].